TX 650 by HAGEMAN MOTORCYCLES
L’XS
650 è stata la prima quattro tempi della casa di Iwata prodotta per far fronte
alle sempre più incalzanti normative antinquinamento americane dei primi anni
’70. La TX altro non era che la sigla con cui Yamaha volle provare, nel ’72, a
raggruppare sotto un’unica famiglia tutta la produzione a ciclo otto con
cilindrate comprese tra 500 e 750cc.
La TX 650 in sostanza era una SX 650
seconda serie modificata solo nella veste grafica. Si sa che un errore di progettazione
rendeva questi propulsori cagionevoli nell’uso prolungato con temperature
elevate. E la storia ci dice che per distaccarsi da questa debacle
ingegneristica, fu reintrodotta la sigla SX per differenziare i nuovi prodotti
da quelli disastrosi del passato. Ciò premesso la TX 650 oggetto di questo post
è una pregevole interpretazione race replica di Hageman Motorcycles,
soprattutto se si considera che la base di partenza era una classica “naked”
turistica con lo stile delle giapponesi degli anni ’70. Le carenature sono
state realizzate dalla californiana Airtech (produttrice di “vestiti” per moto
da corsa dagli anni ’80) e basta svitare sei bulloni per trasformare questa TX
da sportiva a cafè racer con cupolino o completamente nuda. Il serbatoio (sempre
Yamaha ma di una XS 750) riprende i dettami delle motociclette da corsa degli
anni ’70, con una forma allungata che invita a “sdraiarsi” fino a raggiungere
il manubrio Clubman. Vernice nera e sella home made completano la parte
estetica della race replica. Unici lussi concessi al “fanatismo” del mondo
delle corse sono le tabelle gialle e la doppia striscia racing. Meccanicamente
si è cercato di rendere la TX a livello dell’estetica. Abbassato il baricentro
spostando il motore più avanti e più in basso (un centimetro in entrambe le
direzioni), il bicilindrico è stato oggetto di attenzioni particolari non tanto
per sprigionare più potenza quanto per renderlo più affidabile e fruibile.
Nuova accensione Boyer Bransden digitale, batteria di ultima generazione, nuovi
carburatori (Yamaha ma più recenti) e scarico sdoppiato con terminali a
cono/controcono che magari risultano molto vicini all’asfalto, ma si amalgamano
perfettamente con lo stile dell’epoca a cui ci s’ispira. All’anteriore la
forcella (ora regolabile nel precarico) ruota su nuovi cuscinetti conici mentre
dietro sono state montate molle progressive. In sostanza si è puntato a
risolvere i problemi del modello originale piuttosto che operare stravolgimenti
sostanziali. Difatti questa special è in regola per circolare su strade aperte
al pubblico. Ecco perché sono montati fari, specchietti end bar, strumentazione
completa, interruttori di serie e cavalletto. Piuttosto si è provveduto a
modificare la posizione in sella grazie anche a nuove pedane e comandi
arretrati. E ora una sorpresa: si potrebbe supporre che questa preparazione sia
recente. Invece risale a oltre un decennio fa’ e permette di comprendere quanto
un gusto fuori dal tempo e la capacità di tendere alla semplicità possano
garantire risultati (e stile) duraturi. In effetti se non fosse per alcuni
particolari “moderni” questa TX 650 potrebbe sembrare una vecchia moto da gara
(magari da TT) tenuta in buon ordine fino ad oggi e tirata fuori dal classico
box per portarla a qualche rievocazione in pista.
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