COME PROGETTARE E
COSTRUIRE UNA MOTOCICLETTA PER LA PISTA...IN CASA!
Certe volte gli
eventi si devono incastrare nel momento giusto per poter funzionare a
prescindere dalla loro qualità. E’ il caso di Pietro motociclista come noi,
conosciuto virtualmente, che un giorno ha mandato un messaggio con su scritto
“sto progettando una motocicletta da pista; vi va di parlarne un po’?”. E’
stata un’illuminazione perché dopo la notizia che Honda quasi certamente
dall’anno prossimo toglierà dai listini la sua CBR600RR, ci era venuto in mente
l’insana idea di rendere gloria a questo modello acquistandone uno per
utilizzarlo unicamente in pista.
GARAGE ITALIANO - Innanzitutto le presentazioni. Chi sei, cosa fai
nella vita, quali sono le tue “credenziali” per decidere d’affrontare un
progetto di questo tipo e come ti è venuta in mente quest’idea? E soprattutto,
davvero vorrai costruirla?
PIETRO - Mi chiamo
Pietro, ho 23 anni e studio ingegneria meccanica al Politecnico di Bari. Nel tempo
libero, oltre a tutti gli altri hobby tipici dei ragazzi di quest'età, mi
dedico a ciò che avete detto poc’anzi. Spesso si pensa che chi si vuole
dedicare ad un progetto di tale entità abbia solo la testa per fare quello,
dimenticandosi del resto. Nulla di più sbagliato dal momento che comunque vivo
la mia vita come un normale ragazzo di 23 anni divertendomi e godendomi la vita
(sempre nei limiti del possibile dati gli impegni universitari). Sin da piccolo
ho amato le motociclette grazie a mio padre (Honda XL 600 e Hornet 600) e a mio
zio (Yamaha FZR750 Genesis prima e CBR 600 F dopo) che mi hanno inculcato la
passione per le due ruote, soprattutto sportive, coltivata nel tempo insieme a
quella per le auto. A 5-6 anni, mio padre mi parlava delle Bimota descrivendole
come delle motociclette mitiche. Stesso discorso quando uscirono sul mercato le
varie R1 e R6, moto stupende. Quando andavo da mia nonna passavo buona parte
del mio tempo a fissare la CBR600 immaginando viaggi e gare in pista. La scintilla
che mi ha spinto a progettare una moto da pista è stata l’inadeguatezza di ciò
che guido attualmente. Ad essere onesti se avessi avuto per le mani una
supersportiva avrei sviluppato parti speciali per quello specifico modello, ma
non sarei andato oltre. Le mie "credenziali" sono date non tanto da
ciò che studio, quanto dalla mia passione che mi ha spinto ad acquisire (da
autodidatta) molte competenze in materia che mi torneranno sicuramente utili nel
futuro. L’idea è di costruire una moto, in esemplare unico, con un’identità ben
definita, che rispecchi me e i mie desideri.
G. A: - Quali sono le prime difficoltà di chi vuole progettare una
motocicletta dedicata all’uso in pista?
P. - La difficoltà
principale, come in ogni progetto, sta nel sapere cosa si vuole. Durante
l'estate ho collaborato con un ingegnere civile è soleva dire che "è più
importante sapere dove arrivare ma non sapere come arrivarci che sapere come
arrivare da qualche parte ma non sapere dove andare". Bisogna avere idee
ben precise prima, perché una volta avviato il progetto tornare sui propri
passi può rivelarsi molto doloroso. Bisogna fissare dei punti programmatici per
aiutarsi durante lo sviluppo, per capire realmente cosa si vuole ottenere. Dal
punto di vista puramente tecnico, invece, le difficoltà sono relative perché
esiste una soluzione per tutto.
G. A: - A quali modelli da pista ti stai ispirando per la tua
motocicletta?
