Se
le special sono diventate oggetti modaioli, in giro c’è chi riesce ancora a
stupire con piccole special borderline. Ve ne parliamo qui.
Quando
guardo una special mi chiedo se chi l’ha costruita è il proprietario o meno. E
nel primo caso mi domando cosa abbai spinto una persona sana di mente a
rinchiudersi in un garage per smontare e provare a rimontare, senza sicurezza
del risultato, componenti differenti su una moto che probabilmente già andava
di suo più che bene.
Poi mi fermo a considerare altri aspetti come quello
economico e sociale che sul piatto della bilancia si contrappongono al piacere
di guidare qualcosa di personale e, probabilmente, unico. Il problema è che,
come tante altre cose, anche le special sono diventate un biglietto da visita
sociale, una medaglia da esporre sulla propria giacca all’aperitivo, un modo
per affermare uno status in mezzo a mille altri. Le special, insomma, sono
diventate modaiole e a pagarne le conseguenze sono gli appassionati che hanno
visto aumentare esponenzialmente i prezzi delle moto usate come basi per le
proprie special, e dei componenti per modificarle. Poi però capita di navigare
nel web e d’imbattersi in una preparazione come quella che potete ammirare
nelle foto e di pensare “forse non tutto è perduto, perché in giro c’è qualcuno
che invece delle solite boxerone cardaniche o di qualche bicilindrico italiano
ha trovato qualcosa di meglio da trasformare”. Di cosa si tratta? Di una Can Am
TNT 250, vecchia enduro americana con motore a due tempi degli anni ’70,
trasformata in…qualcos’altro! Un lavoro durato diversi anni, portato avanti nei
momenti liberi, che ha visto modificare passo dopo passo il retrotreno
(telaietto reggisella), la ciclistica (ammortizzatori Ohlins, forcella Yamaha
RD350 e forcellone d’alluminio), il propulsore Rotax e ogni altro singolo
elemento che si supponeva dovesse essere sostituito o trasformato per andare
più veloci. Quindi potete chiamarla cafè racer per i semi manubri, flat track
per quella coda sfuggente o endurance per la semicarena poco importa; quel che
interessa è l’idea coraggiosa che cova nel metallo di cui è composta ovvero una
moto da enduro radicalmente trasformata per essere la più veloce del quartiere.
E se per caso vi avanza una vecchia e sfiancata cavalletta due tempi anni ’80 o
’90 nel vostro garage, non buttatela, non regalatela, non provate a venderla
per pochi spiccioli, ma provate a fare qualcosa di simile: non vene pentirete!
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