La
Supersport come la Superbike dei tempi migliori? Secondo no si, e vi spieghiamo
il perchè.
Ricordate
le entrate assassine in staccata di Fogarty? E le acrobazie di Falappa? E il
duello Bayliss/Edwards? Ebbene se la Superbike sembra soffrire per la mancanza
di spettacolo in pista (con rare eccezioni) la Supersport con la defezione
forzata di Sofuoglu sta vivendo un momento magico.
Ecco una veloce “fotografia”
di freddi numeri: quattro vincitori diversi nelle prime quattro gare (Mahias,
Krummenacher, Cortese e Cluzel), i primi tre in classifica racchiusi in sette
punti (Mahias, Krummenacher, Cortese) con il quarto (Cluzel) e il quinto
(Caricasulo) rispettivamente a 21 e 22 punti di distanza dal primo, sei Yamaha
nei primi dieci posti (ma c’è pure L’MV Agusta di De Rosa e le Honda di Tuuli e
Smith) e con la prima Kawasaki (privatissima) in undicesima posizione con West.
Le gare sono tiratissime, con finali spesso in volata e sul filo dei centesimi
di secondo. Le prime quattro gare ci dicono che il campione in carica (Mahias)
ha vinto una sola gara e ha mancato il podio ben due volte ma la costanza dei
piazzamenti gli garantisce la testa della classifica. A inseguirlo è il rientrante
in Supersport Krummenacher, ex Kawasaki e ora yamahista convinto e pretendente
al titolo 2018 al pari di Cortese (terzo) novizio della categoria ma in sella
alla moto giusta (l’R6) e forte di un background sportivo che fa ben sperare
lui e il team dopo la conquista del podio al debutto e la vittoria già alla
terza gara. Infine Cluzel, l’eterno secondo, che con la Yamaha (e senza il
rivale storico Sofuoglu) stà portando avanti un campionato consistente e si
spera redditizio a fine stagione. E se da un lato la nuova regina della
categoria è proprio la Yamaha, la verdona di Akashi sta vivendo una fase
calante in pista dovuta principalmente all’aver puntato in questi anni
unicamente sul turco come prima guida. Ci fa piacere citare l’MV Agusta che con
De Rosa finalmente è riuscito a centrare il podio nell’ultima gara lasciando
sperare per il prosieguo del campionato sia per il costruttore che per il
pilota. In sintesi le gare sono combattute e spettacolari, cinque costruttori
si giocano chance di salire sul podio a ogni gara (Yamaha, Honda, MV Agusta,
Kawasaki e Triumph) e i piloti pretendenti al titolo formano un poker
straordinario (ma ci aspettiamo che almeno un paio d’italiani possano entrare
nel novero dei papabili). Il tutto grazie a un regolamento che non mortifica le
prestazioni tra le varie tipologie di propulsori perché, di fatto, non permette
chissà quali alchimie misteriose per aumentare le prestazioni più di quanto sia
necessario. Per questi motivi riteniamo che la Supersport sia in fase ascendente
e possa “rubare” le attenzioni degli spettatori alla Superbike che, a questo
punto, potrebbe prendere spunto proprio dalla categoria minore per rinverdire i
fasti di un tempo.
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