P. - Yamaha YZR500
OWK-1, Aprilia RS3 Cube, Ducati GP800 del periodo fortunato di Stoner…ogni
modello ha qualcosa d’interessante che m’ispira in fase di progetto. L’NR500
del 1984, ad esempio, aveva i cerchi in fibra di carbonio; la Brough Superior che
ha gareggiava in Moto2 aveva la monoscocca in fibra di carbonio. Anche il mondo
delle automobili è una grandissima fonte d’ispirazione. Vorrei provare ad
integrare soluzioni di uso comune sulle auto da pista, e progettare una
motocicletta che prenda il meglio da entrambi i settori come è stato fatto, per
esempio, con le famose alette delle MotoGP che hanno permesso d’abbassare i
tempi sul giro. Un'altra cosa che secondo me terrà banco nei prossimi anni sarà
l'utilizzo di scarichi ad “effetto Coanda”, utilizzati in Formula 1. Lo scarico
integrato nella parte inferiore della carena (quindi senza sporgenze) può
portare ad ottenere un flusso aerodinamico più favorevole rispetto agli attuali
sistemi di scarico con evidenti vantaggi nei tratti più veloci. Sarebbe
pazzesco avere una moto con le ali come in MotoGP ed una
"carrozzeria" dalla maggiore efficienza aerodinamica grazie ad una
forma tridimensionale molto più "pulita".
G. A: - Hai dei punti fermi, dei “dictat” da rispettare nel progetto?
Perché?
P. - Assolutamente
si: il motore della CBR600RR che pur non raggiungendo gli alti regimi dell’R6 e
nonostante il gap di potenza rispetto a Kawasaki 636 e Suzuki 600 (senza
dimenticare le “europee” di cubatura superiore ma frazionamento minore), è una
certezza assoluta, leggero (circa 40 chili), equilibrato nelle prestazioni e ottimo
per quanto riguarda i costi e i materiale. Arrivare a 140-145 cv non è
un'utopia, anche se è comunque difficile. Si parla di potenze specifiche
prossime ai 240 cv/litro che è un valore incredibile, soprattutto se paragonati
ai dieci cilindri aspirati delle Formula 1 di alcuni anni fa che orbitavano
intorno ai 320 cv/litro. Pensare di tirare fuori un motore a quattro cilindri
da 240 cv/litro è roba da MotoGP. Un altro caposaldo del progetto è l'ampio
utilizzo di materiali compositi per contenere il peso e garantire elevate
prestazioni senza “spremere” troppo il motore.
G. A: - C’è qualche particolare curioso che vorresti avesse la tua
motocicletta?
P. - Mi piacerebbe
fosse presente una centralina programmabile dotata di datalogging e liberamente
configurabile dall'utente con infinite configurazioni, ma mantenendo di base
tre programmi standard regolati su tre diversi livelli di potenza. Inoltre mi
piacerebbe molto che questa centralina fosse dotata di traction control
(anch'esso liberamente configurabile fino a disinserirlo totalmente).
L'elettronica può essere un grandissimo asso nella manica di questa moto.
G. A: - Hai già previsto costi e attrezzature necessarie a realizzare
il tuo progetto?
P. - Ho previsto un
budget intorno ai 20.000 euro. Per quanto riguarda le attrezzature il problema
principale deriva dagli stampi degli elementi in compositi, ma oltre quello
tutto ciò che mi serve è roba che non è difficile da trovare.
G. A: - Ti sei già prefissato un record da battere (tipo il miglior
tempo sul giro in qualche circuito a te preferito)?
P. - Non ho
prefissato alcun record da battere, però ci sono dei circuiti in cui mi
piacerebbe girare come ad esempio Potrero de Los Funes, oppure i circuiti
giapponesi di Suzuka, Fuji Speedway e Motegi Twin Ring, oppure il Red Bull Ring
o il Nurburgring GP Strecke oppure Oulton Park in Inghilterra, per non parlare
degli stradali di Macao. Siuramente un sogno ricorrente è quello di riuscire a segnare
un tempo da brividi all’Isola di Man.
P.S. se avete
domande (soprattutto tecniche) o curiosità, scriveteci e noi vi risponderemo.
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