XS
400 by ELLASPEDE
Ci
siamo sempre chiesti che effetto farebbe trovare una vecchia motocicletta
dentro ad un granaio. Lo immaginiamo come uno di quei momenti che ti fanno
brillare gli occhi a prescindere dalla maggiore o minore rarità del mezzo trovato.
La verità è che se state leggendo questo pezzo siete uno di quei motociclisti
che quando va in vacanza in qualche paesino lontano dalla “civile” caoticità
della città, drizza le orecchie quando sente storie di gente del posto pronta a
giurare di sapere dove si trova questa o quella vecchia moto (spesso rossa o
nera) nascosta sotto un telone. Ecco queste sono storie che, per gente come
noi, vuol dire solo una cosa: caccia al tesoro! Naturalmente per la legge dei
grandi numeri questi tipi di ritrovamenti sono sempre più rari e la storia che
con poche lire ci si può portare a casa una motocicletta unica è una leggenda
che la scaltrezza odierna degli “anziani di paese” ha bellamente smitizzato.
Ciononostante infrequente non vuol dire impossibile. Prendete Dan, per esempio,
che vive in Australia e ha sempre apprezzato le dimensioni raccolte e la
fruibilità della Yamaha XS 400. Mentre cercava questo specifico modello, ne
trova una del ’77 dentro una stalla ben nascosta sotto un telo. Vista (o
sarebbe meglio dire scoperta?), pagata e portata a casa, la affida ai
customizer di Ellaspede per trasformarla nella sua SX 400. Lo stile? Bobber con
un pizzico di caffè…ehm cafè. Come da prassi si parte dal telaio, denudato,
choppato nella parte posteriore e alleggerito di ogni orpello non necessari
allo scopo (staffe e attacchi). La forma del nuovo telaietto riprende
l’angolazione del serbatoio e integra lo stop a led per risultare pulito e
filante. Poiché si tratta di una moto “fun” da godere in solitaria, gli
attacchi delle pedane del passeggero sono state riutilizzate per sostenere gli
scarichi (sdoppiati, corti, bendati e un po’ più liberi) mentre la sella pensata
per una posizione “alta” è stata riprogettata e completata con un “cassetto” in
lamiera atto a contenere la batteria e buona parte dell’impianto elettrico. Per
le sospensioni si è optato per un anteriore Aprilia RS 125 (comparto frenante
compreso) accoppiato con piastre lavorate CNC, manubrio LSL con leve regolabili
e acceleratore Tommaselli più largo e basso, mentre al retrotreno sono stati
piazzati degli ammortizzatori di serie con molle progressive (ma dalla corsa
ridotta). Cerchi a raggi Excel da 18 (anteriore) e 17 pollici (posteriore)
accoppiati a pneumatici Avon Roadrunner (120/90 e 130/90). La larghezza della
ruota posteriore ha richiesto l’utilizzo del forcellone di un SR 500 e di nuovi
distanziali per pignone e corona; curiosamente si è deciso di mantenere il
freno a tamburo originale per mere questioni di look. Dal catalogo Motogadget
provengono indicatori, mini strumento, interrutori e altra componentistica
elettrica. Anche il bicilindrico di 392 centimetri cubici ha ricevuto le
attenzioni del caso. Oltre a nuove aste, valvole, cuscinetti e guarnizioni e
pistoni maggiorati, si è provveduto a riequilibrare l’albero motore, a lavorare
per bene condotti e camera di combustione della testata e a montare filtri più
aperti (che fanno il paio con il sistema di scarico sdoppiato in acciaio inox).
La scelta della grafica è stata quasi ovvia: ispirazione al mondo racing e fine
dei giochi. E’ vero che in casa Yamaha esiste un’altra bicilindrica di 650
centimetri cubici e che con una RD 400 si avrebbe avuto a disposizione una
maggiore cavalleria, ma l’equilibrio tra dimensioni, cilindrata e potenza del
400 (pur maggiorato) è risultato imbattibile per Dan. E chi siamo noi per
affermare il contrario?
Nessun commento:
Posta un commento