lunedì 24 novembre 2014

IL RUVIDO

CAFÉ RACER
Parlando con un mio amico, è saltata fuori una domanda: perché le cafè racer? Perché loro? Nell’immediato nella mia mente si sono affollate immagini di migliaia di motociclette caferizzate. Poi però mi sono accorto che ero troppo di parte. Quindi ho chiesto l’intervento di un giudice super partes, non un semplice tecnico ma un fine osservatore degli usi e dei costumi dei motociclisti nonché piegatore di manubri e pedane: IL RUVIDO. Lascio a lui la parola e che il dio dei biker ce la mandi buona.


Mi è stata posta una domanda: perché le cafè racer? Ed io rispondo: perché no? Sono nate per un motivo e continuano ad esistere (e resistere) per le medesime ragioni. Agli albori degli anni ’60 erano moto stradali spogliate del superfluo per fare scena davanti ai locali di ritrovo dei giovani. Poche le modifiche reali e sostanziali su ciclistiche e motori. Con il tempo (e con le sfide intorno agli isolati dei pub a suon di rock) sono nate le special più belle (e specialistiche) del mondo delle cafè racer: Triton, Norvin e chi più ne ha più ne metta. Con il passare del tempo sono cambiate le basi e le ricette pur mantenendo sempre lo stesso spirito originario. Oggi le varie macro aree della customizzazione si intersecano tra di loro generando commistioni più o meno improbabili. Così capita che i giovani parlano di cafè racer mentre guardano una naked od un bobber, sbagliando…o forse no? Alla fine una cafè racer è una motocicletta spogliata del superfluo, stilisticamente legata agli anni ’60 e fatta prima di tutto per essere stilosa piuttosto che efficace in strada. Nessuno si sognerebbe di definire cafè racer la naked per eccellenza (il Monster) eppure sulla sua base sono state create parecchie interpretazioni di questo stile. Medesimo discorso può essere fatto per i bobber, mezzi minimalisti (quasi all’eccesso) che possono essere accostati alle cafè racer entro certi limiti. Su tutto una cafè racer classica si basa su uno stile canonico teso a valorizzare l’aspetto sportivo della moto (priva di qualsivoglia carena), di un alleggerimento generale del mezzo, di sellini monoposto e mezzi manubri con pedane (occasionalmente) arretrate, impianti di alimentazione e scarico più performanti. Quindi ritornando alla domanda iniziale “perché le cafè racer” posso affermare che sono innanzitutto un ottimo modo per iniziare a creare special relativamente semplici nel proprio garage. Sono motociclette stilose ma allo stesso tempo basiche ed entro certi imiti anche caratterizzate dal gusto personale del proprietario. Sono motociclette che vanno bene un pò ovunque o meglio sono facilmente adattabili alle singole esigenze proprio perché non sono specialistiche in nessun segmento. Ed infine potenzialmente il mercato offre moltissime motociclette per tutte le tasche che possono fungere da basi ottimali per una cafè racer. L’aspetto più importante, piuttosto, è evitare di cadere nella trappola dell’emulazione di uno stile ed un comportamento che non sono più allineati con i nostri tempi. L’evoluzione del modello di customizzazione di una motocicletta in una cafè racer ha deviato verso una maggiore attenzione nella preparazione delle ciclistiche e dei propulsori. Esisteranno sempre delle moto stock caferizzate ed approssimative nella guida sportiva ma si diffonderanno maggiormente mezzi con sospensioni più racing e motori maggiormente pompati. Quindi la domanda non è “perché le cafè racer” quanto piuttosto “perché no”!








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