MODERNA E RETRO’ MA SEMPRE VELOCISSIMA
C’è
tutto quello che ci si aspetterebbe da una Indian degli anni d’oro delle corse
americane, dei board track e dell’era pioneristica della velocità in circuito
ma con una base moderna. E se da un lato Indian con la sua Scout ha centrato in
pieno lo spirito della sua progenitrice, Roland Sands ha fatto altrettanto con
la sua special preparata per il Wheels & Wves di Biarritz…a partire dalla
forcella anteriore!
Si tratta di un pezzo unico costruito appositamente per
questa motocicletta, con la classica conformazione di quelle anni ’20 e con
l’aggiunta di un mono Ohlins centrale TTX da mountain bike pluriregolabile. Il
progetto è caratterizzato da linee pulite e per questo motivo il grosso
radiatore centrale di serie è stato sostituito con altri elementi più piccoli e
visivamente meno invasivi, dal momento che anche il telaio è stato cambiato con
uno totalmente nuovo. In pratica, come fosse il sogno del cappellaio magico del
mondo di Alice, Sands ha smembrato e ricostruito uno Scout moderno
immaginandolo come fosse quello degli anni ’20. Ecco perché il telaio originale
d’alluminio è stato accantonato per una struttura in tubi al cromo-molibdeno
più leggera e con quote ciclistiche più “aggressive”, ispirata nella forma al
Progetto 156 e, in parte, anche al telaio dello Scout originale. Per le
sospensioni, oltre alla forcella anteriore di cui si è già detto, dietro è stato
utilizzato l’ammortizzatore di una Panigale (proprio come fatto con il Progetto
156) posizionato come nella moto italiana e vincolato ad un forcellone
bibraccio in tubi con capriata di rinforzo superiore. Oltre ad un innumerevole
quantità di parti marchiate RSD, su questa special è stato montato uno scarico
in acciaio specifico e un finto serbatoio dell’olio utilizzato per nascondere
buona parte della componentistica elettronica “modera”. Per il resto si è
cercato di mantenere un aspetto volutamente crudo e non rifinito come si
conviene con i migliori prototipi da corsa. Quindi tubazioni a vista, fascette
che stringono fili elettrici, mascherina piatta per mimetizzare i piccoli
faretti e serbatoio sottocanna; il tutto chiaramente ispirato al passato della
Indian ma con evidenti richiami anche alla produzione attuale e al futuro della
gamma. L’idea era quella di creare una Scout vecchio stile ma ben più veloce e
prestazionale della progenitrice che ha corso dagli anni ’20 ai ’50 su tutti i
circuiti americani. Il tocco finale è dato dalla verniciatura che utilizza l’iconico
rosso tanto caro al marchio, e il nero per snellire alcuni elementi moderni
come i radiatori appunto. Non è il classico gioco del remake dove il passato
viene citato per invogliare a far piacere l’oggetto. Si tratta piuttosto di un
notevole lavoro di customizzazione che richiama elementi dei modelli più
significativi prodotti da Indian, senza però scimmiottarli. Difatti come per la
Scout originale le prestazioni erano il dictat del suo DNA, allo stesso modo su
questa special sono stati utilizzati elementi pregevoli per garantire quelle
performance e quella sportività che sulla Scout non possono mancare.
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