venerdì 23 gennaio 2015

DAKAR

PORSCHE 959 DAKAR (1986)
Ed eccoci giunti al terzo gradino del podio. E -rullo di tamburi- ha quattro ruote ed è una Porsche! Ebbene si, una macchina…e che macchina. Tra di noi c’e’ stato un attimo di silenzio quando è stata proposta, ma a ben vedere Porsche e Dakar sono nomi indissolubili tra di loro.
Quando nell’82 la FIA modificò radicalmente i regolamenti rally la Porsche colse l’occasione di cimentarsi in questa disciplina con una 911 approntata per lo scopo. Le famosissime e mostruose gruppo B mietevano successi (e vittime) nelle competizioni e passò poco tempo perché la casa di Stoccarda decidesse di creare un modello apposito: la 959 appunto. Numero limitato di esemplari (solo 288), motore boxer a sbalzo di 2.850cc (e 450 cavalli), doppia compressione tramite turbo KKK, sospensioni regolabili, carrozzeria in leghe leggere o materiali compositi e trazione integrale che gestiva tramite un computer la percentuale di trazione da destinare ai due assali e ben quattro set up selezionabili in base alle condizioni dell’asfalto…roba che oggi si trova sulle moto, ma negli anni ’80 erano da considerarsi fantascienza. Poco più di 1.100 chili di puro distillato tecnologico anni ’80 (con un occhio all’ipotetico futuro). Quindi un nuovo modello per i rally gruppo B. Ma la Dakar? Beh la Porsche nel 1984 aveva affrontato la corsa africana per fare esperienza, con una 911 derivata dai rally…ed aveva vinto! Quindi con la 959 creata appositamente era legittimo aspettarsi almeno la conferma. Ed invece nel 1985 nessuna Porsche tagliò il traguardo della Dakar a causa dell’affidabilità e dei ritardi incolmabili dovuti allo sviluppo del motore turbocompresso che fu sostituito con il vecchio propulsore aspirato della 911 da rally. Scemato il progetto gruppo B a causa dei problemi legati allo sviluppo del motore, i tecnici tedeschi si concentrarono unicamente sul prodotto di serie. Presentata nel 1985 divenne l’auto più veloce al mondo (almeno fino a quando uscì la Ferrari F40) e venne approntata per la Dakar dell’86 con il motore turbocompresso originariamente previsto, mitigato nella potenza massima (circa 400 cavalli) per garantire un funzionamento ottimale. Quell’edizione della Dakar verrà ricordata per vari motivi: la morte del padre della corsa africana, Thierry Sabine, la durezza del percorso e le Porsche 959 con la livrea Rothmans che taglieranno il traguardo in prima (Metge), seconda (Ickx) e sesta (Kussmal) posizione. Perché noi di Garage Italiano mettiamo la Porsche 959 sul podio? Perché è la vera supercar anni ’80 che sfidò l’incontrastabile F40, perché era nata per l’asfalto ma vinse anche nei deserti africani e perché è l’unica auto di cui tutti ricordano i colori bianco blu ed azzurro della livrea ufficiale del team quando si parla di Dakar su quattro ruote.










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