INTERVISTA IN ESCLUSIVA A FILIPPO NUCCITELLI
Oggi abbiamo il piacere di presentarvi Filippo Nuccitelli
italiano, motociclista, appassionato e Amministratore unico della Industrie
Motocicli Nuccitelli Srl , società che ha come mission la progettazione e la
costruzione di motociclette con il marchio di Rondine Motor (www.rondinemotor.com).
Garage Italiano -
Innanzitutto è corretto il legame che abbiamo riportato e che inizia con
O.P.R.A. e si conclude con Rondine Motor?
Filippo Nuccitelli - I legami famigliari con i personaggi
della storia della Rondine ci hanno fatto sentire sempre vicini a quella
moto. Mi ricordo i racconti in casa, quando ero bambino... Insomma la Rondine è
sempre stata parte di noi, parlo al plurale perché questa avventura, di Rondine
Motor, l’abbiamo portata avanti io e Marco, mio fratello. Dopo aver appurato
che il nome Rondine era solo identificativo della motocicletta, lo abbiamo
registrato e acquisito.
G.I. - La Rondine 500
era una motocicletta innovativa e Remor un ingegnere lungimirante e coraggioso.
Rondine Motor sembra abbia il medesimo spirito innovativo.
F.N. - Dopo tanti anni di progettazione e costruzioni per
conto terzi, soprattutto in campo industriale, curando l’intero iter di
realizzazione di nuovi prodotti, dall’idea al prototipo e spesso con clienti
molto importanti, per nome, grandezza, tecnologia espressa, si è costretti ad
essere innovativi, indubbiamente è una inclinazione operativa e caratteriale
che poi, è diventato anche metodo e procedure nel lavoro. La sfida è continuare
ad esserlo in un mercato competitivo come quello del motociclismo soprattutto
per piccole imprese come la nostra.
G.I. - Parliamo di
ELETTRA. Come, quando e perchè nasce questo progetto?
F.N. - L’idea di Elettra nasce nel 2011, lessi un’intervista/resoconto
sull’inadempienza dei paesi che avevano partecipato a redigere l’accordo
di Kyoto sul rispetto della quantità delle emissioni inquinanti e
mi sono detto che dovevo fare qualcosa anche io per partecipare a questo
processo di cambiamento. Un cambiamento che deve essere profondo, perché mette
in discussione il modo di vivere a cui siamo stati abituati e già questo
è difficile attuarlo, ancor più insegnarlo ai nostri figli . Nacque così il
progetto di realizzare una moto a trazione elettrica.
G.I. - L’ELETTRA è
definita “modulare”. Cosa vuol dire nello specifico?
F.N. - Una motocicletta è telaio, ruote e sospensioni,
motore, carrozzeria. Se creo un’interazione geometrica tra le parti o fisso
alcune di queste variandone altre, posso stravolgere l’assieme iniziale
trasformandolo in un nuovo ordine di oggetti e cosi la motard diventa off road
oppure stradale, sportiva o cafè racer. Questa modularità di sistema consente
una maggior flessibilità riducendo i costi fissi delle attrezzature e rende più
semplice e rapido realizzare nuovi modelli.
G.I. - Quali sono i
vantaggi della propulsione elettrica su una motocicletta? E quali i problemi
incontrati in fase di progettazione?
F.N. - Questo è un argomento delicato in campo
motociclistico, soprattutto in un periodo in cui si propongono dei cambiamenti
e si è ancora attaccati alle sensazioni che la moto fornisce, quelle sensazione
che sono la nostra passione, il rombo, le vibrazioni, l’anima del motore. La
motocicletta elettrica, invece, è quasi silenzio, è assenza di vibrazioni, è
inodore; quindi i vantaggi sono paradigmi da ricostruire, la grande coppia
immediata, l’accelerazione violenta, oltre ovviamente alla totale assenza di
emissione di Co2. Progettare un nuovo prodotto non è mai facile, sai a priori
che dovrai fare delle scelte tecniche, economiche, metodologiche che verranno
messe in discussione da chi non ha partecipato al processo evolutivo,
ancor più quando il prodotto è innovativo. Solo la fede del progettista nel
credere nelle sue convinzioni, lo porta a superare qualunque difficoltà sia
tecnica che umana; poi ci sono problematiche tecniche dimensionali per la
moto elettrica, ti devi portare appresso l’energia in un contenitore che non è
plasmabile nella forma come un serbatoio. Più energia, ossia corrente,
trasporti da un componente all’altro e più crescono le dimensioni dei cavi, le
connessioni diventano di grandi dimensioni e pesanti e per essere sicure anche
costosissime. insomma diventa complesso, ancor più quando l’industria
della componentistica ragiona in termini di migliaia di pezzi e migliaia di
moto le fanno solo le grandi aziende, quindi per noi piccoli costruttori diventa
difficile fare il prototipo e poi avviare piccole produzioni.
G.I. - Parliamo di
batterie. L’ELETTRA è fornita di caricabatteria dedicato: vuol dire che
possiamo posteggiarla in garage ed attaccarla alla normale presa casalinga?
F.N. - Assolutamente si, Elettra può essere ricaricata
tranquillamente ad una normale presa del garage ed oggi in tempi ancor più
rapidi.
G.I. - I motociclisti
sono prima di tutto degli appassionati. Come si approcciano all’ELETTRA?
