BLACK IS THE NEW BLACK
La
prima regola che s’impara bazzicando il mondo della moda è che il nero sta bene
con tutto perché spezza le cromie senza essere invasivo, contorna e catalizza
l’attenzione in modo discreto. Inoltre fa risaltare le proprie sfumature su
fotografie in bianco e nero e a colori. In sintesi il nero è universale. Ma è
anche una caratteristica delle special realizzate da Anvil Motociclette che si
fanno notare per lo stile pressochè inimitabile e vagamente wild.
Prendete per
esempio la Revenge, una Moto Guzzi V9 realizzata per la prima stagione del
programma “Lord of the bikes”. Nera, con un aspetto vintage, dotata di un sidecar
e con un’aria da giramondo che spazia dalle fredde steppe russe alla calda
sabbia del Sahara, passando per il centro di Praga. La formula del contest
prevedeva un budget da rispettare (3.000 euro) motivo per cui il primo problema
è stato quello di recuperare un side robusto, compatibile con la V9 e a buon
mercato. La soluzione è arrivata dall’est e più precisamente dalla Moldavia
dove hanno scovato un elemento impiegato su Ural e BMW a cui hanno modificato
l’interno (ora di legno di rovere), il cerchio (da 17 accoppiato a un
pneumatico automobilistico anni ’50 per fare il paio con altri identici montati
sulla motocicletta), la vernice e lo stile grazie al fregio in rilievo e al
cestino da pic nic. In generale l’aspetto della Revenge ricorda i sidecar da guerra
a partire dai copristeli anteriori simili alle telescopiche BMW accoppiati al
faro Lucas. Se alcuni particolari originali (piastre forcella, pedane e
relativi comandi) sono stati lavorati per renderli più “morbidi” nelle forme,
altri sono stati sostituiti (comando del gas Harley-Davidson, manopole a
botticella a righe, manubrio Norton Commando America sella monoposto) o
impreziositi come le leve freno e frizione fasciate in pelle. Altri interventi
colpiscono per la loro originalità come ad esempio il parafango posteriore ex
Harley-Davidson anni ’40 modificato per la V9 con faro old style, le cinghie in
cuoio sistemate dietro la seduta per trattenere una coperta da pic nic, la
chiave d’accensione posizionata (e mimetizzata) tra la base del serbatoio (ex BSA
Spitfire) e la sella, gli ammortizzatori Bitubo realizzati specificamente su
specifiche Anvil, i fianchetti che ispirati a quelli del V7 originale e
l’impianto di scarico in titanio realizzato da Zard dallo stile vintage.
Interventi più “tecnici” sono stati telaio il classico archetto che per
chiudere la porzione posteriore del telaio, la forcella anteriore sfilata sulle
piastre e la vernice termoragginzante (ovviamente nera) con cui è stato dipinto
il propulsore. Cosa rimane di questo lavoro? Semplice, l’idea di un mezzo in grado
di portarti ovunque, che se ne frega se qualche sasso scalfisce la verniciatura
e che permetterà (per una volta) di non rinunciare a qualche bagaglio in più
(compresa la tenda da campeggio) perché il sidecar oltre alla ruota da automobile
ha anche il bagagliaio.
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