mercoledì 30 aprile 2014

AYRTON SENNA

RICORDO


Datare questa foto sarebbe oltremodo semplice anche per un non appassionato, ma io preferisco ricordare un casco giallo con due strisce blu e verdi che volava, sotto una pioggia torrenziale, tra le strade del circuito di Montecarlo.

HARLEY-DAVIDSON RED HOT BONES by ROBERTO ROSSI

MINIMALISTA



Roberto Rossi è un artista e non mi stancherò mai di ammirare le sue opere su due ruote. Considerarlo un semplice dealer H-D di Mantova sarebbe riduttivo sebbene viva da sempre a contatto con motori nuovi e vintage. E da questa miscellanea di antico e moderno trae ispirazione; basta una scintilla, magari un amico che lo va a trovare su un Cross Bones del 2009 con la forcella Springer ed una linea bassa e selvaggia per dar vita alla magia. E così la prima operazione di snellimento ha visto la sostituzione del cerchio posteriore con uno da 16 pollici più stretto, accoppiato a pneumatici da cinque pollici (identici davanti e dietro) Firestone ANS replica con battistrada dal disegno militare. Al posteriore è stata montata nei punti di ancoraggio originali del telaio softail una struttura per sostenere il nuovo codino ottenuto da una lastra d’alluminio battuta a mano ed ispirato ad una vecchia Laverda da corsa anni ‘70. E se non fosse sufficiente sappiate che la copertura della sella, agganciata con bottoni a pressione, è stata realizzata utilizzando pellami conciati settant’anni fa da Connolly Luxury Leathergoods Limited, la stessa pelle usata per le Rolls Royce Phantom del 1930. E proseguendo non si possono non notare i due tubi di scarico artigianali, dritti come fusi con terminali fish tail, le finiture spazzolate dei parafanghi (l’anteriore di serie è stato accorciato) ed il serbatoio da otto litri del Forty Eight con decals di una XRTT da corsa del ’72. Ed ancora le piastre di sterzo speciali con i riser curvati, strumentazione digitale e spie integrati e drag bar con manopole sottili e comandi Kustom Tech. Comprenderete che parlare di frecce sostituite con elementi più piccoli e riposizionate o del porta targa laterale e della verniciatura del serbatoio passano un po’ in secondo piano di fronte a questa splendida creazione di Roberto. 














BMW R65 KBM by MR. MARTINI

RETRO MOTARD



Tutti voi conoscete Mr. Martini; le sue special su base Triumph mietono successi nei contest di tutto il mondo. Ma potreste non sapere che ha modificato anche altri tipi di motociclette adottando lo stesso gusto e la stessa cura che si ritrova sulle sue Bonneville (e non solo). E come ogni favola che si rispetti l’inizio è sempre lo stesso: c’era una volta un ragazzo di nome Luca che possedeva una scrambler customizzata da Mr. Martini. Presentatosi davanti alla porta del preparatore depose una vecchia e malconcia BMW R65 e disse “fai tu”, ed ebbe inizio l’incantesimo. E così provando ad immaginare come poteva essere una motard negli anni ’70, Nicola poggia istintivamente il piccolo serbatoio di una KTM 125 sul trave centrale della moto ed inizia a lavorare intorno a quest’idea. Per poter snellire la linea, il telaietto posteriore è stato interamente ricostruito riadattando di conseguenza l’inclinazione dei nuovi ammortizzatori posteriori Ohlins (regolabili) e la nuova sella di evidente produzione Mr. Martini. Pur mantenendo molti componenti di serie, gli interventi mirati hanno donato una linea completamente differente alla motocicletta tedesca; la nuova mascherina anteriore con il porta numero da gara ed il faro integrato Cev sono un evidente richiamo alle moto da regolarità anni ’70. L’intero avantreno risulta più leggero e pulito grazie all’assenza degli specchietti ed alla strumentazione nascosta dietro la mascherina. I parafanghi (realizzati in fibra di carbonio) sono stati verniciati, al pari del serbatoio, con un colore marrone molto chiaro che si amalgama con il telaio ed i cerchi neri lucidi e con il porta targa retro style (anche questo elemento richiama le motociclette da regolarità di una volta). L’unico intervento meccanico sul motore è l’adozione di uno scarico due in uno realizzato appositamente dalla Zard. Ed infine una curiosità: il nome KBM di questa special, riportato anche sul serbatoio, non è altro che l’unificazione di BMW e KTM a suggello di quella felice intuizione iniziale che ha dettato lo stile di tutta la motocicletta.








