TELAISTA SVIZZERO
Oggi
vorrei raccontarvi una storia che inizia con una Vincent Black Shadow di
proprietà di un collega anziano di Fritz. Costui dovendo cedere la sua
motocicletta per motivi di salute vede in Fritz un genuino sentimento (un vero
e proprio amore) per la Vincent esattamente come lo provava lui.
E così la
vende al giovane il quale si diverte a scorrazzare sulle strade che salgono sui
monti svizzeri. Il motore era poderoso ma la sospensione posteriore lasciava
alquanto a desiderare. Quindi Fritz agisce come farebbe ogni motociclista “sano
di mente”: progetta un telaio completamente nuovo e se lo costruisce in casa! Ciò
che seguì fu un attento esame dell'arte della progettazione della sospensione
posteriore. Il telaio risultò talmente ben fatto e performante da essere imbattibile
anche nelle gare in circuito. Fonda la sua officina specializzata nel ’68 e con
la Vincent modificata vince il campionato svizzero di corse in salita. Col
tempo i telai Egli sono stati accoppiati a motorizzazioni giapponesi
(principalmente Kawasaki e Honda) preparate per erogare molti più cavalli
rispetto all’unità di serie; e d'altronde la ciclistica permetteva di
sfruttarli tutti quanti. Il tratto distintivo di Fritz è il telaio formato da
un grosso tubo superiore che funge da trave principale (circa 12 centimetri di
diametro) che nel tempo ha migliorato integrando, su suggerimento di un
australiano, una struttura a nido d’ape che ne aumenta notevolmente la
rigidità. Al trave principale sono uniti tubi diritti (sottoposti a forze di
trazione e compressione ma non flessione) che abbracciano il motore seguendo il
disegno dei Norton “Featherbed”. Altra caratteristica delle special Egli è il colore
rosso con cui viene decorato spesso anche il motore. Negli anni ’70 il marchio diviene
noto per le sue elaborazioni su base Honda CB 750 e CBX (chiamata Red Baron) e
Kawasaki serie Z. Di quest’ultima la più famosa, nonché una delle più
leggendarie, è la MRd1. Il quattro cilindri della Z900 viene portato a 1.016
centimetri cubici e ulteriormente potenziato con un turbocompressore ATP che
porta la potenza (negli anni ’70) fino a 180 cavalli! Nel ’79 la versione PS155
raggiunge i 297 chilometri orari (record battuto solo vent’anni dopo) e
accelera da 0 a 200 in 7,1 secondi. Altra preparazione che merita d’essere
ricordata è la Egli-Colani con propulsore Kawasaki. 1.425 centimetri cubici,
turbocompressore, carrozzeria aerodinamica (anche per il pilota) e oltre 300
cavalli di potenza massima. Nel dicembre del 1986 con questo veicolo viene
stabilito il record di velocità sui 10 chilometri a 272,414 orari con partenza
da fermo. In sintesi Fritz ha sempre sfruttato le competizioni in pista e su
strada e i record di velocità per dimostrare la bontà dei propri telai. Nell’81
per esempio con un telaio Egli standard Jacques Cornu fa segnare il nuovo
record sul giro al Nurburgring. Il monotrave di Fritz poteva accogliere dai
mono Yamaha ai sei cilindri Honda garantendo miglioramenti netti delle
prestazioni. Oggi Egli attraverso la sua azienda svolge principalmente
l’attività di importatore per la svizzera di Royale Enfield, Chang-Jiang,
Sachs, Sherco, Rieju, MZ e Norton. Perché si trova su Garage Italiano? Perché
incarna lo spirito un po’ anarchico del motociclista in una terra (la Svizzera)
che apparentemente sembra l’esatto opposto. E perché chi di noi non ha mai
sognato di farsi il proprio telaio sul tavolo della cucina e correrci in
circuito?
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