F.N. - Non voglio ripetermi, posso però riportare quello
che succede quando la facciamo provare, l’approccio è di curiosità e
scetticismo che si dissolve dopo i primi minuti perché vedi un sorriso che
occhieggia dal casco in senso di approvazione. La moto elettrica riesce a far
emergere quell’aspetto ludico che è in ognuno di noi, forse perché è facile,
silenziosa e reattiva , forse e spero perché ti mette in pace con ciò che ci
circonda sapendo di non essere fonte di emissioni. Non è un caso che, sapere di
poter andare a fare una passeggiata in compagnia nel centro di una città, in un
parco naturalistico senza arrecare danni apre nuove prospettive turistiche,
offre nuovi punti di vista e tutto questo è un arricchimento culturale e
sociale che è insito nel significato vero della green economy. Se si riesce in
questo intento con un mio prodotto, sono felice come motociclista e come uomo.
G.I. - il primo progetto
presentato da Rondine Motor è stato la RRV1. Personalmente l’ho sempre
considerata la Ducati come doveva essere fatta dalla casa madre.
F.N. - Torniamo all’endotermico. Premesso che Ducati ha
una grandissima tradizione, una capacità manageriale di assoluto rilievo, una
R&D fatta da uomini capacissimi e soprattutto appassionati, in primis del
lavoro e poi di motociclette, ha anche vincoli tecnici, di immagine, che
sono stati sapientemente utilizzati dal marketing per far grande una azienda
così come è ora. Tutto questo esiste anche in una piccola impresa , ma la
libertà di movimento , la flessibilità delle decisioni rispondono a criteri
completamenti diversi, d’altronde, sia hanno responsabilità di altro
peso, comunque, quando fu dato avvio al progetto RRV1 ed il foglio era bianco,
ci furono lunghe discussioni, confronti e musi lunghi per arrivare a
prendere la strada che poi seguimmo. La fortuna è che le esperienze
passate, ci hanno aiutato moltissimo; la soddisfazione, che la moto
realizzata ha risposto a tutti i dati di specifica del progetto in termini di
guidabilità e con un po’ di presunzione anche di apprezzamento estetico. Molte
soluzioni tecniche sono state poi d’ispirazione per alcune grandi case e questo
ripaga ancor più. Il riconoscimento di un brevetto d’invenzione sulla
lavorazione/assemblaggio e incollaggio del telaio è stata fonte di stimolo,
tant’è che, malgrado siano passati diversi anni dalla presentazione di RRV1, è
ancora attuale ed apprezzata. E questo ci facendo tornare la voglia di
costruirne qualche altro esemplare, magari con evoluzioni tecniche sia
motoristiche che di layout.
G.I. - Rondine Motor
(per la sua storia) ha nel DNA la pista. Oltre alla RRV1, nel 2012 ricordo dei
disegni tecnici che anticipavano un rivoluzionario prototipo per correre in
Moto2; come procede il progetto?
F.N. - RRV1, nacque per scendere in pista, possibilità
negata da un cambio di regolamento sul numero degli esemplari prodotti; abbiamo
appena respirato l’aria del paddock è una sensazione che non perdi più e così
per sfida, sfruttando il brevetto in nostro possesso, evolvendolo, abbiamo
progettato un telaio per Moto2. In effetti, anche in quel progetto, cambiando
un solo componente del telaio sempre realizzato dal pieno e lavorato cnc,
potevamo utilizzare qualsiasi motore a quattro cilindri fronte marcia, questo
con la lungimiranza che, se si fosse liberalizzato l’uso del propulsore
eravamo pronti a fornire più case. Forse già allora chi frequentava il
motomondiale aveva avvertito che negli anni la Moto2 avrebbe riscosso sempre
meno interesse, per cui, malgrado gli apprezzamenti, il progetto è stato messo
in stand by. Sarei felice e disponibile a riconsiderare una nostra partecipazione
se si trovasse una nuova collocazione alla Moto2 , perché così com’è, ha
dimostrato di non essere interessante sia tecnicamente che per i piloti,
l’evoluzione prestazionale c’è stata solo in funzione dell’evoluzione degli
pneumatici e la tanto decantata riduzione dei costi non c’è stata.
G.I. - Alla Fiera di
Roma avete presentato due prototipi su base ELETTRA: un veicolo allestito per
le forze dell’ordine e una motocicletta dedicata al pubblico femminile. Sono
anticipazioni di commesse e prodotti futuri? Come si evolverà la gamma
ELETTRA?
F.N. - Il 2015 è stato un anno denso di attività ed ha
segnato anche la nostra prima partecipazione ad una Fiera come Motodays a
cui sono legato sentimentalmente, per aver avuto un piccolo ruolo per
farla crescere, per i rapporti umani che si sono creati e rinsaldati negli
anni, per aver contribuito ad essere parte attiva per il motociclismo nella mia
città. In quell’occasione abbiamo presentato dei prototipi definitivi che
stanno per essere commercializzati. Inizialmente, la versione motard ed off
road avranno la priorità, successivamente arriverà la cafè race
dedicata alle Lady. Abbiamo avuto un piccolo ritardo dovuto alla decisione di
sostituire il fornitore del motore elettrico, ora il motore è marcato
Rondine Motor, è progettato in casa e la parte elettrica fornita da un’azienda
italiana. La nostra volontà di effettuare il “cambiamento” è diventata la linea
guida dell’azienda e questo deve essere visibile anche sul prodotto, nella
gestione, nelle relazioni. Il nostro desiderio e fine, è di avere intorno dei
partner, siano essi fornitori che clienti, che partecipino al nostro processo
di crescita, anzi ne siano artefici e ne traggano beneficio. Nei cassetti ci
sono già bozzetti, disegni tecnici di altri modelli ma credo sia opportuno che
mi occupi di vendere questi presentati, senza risorse non credo sia possibile
pensare a futuri modelli, perciò seguiteci sui social, sul website, perché
prestissimo ci saranno delle news interessanti.
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