giovedì 26 marzo 2015

ESCLUSIVO

BMW GS 1150 “WALLABY” by MOTO SUMISURA&INTERVISTA A FRANK
“Io osservo le persone e mi faccio un’idea di come sarà la loro moto”. Questa e’ una delle frasi che mi è rimasta impressa durante la chiacchierata con Franco Augello (Frank per gli amici), l’uomo che ha dato vita a Sumisura un atelier (passatemi il termine) per motociclette in quel di Vigevano.
La scusa per parlare di moto me la da la sua ultima creazione una GS 1150 dei primi anni 2000 abilmente rivestita da regolarità ribattezzata Wallaby. La prima domanda di rito prevedrebbe un excursus degli inizi: da dove deriva il nome Sumisura, cosa vuol dire e come è iniziata quest’avventura. Ma Frank non è un preparatore, lui è un designer e come tale mi cuce sulla pelle la sua passione chiacchierando insieme di motociclette.
Garage Italiano- Sumisura: da dove viene questo nome? Cosa vuol dire? E come è iniziata questa avventura su due ruote? Quando la passione è diventata anche un lavoro?
Frank- Ho lavorato 10 anni come rappresentante di capi d’abbigliamento. Ho imparato l’arte della cura nel vestire, dell’abito su misura ed ho trasferito questa conoscenza sulle moto. Ho anche lavorato a “Striscia la notizia”; consegnavo i Tapiri d’oro con Valerio (Staffelli). Nel 2007 avevo un paio di BMW: una R 1200 R (che correva troppo) ed una Adventure troppo simile a tante altre. Le ho tolte entrambe ed ho preso una G/S 80 del 1981 già modificata da cui ho tirato fuori la mia J.M. nella sua prima versione. Lavoravo di notte sulle mie motociclette. Un giorno ho acquistato un motore su ebay e quando l’ho sistemato gli ho costruito intorno una short track: credo di essere stato il primo a farlo. Dall’anno scorso sono diventato a tutti gli effetti, ed a tempo pieno, un designer della motocicletta. 

G.I.- Lo stile di Sumisura appare come uno spogliare e poi rivestire la motocicletta. Come nasce una moto Sumisura? Da dove parti? Fai disegni preparatori?
F.- Non parto da un particolare preciso. Può essere una ruota piuttosto che un altro pezzo. In realtà prima di tutto ascolto il cliente, lo osservo ed a quel punto nella mia testa nasce il progetto. Magari faccio qualche schizzo di alcuni particolari per dare l’idea di come verrà. Ma alla fine la motocicletta dal vivo è sempre diversa da come s’è l’immaginava il cliente. E ad oggi nessuno è mai rimasto scontento. Vivo la vestizione di una motocicletta come la creazione di un oggetto che possa essere osservato e goduto anche da fermo, che non verrà mai rivenduto. Le mie motociclette sono opere che nascono e vengono integrate con i ricordi della vita di chi me le commissiona (come ad esempio un orologio IWC). Per questo parlo molto con loro. Do un’interpretazione, filtro i desideri del cliente e creo un abito su misura…una moto su misura. 
G.I.- Ho notato che spesso i serbatoi sono lasciati a nudo. Sulla Wallaby però è stato usato il verde. Quanto e’ importante nella creazione dello stile di una special il serbatoio? E le scelte cromatiche?   
F.- Spesso lascio i serbatoi a nudo principalmente per mantenere inalterati certi particolari che danno personalità come un graffio od un bozzo (come sulla P.J.05). Uso solamente tonalità di auto storiche. Per esempio per il serbatoio della Wallaby sono stati adoperati il verde Jaguar ed il grigio medio Porsche. A proposito il nome glielo ha dato mio figlio; quando l’ha vista ha detto “sembra un canguro”…Wallaby appunto.

G.I.- Perche’ lavori unicamente sulle BMW? Hai avuto vantaggi da questa scelta?
F.- Mi piacciono i boxer. Ma ho lavorato anche su altri tipi di motociclette e sui motori della serie K.
G.I.- Oggi è relativamente facile trovare delle RT od RS a prezzi medio bassi. In giro le BMW cannibalizzate o tagliate irrimediabilmente sono sempre di più. Eppure uno dei vantaggi delle boxer bavaresi è il telaietto posteriore removibile. Dove pensi che si arriverà?
F.- Sono scelte personali dei preparatori. Io non modifico le quote indicate sul libretto, non taglio il telaio e non altero le parti vitali della ciclistica. Prima di tutto vesto le motociclette. Per esempio quando ho fatto la INGE.#09# il mio amico (innamorato delle Harley) desiderava una cafè racer. Quando gli ho proposto di usare come base una BMW R65 è rimasto molto perplesso. E quando lui era convinto quasi non gliela volevo più fare. Così mi son preso un po’ di tempo per riflettere su come procedere. Non volevo una motocicletta come l’avrebbe potuta fare chiunque altro. Doveva essere un’opera unica con pezzi della sua vita e che andasse contro tendenza. Quindi ho riprogettato tutto creando uno stile retrò su una base relativamente moderna integrando il colore di un’auto storica, le briglie dei cavalli (una delle passioni del mio amico) ed un mix di cerchi Borrani con freni a tamburo Fontana come quelli che usava suo papà. Una cosa mai vista prima. A proposito: la preparazione della Wallaby è totalmente reversibile in circa tre ore.    

