mercoledì 24 giugno 2015

DAIHATSU TREVIS

#3 UFO by ENZO BOLLANI
(dacci oggi il nostro avvistamento quotidiano)
Non c'è 2 senza Trevis. Di finte Mini ce ne sono un'infinità. Tralasciando le tantissime varietà prodotte su licenza dalla British Leyland, ai tempi che furono, in molti si sono cimentati nei vari peggioramenti dello storico disegno di Alec Issogonis.
Un premio speciale al cattivo gusto va senz'altro consegnato a chi ha sbagliato Mira. Parlo della Mira Gino (in spagnolo: "guarda Gino", in italiano utile al tiro al bersaglio, che non credo sia Gino Paoli), tradotta ed esportata nei vari Paesi masochisti con un ben più conciso Trevis. Si narra che il nome sia stato dato, per i mercati esteri, per omaggiare Federico Fellini e la Dolce Vita, ma spesse volte gli omaggi migliori consistono nel silenzio. La keycar in questione, comunque, si basa su una paciosa e affettuosissima Cuore, già dedicata a suo tempo a chi avesse il buon cuore di acquistarla, e cambia per quei dettagli più obro che retro, che poi tanto dettagli non sono: il muso interamente in stile finto Mini, per esaltare il vorrei ma non posso; posteriore in stile Mini, per continuare a farsi del male. Oggi, in Italia, stimerei una sopravvivenza di almeno 3 Trevis. Le altre 33 le hanno comprate i trentini, per un autoscontro della zona. Stranamente, la Trevis fotografata ieri è in via Montenapoleone. Vorrei ma non posso o potrei ma non voglio? O forse è caduta dal portafoglio di qualche giapponese, incastrandosi su una targa italiana? Il dilemma è servito, all'ora di pranzo. Ma a qualsiasi ora, non è per i deboli di cuore, o di stomaco. Di certo, per proporre una cosa così, ci voleva del fegato. Senza che nemmeno in Daihatsu se ne accorgessero, la Trevis é uscita di listino da un lustro.



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