mercoledì 22 aprile 2015

YAMAHA

Yamaha TZ 750 e Kenny Roberts: la Storia di un binomio mitico.
Esistono varie categorie di preparatori. Tra le tante mostriamo un amore viscerale per quella dei visionari che una mattina si svegliano e pensano “ehi oggi metto il motore di una MotoGP dentro il telaio di un enduro; monto due ruote che non sono da strada e neppure da off road e vediamo chi ha il coraggio di guidare questo mostro”.
E se credete che sia una pura fantasia allora non conoscete la Yamaha TZ 750 da flat track definita tra le moto piu’ inguidabili del mondo. La storia e’ relativamente semplice. Un giovane Kenny Robetrs non ancora titolato guida la Yamaha XS nel campionato "AMA Grand National Championship" (il dirt track) in cui aveva vinto i titoli '73 e '74. Nel ’75 Gary Scott e la nuova Harley-Davidson XR 750 dominano i primi appuntamenti ed il bionomio Roberts/Yamaha faticano a tenere il passo con la bicilindrica modificata per le corse. Inoltre l’affidabilita’ non piu’ all’altezza (frizioni bruciate, catene saltate e fili allentati) e qualche caduta di Kenny stanno pregiudicando il risultato in campionato. E cosi’ il futuro “marziano” ed il suo meccanico personale Kel Carruthers alla ricerca del vantaggio perso, comprendono che cio’ che manca loro e’ la potenza pura, i cavalli vapore. Nessuno dei due poteva sospettare che sarebbero stati gli attori principali di uno dei capitoli piu’ belli e spettacolari della storia del motociclismo e che avrebbero gettato le basi per la creazione di una motocicletta a cui anche da ferma sarebbe stato imprudente accostarsi senza la tuta di pelle addosso. Quando il progetto comincio’ ad essere noto ai piani alti Carruthers ottenne il motore della Yamaha da velocita’ TZ 700 con cui Roberts aveva vinto a Laguna Seca. In soli cinque giorni il quattro in linea a due tempi da 125 cavalli (50 in piu’ della bicilindrica giapponese) venne letteralmente incastrato dentro un telaio modificato XS da flat track e completato da un set di pneumatici Goodyear specifici. Era nato il mostro che fece esclamare al campione americano la famosa frase “non mi pagano abbastanza per guidare quella cosa”. E’ notizia poco nota che nella realta’ altri piloti avevano guidato la Yamaha TZ 750 prima di Roberts. Tra questi ricordiamo Rick Hocking, Steve Baker, Randy Cleek e Skip Aksland che pero’ non avendo il controllo di “King” Kenny e non essendo assistiti da Carruthers ottennero risultati solo marginali. Inoltre la Yamaha non fu la prima due tempi pluricilindrica in griglia. Erv Kanemoto appronto’ una Kawasaki tre cilindri per i suoi piloti Gary Nixon, Don Castro e Scott Brelsford. Sebbene avessero riscosso un discreto successo nelle gare locali, in quelle nazionali pur avendo un’erogazione meno spigolosa delle Yamaha mancavano di affidabilita’. Si diceva che dopo le gare Kanemoto scendesse in pista per recuperare i pezzi persi dalle sue Kawasaki. La TZ 750 si caratterizzava per l’incredibile velocita’ che poteva raggiungere alla fine dei rettilinei (150 miglia ovvero circa 240 chilometri orari) ma anche per la cronica mancanza di grip, per la voracita’ con cui divorava il pneumatico posteriore e per il difficoltoso bilanciamento tra acceleratore e trazione in uscita dalle curve. Per mitigare l’erogazione scorbutica, nelle ultime gare della stagione '75 Carruthers aveva escogitato un controllo di trazione meccanico ante litteram: un interruttore che inibiva la scintilla ad un cilindro se il pilota ne avesse avuto bisogno. La moto esordi’ ad Ascot con altri piloti ma la gara per cui verra’ ricordata e’ quella di Indianapolis. Roberts arrivo’ ad Indy senza aver visto la moto completa tanto che la regolazione di leve, manubrio e sella furono fatte in loco. Era nota a tutti la potenza del quattro cilindri giapponese ed altrettanto evidenti sembravano le difficolta’ di trazione che il giovane pilota americano avrebbe incontrato in gara. Eppure vinse la prima semifinale per accedere alla batteria finale in cui duello’ con i piloti Harley-Davidson. Jay Springsteen e Corky Keener partirono rapidamente e condussero la gara in testa alternandosi al comando. Fino a quando l’urlo spaventoso del due tempi annuncio’ l’inizio di una furiosa rimonta. Mentre Keener ritardava l’ingresso in curva e tentava di avvisare il compagno di squadra, Roberts comincio’ a sfruttare la sponda delle balle di paglia ed a disegnare inusuali traiettorie spigolose che spezzavano le curve cosi’ da poter tenere l’acceleratore piu’ aperto e sfruttare l’enorme potenza del suo motore senza perdere trazione. Il resto e’ storia. All’ultimo giro i tre piloti viaggiavano uno dietro l’altro  con Roberts in terza posizione, fino a quando sul rettilineo, spalancato il gas, come una saetta supero’ tutti quanti tagliando per primo il traguardo. La gara di Indianapolis trasformo’ un buon pilota in una leggenda e qualcuno disse addirittura che quella fu LA gara di Kenny, partito con tutti i pronostici contrari su una motocicletta considerata inguidabile. Dopo aver vinto al debutto Roberts utilizzo’ la TZ 750 in altre due occasioni senza grandi risultati fino a quando decise di tornare in sella alle vecchie XS. Alla fine della stagione le prestazioni mostruose della Yamaha obbligarono l’AMA per questioni di sicurezza a riscrivere il regolamento vietando di fatto  l’utilizzo di motociclette simili.








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