SILVER/RED
BIRD
Si
fa un gran parlare in quest’ultimo periodo della pubblicità della Opel Mokka
dove il protagonista dello spot scherza un pò troppo allegramente con un gruppo
di biker. Il web tra le altre cose ha sfornato diverse parodie in merito con
finale “tragico” per l’automobilista.
Eppure il legame tra il marchio (ex)
tedesco e il mondo delle due ruote è storicamente radicato nella sua storia fin
dagli albori. Difatti la Opel di Rüsselsheim si dedicò alla produzione in serie
di motociclette già agli inizi del secolo scorso; addirittura è stato uno dei
primi produttori di moto in Germania. Nel ‘25, la divisione moto fu smantellata
per destinare l'impianto di produzione alle automobili. Ma già nel ‘27 si
lavorava ad un nuovo prototipo a due ruote che avrebbe visto la luce qualche
anno dopo con il nome di Opel Motoclub (noto anche come Motoclub 500). Per
questo motivo nel ’28 vennero acquisite le officine Elite-Diamant compresi i
diritti per la produzione di una motocicletta con telaio in acciaio e forcella
oscillante progettata da Ernst Neumann-Neander, la Neander P3 (da cui deriverà
appunto la nuova 500 della Opel).
La caratteristica principale della Motoclub
era il telaio realizzato con pezzi di lamiera acciaio pressata e rivettati tra
di loro. Ciò permetteva di ridurre i costi e i tempi di produzione (scesi da
una media di 20 ore alle 4 necessarie per assemblare una Opel).
Contemporaneamente il telaio risultava più durevole e rigido rispetto ad
un’unità convenzionale. Altra peculiarità era la verniciatura..assente. Ernst
Neumann-Neander aveva sviluppato la finitura per galvanizzazione delle lamiere
che riduceva i costi e proteggeva dalla corrosione. Altro vezzo era la sella
(ribattezzata “seat club”) montata a sbalzo su un sistema di molleggio che
sfruttava foglie di lamiera ed elementi ad aria. Per aumentare il comfort la
sospensione anteriore venne ridisegnata completamente combinando elementi in
lamiera stampata con pattini e balestre; il retrotreno era ad assale rigido. La
Motoclub pesava circa 135 chili, aveva una lunghezza totale di 2.200 millimetri
e montava cerchi da 26 pollici. Il propulsore era un monocilindrico di 496
centimetri cubici declinato in due versioni: 16 cavalli con valvole laterali
per la versione touring “T” da 105 chilometri orari e 22 cavalli con distribuzione
ad aste e bilancieri per la versione supersport “SS” da 120 chilometri orari.
Entrambi gli allestimenti avevano una trasmissione a tre velocità, bielle e
albero motore su cuscinetti a sfera e cilindro d’alluminio con mantello in
acciaio. Un opuscolo dell’epoca paragonava la Motoclub a un “uccello rosso e argento”
poiché l’unica colorazione prevista era appunto l’argento per le parti di
metallo e il rosso per pelle e accessori di gomma (compresi gli pneumatici). Fritz
von Opel fondatore del marchio, creò una versione speciale e più potente della
Motoclub da 30 cavalli e con sei razzi Sander a propellente solido montati sui
lati. Basato su un modello di pre-produzione si guadagnò rapidamente
l’appellativo di “Mostro” e montava manubrio e forcella anteriore modificati e
pedane più larghe. L'obiettivo era quello di battere il record mondiale di
velocità per motocicli. La velocità teorica del “Mostro” era di 220-225
chilometri orari (sfruttando anche la spinta dei razzi che sarebbero stati
accesi in tre diverse fasi: a 145, a 180 e a circa 200 chilometri orari). Per
motivi di sicurezza le autorità non diedero il benestare all’impresa e se si
eccettua un collaudo sulla pista dell’Avus del ’28, l’unica apparizione
pubblica avvenne al Salone Internazionale dell'Automobile nello stesso anno e
in forma statica. Fritz noto anche come “uomo razzo”, stabilì due record con
altri mezzi e sempre con la medesima propulsione a razzo. Alla fine del ‘29
lasciò l’azienda e si ritirò in Svizzera. Nello stesso anno l'80 per cento
delle azioni Opel furono vendute alla statunitense General Motors, che due anni
dopo ne completò l'acquisizione. Nel ‘30 la produzione di motociclette fu
definitivamente abbandonata e la nuova proprietà si concentrò unicamente sulle
automotive.
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