LUCA “LUZ” LUZARDI di START AND SPEED
"Perché non fai un’intervista a Luz?”. Una domanda buttata lì durante la
gara di Superbike dalla mia insostituibile amica bionda. “Quando entri da lui
ti dice - Qui si fa la magia-. Io lo considero un artista“. Ora il telefono
resta a mezz’aria e della corsa non mi interessa più nulla (oltretutto il
risultato è scontato). Qui si fa la magia è un’asserzione che se è vera non può
che essere preludio di fiabe motoristiche.
Se invece fosse falsa potrebbe
trasformarsi nel peggiore dei miei incubi. E così mi metto a cercare un po di
informazioni su Luz, al secolo Luca Luzardi di Start and Speed (LINK). Capperi!
Guardo foto su foto dei suoi lavori e mi viene in mente l'epiteto mulciber dato
dai romani al dio Vulcano da intendersi come "colui che addolcisce i
metalli nella forgia”. Perché Di questo si tratta: un forgiatore di sogni a due
e quattro ruote che ha risposto alle nostre domande. Quindi signore e signori,
solo per voi…LUZ.
GARAGE ITALIANO – Non è facilissimo trovare informazioni su di
te. Raccontaci la tua storia ventennale in questo settore.
LUZ – Storia ventennale...
diciamo che e' cominciata un po’ prima quando esistevano ancora vecchie tv a
valvole in bianco e nero. Li fui stregato dalla magia di un film chiamato Easy
Rider visto furtivamente una notte...magia. Al mattino dopo avevo già tagliato
le forcelle della mia graziella e col del nastro adesivo che le teneva unite
affrontavo il mio primo giro di liberta...finendo col culo in terra dopo pochi
metri.
G.I. – Sfogliando la pagina Facebook di Start and Speed ho visto sia auto che
moto. Ti occupi di entrambe? Customizzi e restauri? Intervieni anche sulla
meccanica?
L. – Faccio tutto ciò che
serve agli amici per farli sognare. Da un telaio a delle ruote loro portano i loro
sogni ed io cerco di concretizzarli. Nulla si crea ma tutto si trasforma…solo
piccoli sogni di grandi amici.
G.I. – Ok ora sono curioso. Ho visto Fiat Topolino, taxi con tetti super
ribassati, Mustang del ’67 con minacciose bande rosse, una Saab 96, un Volvo
Valp L3315 dell’esercito svedese, una hot rod, un pick up Ford F1 del ’48, una
Lotus ed un furgoncino con una grossa sega montata sul cassone. Mi spieghi
questa miscellanea?
L. – Si un cliente
appassionato me l’ha commissionata e l’ho trovata in Svezia da un signore che
da oltre settant’anni vive di pura magia a due e quattro ruote.
G.I. – Passiamo alle due ruote. Mi hanno colpito, tra le altre, tre
preparazioni: la piccola Honda bicilindrica scramblerizzata, la Moto Guzzi
Lario con quei due semi manubri avanzatissimi e la Triumph 500 Daytona premiata
con il secondo premio alla Bergamoto. Tanti mezzi a due e quattro ruote di
tutte le nazionalità e tipologie. Hai qualche preferenza?
L. – No. Basta che abbiano
un carburatore. Idem per le moto. Anche se giro prevalentemente in Harley-Davidson
per quel suo rumorino speciale. Amo tutte le tipologie di moto; ne possiedo una
per ogni genere.
G.I. – Per poter lavorare su veicoli così diversi serve esperienza e cultura.
Ciononostante hai uno stile molto personale. E’ mai capitato che le tue idee
divergessero da quelle del cliente? Hai mai ricevuto richieste particolari?
L. – Si. Cerco sempre di
studiare il tipo di veicolo su cui lavoro partendo da quando e nato in
fabbrica. Le mie idee tante volte sono estreme o totalmente diverse da quelle
del cliente. Si prepara un disegno per cercare di capire cosa pensiamo entrambi;
poi si lavora su quello. Richieste particolari...sempre, ma a volte per i costi
il cliente non procede. Comunque sempre pronto a nuovi progetti…proponine uno
tu.
G.I. – Ci sono due tuoi pensieri che mi hanno colpito nel profondo: “Qui si fa
la magia” e “Da noi arrivano clienti escono Amici”. Ti rendi conto che tutto
ciò è rivoluzionario nel momento stesso in cui si concretizza?
L. – Per risponderti dovrei dirti di passare a trovarmi e
tu poi ti darai da solo la risposta. Non sono parole mie ma di amici che vengono
qua.
G.I. – Sono rimasto colpito dalla disposizione a “bacheca” dei veicoli
nell’officina. Idea tua? Da dove nasce?
L. – Da piccolo collezionavo moto e macchinine. A quel
tempo era usanza avere una mensola con tanti ripiani dove tutte le macchinine
venivano posizionate. Ora sono un po’ più grande e la mensola pure.
G.I. – I prossimi progetti a cui stai lavorando?
L. – Un camion Ford 1947; un sidecar 1940 e una moto per volare sul lago salato
in America. Però non posso dirti tutto…non ci sarebbe più la sorpresa della
magia.
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