V12
Non ci sono parole! Probabilmente è il sogno di ogni guzzista che sia veramente tale: una ciclistica snella ed un pompone grosso grosso sotto il sedere. E se la casa madre nicchia ci pensano i tedeschi di Radical Guzzi. La serie V7 è già un must della produzione lariana: leggera, maneggevole e con un motore adatto a tutti. Ecco forse proprio in quest’ultimo particolare risiede la sua forza ed il suo limite. Il motore small block di 750 centimetri cubici da circa 50 cavalli è adatto ad un pubblico neofita, alle donne, a chi cerca un mezzo facile da gestire nel traffico cittadino con cui fare anche qualche gita fuori porta. Il bicilindrico 750 raffreddato ad aria è affidabile, gustoso, ha coppia da vendere ed è facile da sfruttare e mantenere ma non appena ci si abitua alle sue caratteristiche (grazie soprattutto alla ciclistica sincera ed intuitiva) si comincia a ricercare più spinta, più vigore, più potenza. Ecco il pregio (ed il limite) della serie V7: la sua potenza e la curva d’erogazione troppo blande e morbide. Qualcuno potrà obiettare che in fondo la V7 nasce per essere una motocicletta dal design retrò, elegante, ben rifinita e declinata in vari allestimenti (alcuni proposti dalla casa di Mandello del Lario ed altri creati da factory e preparatori). In realtà bisogna guardare un po’ più a fondo i dati del mercato; la V7 è il modello più venduto e la clientela è eterogenea, ma è altrettanto vero che dopo poco tempo buona parte degli acquirenti opta per l’acquisto di una moto più potente cedendo la Moto Guzzi in permuta o vendendola privatamente. Quindi abbiamo da un lato buoni volumi di vendita del nuovo e dall’altro grande offerta sul mercato dell’usato; il problema è che il cliente che vende la V7 non è detto che acquisti un altro modello della casa italiana. Quindi bella moto, guida gustosa ma motore poco potente…cosa si può fare? Le opzioni sono due: o si pompa il bicilindrico 750 con costosi interventi che altereranno la curva d’erogazione facendo perdere la piacevolezza di utilizzo (e riducendo l’affidabilità) oppure si trapianta il motore a quattro valvole di 1200 centimetri cubici e 110 cavalli del Griso….mica male! Lasciando inalterato il telaio progettato da Tonti per la prima V7 Sport della fine degli anni ’60 si è lavorato sul motore per poterlo innestare nella ciclistica originale. Il cambio è stato sostituito con un pezzo prelevato dalla vecchia produzione Guzzi giacchè l’originale del V7 era sottodimensionato e quello del Griso impossibile da inserire per le dimensioni eccessive. Altra richiesta del committente è stata la trasformazione dell’alimentazione da iniezione a carburatori con tutti gli adattamenti del caso (non li avevate notati i Dellorto...vero?) come in un gioco d’incastri perfetti. L’impianto di scarico riproduce la classica linea del sistema originale montato sulla V7 anni ’70 con finale a cono e controcono corto. In generale sono stati fatti interventi mirati e notevoli sulle sospensioni con nuovi elementi Ohlins pluriregolabili (forcella anteriore rovesciata completo di piastre e mono posteriori più lunghi), sui freni (Brembo con doppio disco a margherita anteriore e pinze serie Oro), sui cerchi (Kineo tubeless a raggi con niplli coassiali con il perno ruota) e sui comandi (pedane arretrate ed alleggerite simili ai Le Mans anni '80 e sterzo più largo e basso). Esteticamente sono stati montati nuovi indicatori di direzione più piccoli per essere meno invasivi nella linea generale, uno stop posteriore tondo completo di porta targa montato sul parafango (modificato e più corto), la strumentazione (ad elemento unico) ed i nuovi fianchetti identici a quelli montati sulla V7 originale. Il resto delle sovrastrutture (serbatoio e sella; i parafanghi sono modificati) rimangono di serie. Infine la verniciatura nera, estesa anche al gruppo propulsore/cambio/cardano spezzato dai pochi elementi chiari, aumenta l’aspetto cattivo (ed ignorante) della V12. Dopo aver visto di cosa sono capaci questi ragazzi e dopo aver guardato il video, non so voi ma io non riesco a star fermo sulla sedia!
Che spettacolo di mezzo. Ora aspettiamo cosa mettono in campo con il nuovo 850, dopo la v85tt. Certo che la castagna e la consistenza del 1200 4valvole non le vedremo, anche sulla nuova.
RispondiElimina