SR 400 #13 by MOTOR ROCK
Ricordo di aver letto tanto tempo
fa su una rivista, di un team di preparatori giapponesi che sulla base di una
Yamaha YZ 125 a due tempi (moto da fuoristrada) tirarono fuori un mezzo per
gare su asfalto. Ricordo che rimasi affascinato dal risultato (allora nel
mondiale SBK correva la Yamaha R7 con Haga ed il preparatore si era chiaramente
ispirato a quella linea). Era qualcosa che rasentava il misticismo.
Beh ho
scoperto con il tempo che certi customizer giapponesi hanno una conoscenza del
modo delle due ruote ed una capacità di applicare tale know how nelle loro
preparazioni da rasentare la perfezione. In taluni casi superano di gran lunga
gli europei e gli americani. Un caso emblematico è la SR 400 #13 creata dai
giapponesi di Motor Rock. Una deliziosa motoretta nata tranquilla e declinata
in sportivetta da track day con uno stile ’60 che non mi dispiace affatto. E se
considerate che può circolare liberamente anche sulle strade aperte al pubblico
il cerchio si chiude. Adoro i mono, trovo che siano l’essenza del motociclismo
ed ottime basi per special poco costose e realizzazioni da “box di casa”. L’SR
400 poi è un mezzo perfetto per questo tipo di lavori perchè privo di fronzoli
e con un’accessibilità e semplicità meccanica da primato. Basta vedere la #13
per rendersi conto come con pochi e mirati interventi una paciosa motoretta può
diventare una special da far girare la testa. La modifica più evidente è
l’avvolgente carenatura (in realtà i giapponesi hanno una lunga tradizione in
tal senso sulle SR) che avvolge completamente telaio e motore fin sotto il
carter. La parte più bella di questa preparazione? Il telaio completamente
stock da cui non è stato segato via nulla (ad eccezione della pedana sinistra,
removibile, del passeggero). Per il resto la ricetta è classica: alleggerire il
più possibile, mezzi manubri e pedane arretrate per una posizione di guida più
sportiva, gruppo serbatoio/codino con sella monoposto, parafanghi tagliati,
filtro aria e terminale più performanti. Nel caso in specie il freno anteriore
è stato sostituito con un più classico tamburo e molle progressive al
retrotreno. Il tutto condito con una grafica nerissima (ad eccezione della
doppia banda centrale) e delle frecce aderenti. Una piccola sportiva dal costo
basso e dalla resa elevata, da realizzare nel proprio garage come fosse una kit
bike e da portare nel più breve tempo possibile su circuiti tortuosi dove, ne
son certo, darà filo da torcere a motociclette con potenze ben superiori.
Nessun commento:
Posta un commento