L’APPARENZA INGANNA
Nel
sempre più variegate mondo dei customizer, trovare una BMW scramblerizzata ben
fatta è cosa assai rara. Molti “accrocchi” e poche vere special stanno
dilapidando il parco moto delle BMW usate, a cui attingere per potere dare vita
a veri e propri pezzi unici. Forse strada facendo si è persa la fantasia
oppure, più semplicemente, si è venduta l’anima al diavolo per pochi denari,
non sappiamo bene, fatto sta che sempre più spesso operazioni di copia/incolla
e sfruttamento fino all’esasperazione di ricette ultra collaudate hanno
generato cloni spesso più brutti delle già misere versioni customizzate
originali.
Fa piacere, quindi, scoprire perle rare come quella che vedete in
foto. Innanzitutto per la base utilizzata (una meno chiassosa BMW R 80 RT al
posto delle onnipresenti GS) e poi per il risultato finale tutt’altro che
spiacevole. Inoltre l’assenza di loghi o marchi (ad eccezione di una placchetta
sulla mascherina anteriore) e di colorazioni pacchiane rende ancora più pulita
e gradevole la trasformazione. Se poi si aggiunge il fatto che si tratta non
tanto di scramblerizzare quanto piuttosto di trializzare una BMW allora la
storia diventa anche più interessante. Probabilmente il gradevole risultato
nasce dal fatto che si tratta di un progetto personale; niente fumo negli occhi
per guadagnare qualche soldo in più, niente categorizzazioni alla moda o nomi
altisonanti sul serbatoio…solo il puro desiderio di fare qualcosa per se stessi
e tanto basta, sembrerebbe, per dar vita a una vera special. Stephen Bentley,
proprietario e creatore della moto e di Dust Custom Motorcycles, inseguiva da
diversi anni la possibilità di costruirsi la propria moto. La scintilla è
arrivata da una BMW R 80 RT dei primi anni ’80 nascosta in un angolo del
vecchio capanno che attendeva che Stephen desse vita all’ispirazione che faceva
capolino nella sua testa nei momenti morti del lavoro sotto forma d’immagini di
scrambler inglesi anni ’60, pulite, snelle, monocromatiche. Il primo passo,
classico, è stato quello di denudare e pulire il telaio da attacchi e sporgenze
ritenuti non necessari. Le BMW boxer, dal barra 5 e fino al 1993, hanno il
pregio d’avere il telaietto posteriore imbullonato che permette ai preparatori
di sostituirlo completamente. Stephen ha pensato bene, invece, di sfruttarlo
tagliando la parte finale chiudendo il tutto con il classico arco (che sostiene
il parafango posteriore) e completando con fiancatine realizzate a mano con
tanto di tabella portanumero e sella in pelle dedicata. Le sospensioni sono
rimaste quelle di serie accoppiate a cerchi a raggi di una BMW ex polizia e completati
con pneumatici Mitas. Stesso discorso per il motore rimasto stock e sottoposto
solo a una revisione completa (guarnizioni, cuscinetti e cavi); unica eccezione
la grossa scatola del filtro aria, eliminata per far posto a due filtri singoli
sparati verso l’alto, e gli scarichi nati da vari esperimenti e realizzati
unendo diverse “curve” provenienti da pezzi di magazzino per Honda CB750. Il
risultato è un solo terminale alto sulla destra unito al motore da collettori rivolti
all’insù. Buona parte dell’impianto elettrico è stato nascosto dietro le
fiancatine, reso ermetico e “modernizzato” con elementi Motogadget tra cui
l’accensione senza chiave. Altri pezzi, questa volta d’epoca, fanno capolino
sotto il naso di Stephen come il manubrio Greeves, le manopole Tommaselli, il
comando del gas BSA e il serbatoio Triumph T140 del ’74. Il telaio ha ricevuto
una vernice a polvere e una successiva lucidatura mentre il motore è stato
prima dipinto di nero e poi trattato per far risaltare la patina. Era previsto
che venisse montato anche un radiatore dell’olio ma contingenze del caso hanno
obbligato Stephen a cedere la sua creatura. L’aspetto positivo di tutta questa
storia è che l’ispirazione è rimasta e i lavori fervono intorno a nuove
special.
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