M2 CYLCONE “CHERRY SALT” by PLAN B MOTORCYCLES
Ricordate il cartone animato dei
Jetson? E la saga di ritorno al futuro? A volte il futuro non assomiglia per
nulla a quello che ci eravamo immaginati ed altre volte invece (e per fortuna) coincide
quasi perfettamente. Prendete per esempio la Buell M2 Cyclone del ’99 “Cherry Salt“ di Plan
B Motorcycles con la sua carena avveniristica.
Ricorda molto il dragster motorizzato BMW di Lucky Cat Garage ma
con differenze sostanziali (e piacevoli) perché l’idea non era quella di copiare ma di
creare una vera e propria moto alternativa per competere sul medesimo miglio
della gara di Glemseck 101. La motorizzazione innanzitutto, un bicilindrico
Buell (o sarebbe meglio dire Harley-Davidson?) con 50 centimetri cubici in più
rispetto ai 1.203 originari, teste lavorate, pistoni ad alta compressione
Wiseko, assi a camme Andrews, carburatore Mikuni HSR42, nuovi scarichi ed un
regolatore Twin Tech per accordare come un violino il propulsore a tutti i
regimi; frizione Barnett e trasmissione finale da cinghia a catena così da
permettere una più rapida modifica della
rapportatura finale. Il telaio è rimasto pressochè l’ottimo Verlicchi di serie.
Naturalmente la posizione di guida distesa ha imposto gli adattamenti del
caso. La parte posteriore è stata sostituita con un cortissimo sellino
monoscocca lasciato a nudo. E dove prima erano montate le pedane del passeggero
ora trovano posto quelle personalizzate per il pilota. Anche il serbatoio
concorre a migliorare la posizione di guida; realizzato nell’officina di Plan B
da fogli di alluminio lavorati per contenere 12 preziosissimi litri di benzina,
si amalgama al corpo del pilota grazie a due svasature per le ginocchia, al
pozzetto per alloggiare il casco (migliorando la penetrazione aerodinamica) e ai nuovi semimanubri anteriori. La carenatura strettissima segue gli stessi
dictat quindi avvolge l’intero blocco moto-pilota creando un guscio (che
assomiglia ad un proiettile) con poche aperture (un paio per raffreddare il
motore e una terza centrale per inserire un faretto). La ciclistica si completa
con una forcella anteriore prelevata da una GSX-R (con annesso sistema
frenante) ed un posteriore particolare costituito da un forcellone vincolato ad un
ammortizzatore montato sotto il basamento del motore e con un attuatore elettronico
che ne modifica l’altezza (e quindi il centro di gravità) adattandolo alle
forti accelerazioni ed all’aderenza del fondo, migliorando conseguentemente la
prestazione generale sull’ottavo di miglio. E se pensate che tutto questo ben
di dio sia opera di qualche preparatore transalpino o tedesco o americano…beh
vi sbagliate di grosso. Plan B Motorcycles è italiano al cento per cento. Il
nome del loro “siluro” deriva in parte dal codice identificativo del colore
rosso (usato per la carenatura) ed in parte alla distesa salata di Bonneville.
Volendo chiudere il cerchio e riallacciandoci all’introduzione, Plan B
Motorcycles è un laboratorio di "neo-cafè" dove le idee prendono
forma alimentate dall’amore per un look classico unito alla costante ricerca
delle migliori prestazioni. Ogni progetto è un viaggio, e ogni moto sembra fatta per esplorare forme e materiali miscelando tecnologia con tradizione e dando vita a moto artigianali con un'anima racing create attorno
al pilota. E' così che dovrebbe essere. Ed è così che fanno loro.
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