YAMAHA XS 650 by BIG MOON

DIRT TRACK



Questa special, che arriva dalla terra del sol levante, merita d’essere ammirata fosse anche solo per quel serbatoio. Basata su una XS 650 del 1978 si ispira a quelle motociclette da ovale che hanno svezzato tanti campioni americani e non solo. Questa preparazione puo’ fornire lo spunto per trasformazioni su diverse basi: Triumph, Kawasaki, la stessa Yamaha con l’SR 400 o una vecchia XT…la scelta è vostra. Sappiate che i ragazzi di Big Moon sono intervenuti innanzitutto sulla parte posteriore del telaio modificata accorciando la coda e montando una sella specifica ed un parafango ridotto ai minimi termini. Freni (a tamburo) e ruote a raggi sono stati mantenuti originali ed accoppiati a pneumatici Coker più racing e vintage allo stesso tempo. Sostituiti gli ammortizzatori posteriori e sistemata la forcella con l’aggiunta dei soffietti si è pensato bene di alleggerire il telaio di ogni attacco ed orpello non necessari. Il motore bicilindrico è stato pulito, revisionato e dotato di un nuovo paio di marmitte due in due (bellissime, cromate e stilosissime) e di filtri aria più performanti; il vano sotto sella è stato rifatto a mano e lucidato. Indicatori di direzione, faro posteriore e porta targa (guardatelo bene perché è un pregevole pezzo home made) sono stati riposizionati quanto più aderenti alla sagoma (molto stretta) della motocicletta; davanti è stato soppresso il parafango, sostituito il manubrio ed il faro con nuovi elementi; i comandi a pedale sono quelli originali forati ed alleggeriti. Infine la decorazione: tutto si concentra sul serbatoio con grafiche Yamaha anni ’70 e vernice metalflake verde che catalizza l’attenzione degli sguardi su di se. Se in origine la XS era un modello nella norma, la preparazione del team di Big Moon l'ha trasformata in un mezzo da ovali in terra battuta davvero accattivante; non sfigurerebbe posteggiata davanti ai pub più glamour della vostra zona ma volete mettere il piacere di controllarla su una curva ad aderenza prerssoche' prossima allo zero?   











SHARK HELMETS PULSE DIVISION VANCORE

STYLE



Lo ammetto a me i caschi piacciono monocromatici e se possibile jet, ma il nuovo Vancore della Shark è stupendo. La linea aggressiva (che diciamocelo ricorda molto lo stile Mad Max!) è simile al modello Raw (jet con mascherina e visiera integrate) ma in questo caso si tratta di un casco integrale con visiera removibile a sgancio rapido. Quest’ultimo particolare è forse il più intrigante perché unisce lo stile degli occhiali da cross con l’elastico ed un design studiato per inserirsi perfettamente nel casco. La calotta in termoplastica è declinata in due taglie ed ha una forma studiata per ridurre l’attrito con l’aria senza rinunciare ad un disegno aggressivo e dimensioni esterne ridotte. Dotato di doppio sistema d’aerazione e di canali e diffusori d'aria specificamente progettati, monta interni trattati con carboni attivi di bamboo (antibatterici, antisudore e ipoallergenici). Le lenti sono dotate di anti annebbiamento ed anti graffio; possono essere personalizzate con due colorazioni del telaio esterno e con cinque differenti cromie delle lenti. Le calotte sono disponibili in quattro colori (bianco, verde, nero lucido ed opaco) con mascherina sul mento nera. Il peso è di circa 1.200 grammi e  monta un cinturino con chiusura micrometrica.


















martedì 29 aprile 2014

EICMA

AUGURI



EICMA, l'Esposizione Mondiale del Motociclo compie 100 anni. E' in assoluto l'evento motociclistico più longevo e importante del mondo e non solo per espositori e pubblico ma anche per importanza istituzionale.Garage Italiano desidera condividere con tutti voi gli auguri per questa ricorrenza ricordando che EICMA esiste perchè dietro vi sono uomini e donne appassionati e competenti, che lavorano indefessi per far sì che questa manifestazione sia l'orgoglio italiano nel mondo.
GRAZIE UOMINI E DONNE DELL'EICMA.

YAMAHA XT 600 DIRT RAD by RADICAL DUCATI

DIRT RAD


La Yamaha XT è una di quelle moto che si possono definire iconiche con una meccanica semplice e robusta ed una ciclistica sincera ed a prova di mulattiera. Sulla base di un modello del 1989 è stata creata da Radical Ducati (il team spagnolo votato alle moto bolognesi che ha “deviato” dal percorso classico con questa XT) una gustosissima moto per il tempo libero e per l’arte del traverso. E se state pensando sia un progetto minore vi sbagliate di grosso! Il telaio è stato modificato per accogliere la forcella di una Yamaha FZR 600 mentre al posteriore è stato montato un ammortizzatore Hagoon. I cerchi Akron da 18 pollici (avanti e dietro) sono in alluminio ed acciaio inossidabile con pneumatici Pirelli Scorpion ed impianto frenante con componenti derivati da una Ducati S4RS. Il motore è stato completamente smontato, rettificato e ricostruito con teste lucidate, collettori Wolfmane terminale Spark GP. I parafanghi sono stati creati appositamente per questa special dal team spagnolo; l’anteriore è stato realizzato in alluminio mentre il posteriore è in carbonio. Il copricatena in alluminio modificato deriva da una 916 mentre il serbatoio è un pezzo della storia delle rosse di Borgo Panigale: un pezzo di una 250 De Luxe del 1970! Sella di una Bultaco Pursang, stop della Lucas (replicato), manubrio Rizoma e faro Puch Minicross 50. Probabilmente non sarà veloce come le Ducati che sono soliti preparare ma sarà sicuramente leggera, agile e divertente sia in strada che fuori. Mi sia permessa un’ultima considerazione; la Yamaha XT è una motocicletta facile da reperire e dal costo ridoto. Magari non userete un serbatoio di una Ducati anni ’70 ed un parafango in carbonio ma tutto il resto è facilmente replicabile nel proprio garage. Come sempre quindi ispiratevi ed iniziate a lavorare.