I
test congiunti a Jerez hanno mostrato quanto, su determinate piste, piloti e
moto dei due campionati siano davvero vicini. Ma chi vince?
Qualche
giorno fa Rea ha girato a Jerez, per i test invernali della Superbike, un
secondo più veloce rispetto a quanto fatto l’inverno scorso, dimostrando come
le nuove regole che volevano rallentare lui e la sua Kawasaki ZX-10 RR sono
servite a…nulla.
Ma a fare notizia non è tanto la debacle della limitazione dei
giri che ha sortito l’effetto opposto, quanto il tempo sul giro secco che è
stato più alto di soli tre decimi rispetto alla più veloce delle MotoGP
impegnate sullo stesso tracciato e nei medesimi giorni. Cosa vuol dire quanto
appena descritto? Tutto e nulla perché le condizioni erano particolari (test
per l’appunto) ma soprattutto perchè un discorso è fare un singolo giro tirato e
ben altra cosa è completarne almeno 25 mantenendo sempre lo stesso ritmo.
Ciononostante è risaputo che su alcuni circuiti il divario tra una motocicletta
vincente preparata per il campionato Superbike e il miglior prototipo della
MotoGP, che generalmente si attesta tra i due e i tre secondi, può essere molto
inferiore. Detto ciò toglietevi dalla testa di poter vedere correre
contemporaneamente una ZX-10 RR e una GP17 nel medesimo campionato, perché le
differenze tra le due sono notevoli (peso, freni, propulsore, sospensioni,
elettronica e soprattutto pneumatici) e la discriminante, in alcuni casi, la fa
ancora il pilota più che la moto. Piuttosto la domanda vera è perché il
passaggio dei piloti da una categoria all’altra è ancora così complesso e
percepito, a volte, come un ripiego o un “buen retiro” per alcuni top rider che
dalla classe regina approdano nel campionato delle derivate di serie. Anche perché
per sfatare quanto appena detto, basta ricordare la vittoria di forza di Troy
Bayliss (a quel tempo ritornato nella Superbike dopo alcune stagioni deludenti
nella classe regina) a Valencia nella MotoGP con la Ducati. Quindi premesso che
i due campionati devono rimanere ben distinti e accertato che un paragone tra
le due categorie sarebbe inappropriato per mere questioni tecniche (anche se
Rea si è messo dietro fior fiore di costruttori, squadre e piloti della MotoGP)
e di natura dei mezzi stessi, nulla vieta di poter immaginare una competizione
tra i migliori top rider dei singoli campionati. La domanda che sorge spontanea
quindi è: perché Dorna, che di fatto gestisce sia la Superbike e il mondiale
velocità, non organizza una corsa di chiusura dell’anno agonistico facendo competere
i migliori piloti di ogni campionato in sella a motociclette di serie con
preparazione da Superstock? Non solo attirerebbe tifosi da entrambe le
categorie ma sarebbe potenzialmente la corsa con il maggior numero di campioni
titolati (e quindi audience mediatico gradito agli sponsor) della storia del
motociclismo.
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