domenica 20 marzo 2016

HARLEY-DAVIDSON

SPORTSTER IRONHEAD by ZACH NESS
Non di solo Roland Sands si vive. Ovvero: guardate cosa succede a Dublin in California dove si trova la sede della Arlen Ness Motorcycles, preparatori da tre generazioni. E se il fondatore (Arlen appunto) è specializzato in moto dallo stile “pittorico” e il figlio Cory nei Bagger, il nipote Zach sdogana le caratteristiche del marchio rinnovandolo con special che guardano ai gusti moderni con un occhio al passato del clan.
Tutto questo preambolo per dire che la tracker creata da Zach è qualcosa d’incredibile! Tutto parte da una Sporster Ironhead del ’79 usata, non marciante e pagata relativamente poco (in America le Harley-Davidson sono davvero a buon mercato a differenza che nel vecchio mondo). Forse la maggiore diffusione di queste motociclette permette anche di sperimentare più profondamente senza preoccupazioni e quindi un telaio “decapitato” della porzione posteriore (sostituita con un nuovo elemento più piccolo e leggero) non fa poi tanta impressione. Fatto sta che la Sporty perde il retrotreno per adattarsi alle nuove specifiche d’utilizzo, gli ovali di terra battuta. Il serbatoio dell’olio e la batteria che si trovavano sotto la sella vengono risistemati. Il primo viene ricostruito e alloggiato sotto la coda (nuova anch’essa e in pieno stile flat), la seconda è riallocata sotto il forcellone. Quest’ultimo è stato allungato e modificato pesantemente passando dal biammortizzatore ad un mono (il telaietto nuovo funge anche da attacco per la sospensione pluriregolabile). Per garantire una posizione e una dinamica di guida coerenti con il nuovo utilizzo, l’avantreno stock è stato aggiornato e modificato nel manubrio (più largo e con una curva diversa) e nei comandi (manopole e poco altro per semplificare linea e funzionalità) mentre cerchi (a raggi) e pneumatici sono stati aggiornati per poter sfruttare al meglio le altre modifiche. Il motore stock, smontato e revisionato completamente, ha ricevuto filtri e scarichi più aperti e performanti. In effetti questa preparazione è più votata all’utilizzo su strada che non per la pura competizione, motivo per cui è dotata di una mascherina porta numero home made e di un portatarga che inglobano le luci. Nuove pedane, freni aggiornati (dischi singoli sia davanti che dietro) e serbatoio del Forty-Eight completano la lista delle modifiche. La verniciatura è un altro tratto distintivo del nuovo corso impresso da Zach all’azienda di famiglia. Prevalentemente giocata su colori scuri e su sfumature che seguono un’alternanza di grigio e rosso, sottolineano quel che si accennava all’inizio: nuovo stile ma senza dimenticare il passato del marchio. Di per se l’impostazione del lavoro svolto è abbastanza classico e non c’è nulla che non sia già stato visto fare da altri customizer; ciononostante la motocicletta rimane impressa e piace. Ma soprattutto per com’è stata impostata la posizione di guida e per la sensazione di leggerezza dell’insieme (è pur sempre un’Harley-Davidson) invita a guidarla intraversando spregiudicatamente il posteriore, sull’asfalto come sulla terra. Insomma special si ma per tutti i giorni.  




















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