Nell’85
una motocicletta marchiata MBK e motorizzata con il bicilindrico della Yamaha
RD350 LC, corse la Dakar senza giungere al traguardo.
Pochi
costruttori si sono cimentati nella Dakar con motori a due tempi. Nell’edizione
2016 Sylvain Espinasse ha corso con una piccola Husqvarna 125 concludendo
83esimo (praticamente penultimo). Nel 1995 la Honda EXP-2 di Jean Brucy arrivò
quinta. Prima di loro (escludendo la KTM 495 dell’81) solo la francesissima MBK
tentò l’impresa di attraversare i deserti africani con un motore a due tempi.
Siamo nell’85 e Jean Michel Basset realizza una leggerissima enduro motorizzata
con il bicilindrico a due tempi della Yamaha RD350 LC. La scelta cadde sul
costruttore giapponese proprio per la stretta collaborazione tra Yamaha e MBK.
In quegli anni oltre alle leggere monocilindriche a quattro tempi, stavano
andando affermandosi le grosse e potenti bicilindriche, vere e proprie navi del
deserto. L’idea di Basset era quella di sfruttare la proverbiale leggerezza e
compattezza dei propulsori a due tempi, garantendo al contempo una notevole
riserva di potenza. Con soli 135 chili e ben 65 cavalli l’MBK Innovation 350
(questo era il nome completo della motocicletta) garantiva un rapporto
peso/potenza migliore sia delle mono e molto vicino a quello delle bicilindriche impiegate a metà degli anni ’80
nella Dakar. Per far si che la moto risultasse leggera i serbatoi acqua, benzina
e olio, l’air box e il radiatore maggiorato furono realizzati in alluminio. Le
espansioni del sistema di scarico furono riprogettate per passare all’interno
della struttura del telaio così da garantire forme snelle e maneggevolezza.
Stesso discorso per le sovrastrutture studiate per risultare il meno possibile
invasive durante la guida al punto che il cupolino, ridotto all’osso, non
proteggeva quasi per nulla dall’aria, mentre la coda assomigliava a quella affusolata
di una moto da Gran Premio. L’MBK era un mezzo davvero innovativo e grazie al
peso ridotto e alla notevole potenza garantiva una velocità teorica di circa
150 chilometri orari su terreni sabbiosi. Nonostante queste premesse sia Patrick
Vallet che Pierre Marie Poli, i piloti che la guidarono durante la Dakar
dell’85, non riuscirono a tagliare il traguardo.
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