G.I.- Non solo serie R. Hai trasformato anche una serie K (la Tatanka). E ricordo di una 65 chopperizzata. Come ti sei trovato con i motori a “sogliola”?
F.- La prima K che ho trasformato (la Tatanka…anche in questo caso il nome glielo diede mio figlio che quando la vide disse che assomigliava ad un bisonte) è stata la mia fortuna ed anche la moto che mi è piaciuta meno. Fu vista da BMW Miami che ringraziò per il bel lavoro fatto e per aver…migliorato una motocicletta non proprio riuscitissima. Qualcuno chiamava la serie K “la vasca da bagno” ma da quando ho realizzato la Tatanka i preparatori hanno cominciato a copiare quello stile. Per me è molto importante differenziarmi e differenziare le mie motociclette da quelle degli altri. 
G.I.- Le moto Sumisura non sono propriamente delle cafe’ racer e neppure dei bobber o delle scrambler. Esiste una parola per definire il tuo stile?
F.- Come ho già detto le mie creazioni sono fatte su misura del cliente. Sicuramente sono uniche. Se sovrapponi due immagini di due moto Sumisura non saranno mai identiche. Inoltre ogni particolare è realizzato a mano per rendere visibile la cura ed il lavoro artigianale che c’è dietro. Ho un fornitore che realizza i pezzi sulla base dei miei disegni utilizzando un macchinario a cinque assi.

G.I.- La Wallaby mi ricorda molto le regolarità anni ’70. Ma hai trasformato anche una Nine-T (la SRS) prendendo spunto dalla R 32. Da dove prendi ispirazione? C’e’ un momento storico del design delle motociclette che ti piace piu’ degli altri?
F.- E’ vero. Per la Wallaby ho preso spunto proprio da quel tipo di motociclette. Per la SRS invece quando mi sono trovato a pensare come interpretare la moto che mi era stata commissionata ho rivolto la mia attenzione verso la conoscenza e lo studio del modello che dovevo modificare. Mi sono documentato  sul concetto di base che BMW, in quel preciso momento storico, voleva interpretare e sulla filosofia che l'ha ispirata. Dopodiche ho messo insieme la storia di quella moto, il suo heritage e le necessità della cliente finale. La nine-T è stata realizzata da BMW per festeggiare i novant'anni del suo ingresso nel mondo delle moto ed io ho deciso di ispirarmi alla loro prima moto, la R 32. Creata nel 1923, nasceva fortemente influenzata dalla Bauhaus, scuola tedesca di architettura, arte e design che operò dal 1919 al 1933 e che rappresentò il punto fondamentale per tutti i movimenti d'innovazione nel campo del design legati al razionalismo e del funzionalismo, facendo parte del cosiddetto movimento moderno. Semplicità, essenzialità delle linee, quelle stesse linee tese, sensazione di velocità sono le caratteristiche di questa scuola. Ho cercato di fondere alcune di quelle caratteristiche-personalità. Per quanto riguarda i materiali impiegati e le lavorazioni ho voluto giocare con l'alternanza di ottone, acciaio ed alluminio spazzolati o lavorati con effetti che ricordano i paesi africani. Materiali "classici" riproposti utilizzando lavorazioni di ultima tecnologia e dettagli rivisitati con forme morderne e futuristiche. Qualcuno ha detto che è scomoda, che il tappo del serbatoio è posizionato in modo non corretto. La verità è che ogni particolare ha un motivo tecnico e stilistico valido. Il tappo per esempio è lì perché ho spostato il serbatoio al posto dell’air-box. Bisogna rispettare il lavoro svolto dai preparatori sulle special. Pensa che Ola Stenegard responsabile di BMW Motorrad Vehicle Design ha detto che sono “riuscito a scrivere una poesia in acciaio ed ottone” parlando della SRS.
G.I.- Come mai non modifichi mai la meccanica? 
F.- In realtà sulla serie R metto le mani. Ma in genere preferisco lasciare tutto come è. Dietro una motocicletta c’è il lavoro di ingegneri e collaudatori che hanno progettato e provato ogni singolo pezzo.
Frank incalza e mi racconta di serate passate nel suo garage/atelier guardando film come “The best bar in America” o parlando di motori ma non solo. Si capisce e trapela la passione nelle sue parole. Ecco Frank è un uomo che fa cultura motociclistica. Alla fine ho fatto presente che sono rimasto letteralmente folgorato da tre particolari che ha creato: il fanale anteriore ottenuto da un coprivalvole boxer, i parafanghi avvolgenti della J.M.01.2 ed il portachiave in metallo con il simbolo di Sumisura. Si capisce che gli fa piacere l’attenzione che ho posto su questi particolari. Ci congediamo con la promessa di vederci al più presto a Pavia. Lo ringrazio per la disponibilità e per la chiacchierata ma prima un’ultima domanda mi sorge spontanea “ posso definirti lo stilista delle motociclette?”. 
Si ringrazia Franco "Frank" Augello per la squisita disponibilita' e Fabrizio Jelmini per le fotografie  
Quì potete visitare il sito di Moto Sumisura.

FRANK

WALLABY





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