venerdì 4 maggio 2018

La Supersport è più bella della Superbike!

La Supersport come la Superbike dei tempi migliori? Secondo no si, e vi spieghiamo il perchè.
Ricordate le entrate assassine in staccata di Fogarty? E le acrobazie di Falappa? E il duello Bayliss/Edwards? Ebbene se la Superbike sembra soffrire per la mancanza di spettacolo in pista (con rare eccezioni) la Supersport con la defezione forzata di Sofuoglu sta vivendo un momento magico.
Ecco una veloce “fotografia” di freddi numeri: quattro vincitori diversi nelle prime quattro gare (Mahias, Krummenacher, Cortese e Cluzel), i primi tre in classifica racchiusi in sette punti (Mahias, Krummenacher, Cortese) con il quarto (Cluzel) e il quinto (Caricasulo) rispettivamente a 21 e 22 punti di distanza dal primo, sei Yamaha nei primi dieci posti (ma c’è pure L’MV Agusta di De Rosa e le Honda di Tuuli e Smith) e con la prima Kawasaki (privatissima) in undicesima posizione con West. Le gare sono tiratissime, con finali spesso in volata e sul filo dei centesimi di secondo. Le prime quattro gare ci dicono che il campione in carica (Mahias) ha vinto una sola gara e ha mancato il podio ben due volte ma la costanza dei piazzamenti gli garantisce la testa della classifica. A inseguirlo è il rientrante in Supersport Krummenacher, ex Kawasaki e ora yamahista convinto e pretendente al titolo 2018 al pari di Cortese (terzo) novizio della categoria ma in sella alla moto giusta (l’R6) e forte di un background sportivo che fa ben sperare lui e il team dopo la conquista del podio al debutto e la vittoria già alla terza gara. Infine Cluzel, l’eterno secondo, che con la Yamaha (e senza il rivale storico Sofuoglu) stà portando avanti un campionato consistente e si spera redditizio a fine stagione. E se da un lato la nuova regina della categoria è proprio la Yamaha, la verdona di Akashi sta vivendo una fase calante in pista dovuta principalmente all’aver puntato in questi anni unicamente sul turco come prima guida. Ci fa piacere citare l’MV Agusta che con De Rosa finalmente è riuscito a centrare il podio nell’ultima gara lasciando sperare per il prosieguo del campionato sia per il costruttore che per il pilota. In sintesi le gare sono combattute e spettacolari, cinque costruttori si giocano chance di salire sul podio a ogni gara (Yamaha, Honda, MV Agusta, Kawasaki e Triumph) e i piloti pretendenti al titolo formano un poker straordinario (ma ci aspettiamo che almeno un paio d’italiani possano entrare nel novero dei papabili). Il tutto grazie a un regolamento che non mortifica le prestazioni tra le varie tipologie di propulsori perché, di fatto, non permette chissà quali alchimie misteriose per aumentare le prestazioni più di quanto sia necessario. Per questi motivi riteniamo che la Supersport sia in fase ascendente e possa “rubare” le attenzioni degli spettatori alla Superbike che, a questo punto, potrebbe prendere spunto proprio dalla categoria minore per rinverdire i fasti di un tempo. 




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