lunedì 20 novembre 2017

Vins Motors e il ritorno del due tempi stradale

Motore due tempi, telaio monoscocca in carbonio e un pizzico di sana follia; ecco una vera novità (tutta italiana) presentata a EICMA.

Le anteprime dell’ultimo Salone del Ciclo e Motociclo di Milano? Tante e, a dire il vero, anche un po’ sparpagliate nei vari stand che formavano l’area dei padiglioni della fiera. E sebbene possa essere molto semplice parlare della Niken di Yamaha, dell’Africa Twin Adventure di Honda, della H2SX di Kawasaki o della Panigale V4 della Ducati (per citare alcuni dei modelli più cliccati sul web), preferiamo volgere la nostra e la vostra attenzione ad alcune chicche che per vari motivi sono state inizialmente messe in secondo piano.
La prima che ci viene in mente è una motocicletta un po’ folle per i nostri tempi moderni, fuori dagli schemi classici delle motociclette odierne, progettata e realizzata (lo diciamo con orgoglio) interamente in Italia. Stiamo parlando della Vins Motors, start up giovanissima nata a Maranello nel 2017 per volontà di un gruppo d’ingegneri provenienti dalla Ferrari (e già questo la dice lunga sul background dell’equipe di progettisti) che a Eicma ha presentato la Duecinquanta, una stradale declinata anche in versione racing (nel mondo delle auto si direbbe da track days) equipaggiata con un motore a due tempi, telaio monoscocca in carbonio e sospensioni a triangoli sovrapposti. Già queste tre caratteristiche da sole rendono perfettamente l’idea della Duecinquanta: un mezzo pensato da chi ha vissuto l’epopea del due tempi e che in moto ci va davvero. In pratica dei tizi un giorno hanno pensato di costruire la motocicletta dei loro sogni mettendo insieme quello che reputavano potesse fungere a questo scopo…riuscendoci! Ecco spiegato perché Duecinquanta è così fuori dagli schemi, fuori dalle categorie classiche, fuori dalle leggi del marketing, fuori dalla competizione con i big del mondo delle due ruote…fuori di testa! Ogni idea, ogni elemento è stato pensato, progettato e realizzato per garantire il vero e puro piacere di guida che tra MPV a due ruote che superano i due quintali, touring opulente che tra gli optional fondamentali prevedono il sistema infotainment e sportive troppo potenti per i comuni mortali, si era perso. Il segreto per ottenere quanto appena descritto risiede nella leggerezza, nella semplicità e nella polifunzionalità degli elementi (concetti tanto cari a Colin Chapman) che giustificano le ardite scelte tecniche del progetto Duecinquanta. Ecco quindi spiegato l’utilizzo di un bicilindrico a V di 90 gradi a due tempi di 249cc dotato d’iniezione elettronica e cambio estraibile a sei rapporti, e l’uso di un telaio monoscocca autoportante in carbonio che funge oltre che da air box anche da condotto aerodinamico per il radiatore posizionato dove di solito troveremmo il serbatoio e che integra il “nodo anteriore” (ovvero la struttura cui è ancorata la sospensione anteriore). Tutto ciò ha permesso di studiare una carenatura che gestisce al meglio sia l’aerodinamica che la termica del radiatore (più piccolo rispetto alla norma e, quindi, più leggero ma altrettanto efficace). Altra caratteristica distintiva è il comparto delle sospensioni realizzate interamente in carbonio e composte da un sistema a triangoli sovrapposti davanti e con schema push rod dietro con ammortizzatori totalmente regolabili. A questo punto i dati nudi e crudi: la Stradale pesa 95 chili e monta il bicilindrico di 249cc (i cui dati di potenza e coppia non sono ancora stati resi noti in quanto l’unità è in fase d’omologazione) mentre la Competizione pesa 85 chili e usa un motore da 80 cavalli maggiorato a 288cc in grado di spingerla a 240 chilometri orari. Ogni Duecinquanta è realizzata a mano in Italia (ad eccezione dei cerchi Dymag in carbonio) sfruttando le più avanzate soluzioni tecnologiche per garantire la qualità necessaria e la “cura al carbonio” ha permesso di realizzare una motocicletta che nella versione Competizione arriva quasi al fatidico rapporto peso/potenza di 1/1. In verità, volendo proporre un altro parallelismo con il mondo delle quattro ruote, a noi la Vins Motors ricorda la Lotus di Chapman…quella geniale e originale!



















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