SPEED
TRIPLE 1050 by EUROMOTOS
Il
bello del mondo della customizzazione è che interpreta i gusti dei clienti che
detteranno lo stile delle moto di serie delle grandi case costruttrici. Per
esempio qualche anno fa è iniziata la moda delle scrambler e in breve tempo
tutti i maggiori costruttori di motociclette hanno messo in listino modelli di
questo tipo. Ora il trend vuole un ritorno alle cafè racer con una differenza
rispetto al passato.
Mentre prima si usavano basi di qualunque tipo modificandole
principalmente nell'estetica e nel motore (birra e stile si potrebbe dire),
adesso si punta anche su ciclistiche in grado di reggere la maggiore potenza e
qualora non fossero in grado di farlo, modificandole dove necessario per
ottenere lo scopo. Tra le migliori basi in circolazione con costi d’acquisto
relativamente bassi, diffusione notevole e stile inconfondibile c’è la Triumph
Speed Triple di cui tutto si può dire tranne che non abbia carattere. L’aspetto
buffo della special che vi presentiamo in questo articolo è non tanto la base
(una Speed 1050 del 2010) quanto il fatto che a curarne la customizzazione sia
stata una factory svizzera (Zurigo per la precisione). Da un popolo così
preciso e ligio alle regole ci si aspetta tutto, fuorchè una special dotata di
pneumatici slick (sebbene siano stati usati solo per le fotostatiche; per la
libera circolazione sono stati montati Conti Sport Attack 2). Ciononostante il
punto di partenza è stato il colore scelto dal proprietario: un verde brillante
che sa tanto d’inglese (e d'altronde la Speed viene proprio dalla terra di
Albione). Da li in poi ci si è mossi di conseguenza. Una semicarena old style
(doveva essere quella di una Thruxton ma alla fine si è dovuto optare, con
ottimi risultati, per un cupolino Ducati 750 SS) che fa il paio con un codino
rastremato e stretto sparato verso l’alto (per la verità più simile a certe
special teutoniche anni ’90) entrambi con forme molto tondeggianti. Si è posta
molta attenzione per quanto riguarda la zona del cockpit (d'altronde il
guidatore guarderà spesso questa parte della moto) al punto che oltre ad un
nuovo strumento più piccolo, multifunzione e digitale (della Koso, in stile
MotoGP) si è provveduto ad arrotondare i bordi della piastra di sterzo
(lucidata) per ottenere quello stile classico che si stava ricercando su tutta
la moto. Avendo montato dei semimanubri, i fori dei riser sono stati prima
riempiti e poi lisciati. Altro particolare interessante è la mancanza della
chiave di accensione; grazie ad un sistema elettronico, la motocicletta si
accende con un chip cucito nel guanto. La coda ha vissuto una lavorazione più
travagliata fino a giungere al risultato finale con il telaietto ridotto e la
sella monoposto sottile. Un elemento che colpisce immediatamente è la sede a
filo delle frecce a LED (anteriori e posteriori; dietro fungono sia da
indicatori che da stop) che assomigliano ai fori delle mitragliatrici degli
aeroplani da guerra; sono un elemento di stile inusuale e ben riuscito che
garantisce una linea pulita e il rispetto delle leggi della circolazione.
Quello che fa la differenza su questa special (come sulle migliori cafè racer)
sono i particolari. Basta notare il grande numero di pezzi in carbonio (dai
reggi marmitte al para catena per citarne alcuni). Per il motore si è optato
per un intervento non troppo invasivo: nuovi filtri K&N accoppiati allo
scarico HP il tutto armonizzato con una nuova centralina. Alla fine un po’ del
carattere della speed si è perso (il fanale anteriore adesso monta una singola
lente) e il colore verde da cui si era partiti è stato sostituito con un mix di
nero lucido argento lucidato con filetti d’oro, ma il risultato rende merito ad
una special che non ha nulla da invidiare al modello base, nonostante le ultime
modifiche citate.
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