SR250 by FIRST NOTION
“La
Yamaha SR 250? Una motina per iniziare. Una robetta per neofiti. Appena avrai
imparato a usare la frizione cercherai qualcosa di più potente e ti resterà sul
groppone perché nessuno la vuole”. Ecco cosa dicono alcuni dei miei conoscenti
della piccola giapponese. Per fortuna sbagliano e anche di grosso.
Guardate
infatti cosa hanno tirato fuori quelli di First Notion (officina belga) dal
mono 250. E se vi state chiedendo chi siano questi ragazzi sappiate che nella
loro scheda la voce che colpisce per prima è una disamina semplice su ciò che
fanno (costruzione di moto da zero, modifiche spettacolari, installazione e
messa a punto sospensioni, restauro, diagnostica parti elettriche, lavorazioni,
saldature) e ciò che non fanno (intervalli e lavori di manutenzione sui
cinquantini)...più chiaro di così! Quindi va da se che la SR non avrebbe
prestato il fianco a qualche camoufflage urbano come se ne vedono troppo spesso in
giro. E difatti il progetto gli è letteralmente sfuggito di mano (sono parole
loro). E se prima questa “motina” risultava un economico e solido mezzo per
spostarsi tranquillamente dal punto A al punto B ora è sempre un mezzo
relativamente economico ma più godereccio (e sexy) che fa urlare il cuore di
gioia. Ciononostante non aspettatevi una lunga lista di pezzi unici quanto piuttosto una radicale azione sovversiva tesa a eliminare l'eccesso. Il
telaio per esempio è stato letteralmente “violentato” con una smerigliatrice che ne ha scoperto la
bellezza primordiale. E dal momento che serviva una pur minima porzione
posteriore dove sedersi, è stato aggiunto un sottilissimo telaietto saldato al
TIG e completato con un serbatoio (di un’RD50) ed uno striminzito codino entrambi
in lega (il faretto sul retro è largo si e no un pollice scarso!). Se aguzzate bene la vista scoprirete una sella in pelle (italiana)
liscissima e pezzi in fibra di carbonio a gogo, sospensione posteriore Andreani
di una 600RR, pinza anteriore Brembo, tubi in treccia e pompa freno R1.
Aspirazione e scarico sono stati “liberati” quel tanto che bastava per potersi
adeguare al nuovo stile di guida godereccio dal punto A al punto B; semimanubri, comando
Tomaselli, manopole Domino, pedane arretrate, fanali rimpiccioliti…insomma la
piccola SR è diventata un fuso sottilissimo (o una katana) per fendere allegramente il
traffico e correre veloci nei tratti autostradali (ok ok senza carena l'aria è un bel problema...ma volete mettere il divertimento dei primi chilometri?). Perché in fondo la necessità impellente non era
quella di creare la più veloce cafè racer in circolazione ma la più gustosa, capace di regalare nuovi brividi alla guida rimanendo una vera one off. E se vi
dovesse capitare di trovare tra gli annunci della domenica una piccola mono
giapponese a poche centinaia di euro ora avete l’ispirazione ed una ricetta di
base; sale e pepe decidete voi quanto ne serve.
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