sabato 5 aprile 2014

LAVERDA CAFÉ RACER by CUSTOM WOLF

CAFÉ RACER TEDESCA



Non sono molti I preparatori che si cimentano nella trasformazione di una Laverda. Se poi si vuol mettere mano su una bellissima 1.000 tre cilindri modificandola radicalmente il gioco diventa anche più serio. I tedeschi di Custom Wolf non si sono limitati a rielaborare un classico ma si sono spinti oltre sostituendo addirittura il telaio; ma andiamo con ordine. Quando alla fine degli anni ’60 fu presentata la bicilindrica 750 (in realtà una maggiorazione del twin 650) ci si rese subito conto come questo motore fosse reso obsoleto dalla Honda 750 Four. Non era colpa di Laverda quanto della straordinaria bomba della Honda. Per fortuna nel quartier generale a Breganze Massimo insieme al capo progettista Luciano Zen era già al lavoro sul prossimo modello: la nuova 1.000. La bravura di Laverda fu quella di anticipare che 1.000 cc sarebbero diventate il punto di riferimento del settore delle due ruote; una mossa che ha permesso alla piccola impresa italiana di competere con le fabbriche più grandi nel corso degli anni Settanta. Tornando ai giorni nostri il team Wolf ha verniciato e lucidato il possente motore tricilindrico (portato a 1.172cc con cornetti d’aspirazione aperti e scarico Lafranconi 3 in 1) da 85 cavalli e lo ha impiantato dentro un telaio nuovo e modificato. 


Il retrotreno è stato prelevato da una Benelli TNT  (freno e forcellone rinforzato con una capriata superiore in tubi con singolo ammortizzatore centrale Ducati) mentre l’anteriore è di una MV Agusta F4 (forcella, freni e pinze a quattro pistoncini; le piastre sono state verniciate a polvere in nero); i cerchioni a raggi sono stati donati da una Ducati Paul Smart (3,5x17 davanti e 5,5x17 dietro). Pedane e semimanubri sono stati sostituiti con accessori nuovi mentre la strumentazione si riduce al solo contagiri ed a poche spie. Codino, serbatoio, parafango e semicarena sono tutti realizzati in alluminio da Custom Wolf; la linea risulta decisamente moderna e bassa, mentre la verniciatura nera del telaio e del blocco motore contrasta con l’alluminio delle sovrastrutture. A richiamare il colore arancione delle Laverda concorre il piccolo cupolino, l’anodizzazione delle forcelle, alcuni particolari del propulsore, le cuciture della sella ed una striscia di pelle che divide in due la motocicletta per tutta la sua lunghezza.  












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