SCRAMBLER
250 “SUPER DUC” by FULLER MOTO
La
moto che potete ammirare in queste foto fa sorgere in noi un dubbio di cui
parleremo alla fine. Iniziamo dalle presentazioni. Il preparatore: Fuller Moto
di Atlanta (Georgia), specializzato in…design motoristico. Si definiscono
sognatori e creatori con la passione per il metallo e l'amore per le strade
aperte.
Hanno una sana dipendenza per qualsiasi cosa che abbia due e quattro
ruote e un motore, e nel loro shop oltre a felpe, magliette e cappellini potrete
trovare libri che spiegano come saldare e lavorare il metallo; ovviamente
scritti da loro. E la moto: Ducati Scrambler 250 (l’originale con un solo cilindro
di 250 centimetri cubici) che nel caso in specie potremmo definire una 3.0, ed
il motivo è presto detto. Qualche tempo fa Brian Fuller, reperita una Scrambler
originale, si mise a lavorare per tirarne fuori un mezzo per poter scorrazzare
in lungo ed in largo in strada e fuori. Quindi dalla base del modello del 1960
(la 1.0) tirò fuori la “Dirty Duc” (la versione 2.0 della Scrambler). A quel
punto però si rese conto che in officina erano rimasti parecchi pezzi, tanti
pezzi, quasi sufficienti per fare un’altra moto…la “Super Duc” ovvero la 3.0,
la versione epurata degli errore e dei problemi della 2.0. E difatti sulla
scorta di quanto fatto con la Dirty (telaio rivisto, parte posteriore rifatta
completamente e forcellone allungato di due pollici che ha richiesto un nuovo
tendicatena), La Super veniva su simile ma non identica alla progenitrice. Il
propulsore è stato completamente ricostruito da Rich Lambrechts della DesmoPro.
Gli aggiornamenti tecnici sono stati concentrati su: accensione, batteria agli
ioni di litio, elementi di ancoraggio in acciaio ARP, filtro K&N, scarico
su misura con finale Cone Engineering. Le sospensioni sono state anch’esse
modificate; oltre al forcellone allungato e collegato al telaio tramite doppi
ammortizzatori Fox infulcrati direttamente sulla capriata di rionforzo superiore,
davanti fa bella mostra di se un pezzo vintage come la forcella Ceriani. Cerchi
Borrani (i mozzi rimangono quelli di serie e i raggi in acciaio inox sono della
Buchanan) con pneumatici Pirelli MT Rallycross, pedane KTM, manopole Ducati
originali, acceleratore Super Pratic e fanaleria LED. Ad un certo punto però il
progetto si è fermato. Il serbatoio originale non era disponibile (ricordate? I
pezzi erano QUASI sufficienti) e così si è ripiegato su un Penton del ’74.
Montata una sella ricoperta con pelle nera traforata si è completata la
preparazione con una grafica azzeccatissima che richiamasse il DNA Ducati.
Quindi sono stati utilizzati il classico rosso accompagnato dal bianco e dal
nero; acciaio e cromo hanno fatto il resto. L’aspetto curioso è che avendo
Brian già la sua “Dirty Duc”, ha messo in vendita la “Super Duc”; e sembra che
stia avendo un ottimo riscontro. Infine il dubbio cui accennavamo in apertura:
posto che la preparazione risulta gradevole e ben eseguita (chi avrebbe mai
immaginato una coda ed una mascherina così su una Scrambler Ducati d’epoca),
rimane da chiedersi se fosse stato più giusto salvaguardare entrambe le moto o
se sia stato più corretto aggiornarle per usarle (e divertirsi) tutti i
giorni.
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