Cosa
resta della tre giorni di test a Losail? Alcune certezze, parecchi dubbi e
qualche exploit.
Dopo
la tre giorni di test sulla pista di Losail immersa nel deserto qatariano ma,
grazie a quindici botti che l’hanno inondato, anche bagnata per testare un
eventuale Gran Premio sotto la pioggia, la MotoGP archivia ufficialmente le
prove pre stagionali e si prepara alla prima gara del campionato tra due
settimane proprio in Qatar. Cosa resta, dunque, di questi test?
Innanzitutto l’unica
certezza ovvero Dovizioso che con la sua Ducati sono sempre presenti nelle
prime posizioni. Il forlivese è contento della sua velocissima Desmosedici GP,
afferma che i tempi arrivano con facilità e pronostica un 2018 simile (se non
migliore) della passata stagione. Tra i dubbi bisogna inserire la Yamaha che
continua ad alternare buone prestazioni con altre pessime senza riuscire a
individuare un vero e proprio responsabile. Per questo motivo a Iwata lo
sviluppo della M1 seguirà due binari che correranno paralleli per concentrarsi
nelle aree su cui i singoli piloti hanno trovato maggiori carenze ovvero
l’elettronica (Rossi) e la ciclistica (Vinales). Paradossalmente (ma neppure
tanto) chi fa volare l’M1 è Zarcò che nell’ultima giornata si è concesso il lusso
del giro più veloce a un solo decimo dal record della pista. Spostandoci nel
box HRC scopriamo che Honda è Marquez e Marquez è Honda ma sulla pista di
Losail sia l’uno che l’altra non hanno mai brillato in MotoGP e sebbene
l’RC213V abbia migliorato la propria velocità massima quello che manca è il
passo gara. Altro pilota che rientra tra i “dubbi qatariani” è Lorenzo che
appare ancora non perfettamente a suo agio sulla Ducati. Il maiorchino fatica,
è evidente; ma ciò che preoccupa di più è l’incostanza (almeno apparente) con
cui alterna buone prestazioni e tempi disastrosi. Tra gli exploit sono da
menzionare Iannone e la Suzuki che nella seconda giornata hanno fatto segnare
ottimi tempi, ma bisogna attendere la prima gara per capire il reale valore del
lavoro svolto da ingegneri e piloti, e Miller sulla Ducati del team Alma Pramac
Racing. L’australiano sembra a suo agio in sella alla GP17 migliorando il
feeling con la rossa a ogni giro di pista. Cosa resta, quindi, dei test in
Qatar? Principalmente l’idea che il 2018 potrebbe davvero essere l’anno d’oro
di Dovizioso, la sensazione che Rossi possa riscattare un 2017 disastroso (non
del tutto per colpa sua) e la possibilità che Marquez non sia l’unico uomo da
battere nonostante sia il campione del mondo in carica. Ma soprattutto, che il
2018 sarà l’anno degli outsider (o presunti tali) che rispondo ai nomi di Zarcò
e Miller.
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