CARLO
GUZZI
Qui
a Garage Italiano ci siamo posti una domanda: quanto incide il DNA del
fondatore nella caratterizzazione di un marchio di motociclette? Per esempio
esiste una marca che ha sperimentato le più svariate architetture di motori,
che attualmente produce l’unico propulsore a V trasversale al mondo raffreddato
ad aria, che ha vinto oltre 3300 competizioni, che ha quasi 100 anni (e non ha
alcuna intenzione di mollare) e che è italiana.
Normale 1921
La Società anonima Moto Guzzi fu fondata il
15 marzo 1921, con un capitale di 500.000 lire. Venne allestito uno
stabilimento di 300 metri quadrati a Mandello del Lario (perché ricca di operai
specializzati nella metallurgia) con nove torni, due fresatrici, una rettifica,
una limatrice, due fresette, un trapano, una trancia, un forno elettrico, gli
attrezzi da banco, gli strumenti di precisione e varie scorte di materie prime
e semilavorati. Nel giro di qualche anno la capacità produttiva dell'azienda
crebbe in modo sostenuto e conseguentemente modelli sportivi e partecipazioni a
gare nazionali e internazionali divennero un imperativo di mercato importante
per espandere la produzione di serie. Carlo riteneva che le corse non fossero
un banco di prova sufficiente per sperimentare nuove soluzioni; era convinto
che la ricerca di nuove tecnologie fosse portata avanti nel reparto sviluppo.
Per questo motivo aveva fatto approntare un motore con parti intercambiabili
così da poter sperimentare personalmente ed empiricamente i più disparati
componenti. Questo muletto fu soprannominarlo “Esagera”. Per fortuna la Moto
Guzzi s'impegnò nelle gare fin dal suo primo anno di vita, con i risultati che
abbiamo accennato all’inizio. Con il tempo la brillante mente di Carlo portò a
un incremento considerevole della produzione grazie alla vendita dei modelli in
Italia prima e all’estero poi e infine con le commesse statali. Le motociclette
progettate da Carlo divennero in breve tempo imbattibili sui più disparati
campi di gara; il Tourist Trophy fu conquistato nel '34 con Stanley Woods e nel
‘37 con Omobono Tenni (soprannominato per tale impresa “The Black Devil”).
OMOBONO TENNI su MOTO GUZZI al TT del 1937
Una
delle Moto Guzzi più vincenti di tutti i tempi fu la bicilindrica 500 con V di
120 gradi del ‘34 (Carcano sarebbe stato assunto qualche anno dopo). Dopo la
seconda guerra mondiale Carlo comprese le mutate necessità del paese e
reindirizzò immediatamente i progetti su nuovi modelli di tipo utilitario. Per
le esigenze della ricostruzione venne approntato un motocarro robusto e
maneggevole (Ercole 500), mentre per
motorizzare rapidamente il paese si puntò su un prodotto economico (Guzzino). Quest’ultimo
nel triennio ‘46-‘49 fu prodotti in 50.000 esemplari divenendo il mezzo più
diffuso tra operai, agricoltori e medici condotti. Partito da un prezzo di
159.000 lire all'inizio degli anni ‘50, scese a 99.000 lire nel corso del
quinquennio. Per le cilindrate maggiori il modello di successo fu il Falcone
con lo storico ed inossidabile monocilindrico orizzontale per il quale Carlo in
persona progettò la prima forcella anteriore rovesciata della storia. Nel
frattempo un nuovo tipo di veicolo andava affermandosi: lo scooter. Anche in
questo caso fu creato qualcosa di straordinario che riscosse un grande successo:
il Galletto. Originale nell’impostazione generale si caratterizzava per le
ruote alte, la robustezza, il telaio portante e l’adattabilità ai differenti
tipi di terreni (soprattutto di campagna). Anche l’impegno agonistico nel
dopoguerra riprese con modelli sempre all’altezza della fama della Moto Guzzi.
I mono e bicilindrici progettati negli anni ’30, evoluti e migliorati
continuavano a vincere nelle gare di velocità contro motociclette più nuove e
potenti.
MOTO GUZZI FALCONE
MOTO GUZZI GALLETTO
Grazie alla linea di modelli pensati da Carlo il marchio conobbe
un'inarrestabile espansione fino agli anni cinquanta, quando arrivò ad avere
quasi 1.600 dipendenti e 23 dirigenti. In quel periodo soleva dire agli ospiti
che si presentavano nello stabilimento " qui ci sono dei gran dottori ma
se a qualcuno fa male la pancia non ce n'è uno che lo sappia guarire!".
All’inizio degli anni ’60 per la prima volta l’andamento del valore degli utili
precipitò drammaticamente. Il cofondatore rimase alla testa del reparto
progettazione fino al 1961 (l’ultima creazione fu la Lodola). Ritiratosi a vita
privata morì il 3 Marzo del 1964. Due anni dopo l'azienda fu posta in
liquidazione e rilevata dall'Istituto mobiliare italiano (IMI). Oggi la Moto
Guzzi risiede ancora nello storico stabilimento di Mandello del Lario. Carlo
Guzzi incoraggiava costantemente i suoi tecnici a intraprendere strade nuove e
a percorrerle fino in fondo. Rimase sempre un innovatore, sviluppò moto di ogni
tipo, esplorò configurazioni motoristiche sconosciute, fu il primo a costruire nel
1950 una galleria del vento (tutt’ora funzionante) in scala 1:1 per lo studio aerodinamico
delle motociclette (si dice che quando veniva accesa assorbisse talmente tanta
energia che le luci del paese si abbassavano). Grazie alla galleria del vento
videro la luce il famoso becco aerodinamico e le carenature a campana.
GALLERIA DEL VENTO
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