Motore
due tempi, telaio monoscocca in carbonio e un pizzico di sana follia; ecco una
vera novità (tutta italiana) presentata a EICMA.
Le anteprime
dell’ultimo Salone del Ciclo e Motociclo di Milano? Tante e, a dire il vero,
anche un po’ sparpagliate nei vari stand che formavano l’area dei padiglioni
della fiera. E sebbene possa essere molto semplice parlare della Niken di Yamaha,
dell’Africa Twin Adventure di Honda, della H2SX di Kawasaki o della Panigale V4
della Ducati (per citare alcuni dei modelli più cliccati sul web), preferiamo
volgere la nostra e la vostra attenzione ad alcune chicche che per vari motivi
sono state inizialmente messe in secondo piano.
La prima che ci viene in mente
è una motocicletta un po’ folle per i nostri tempi moderni, fuori dagli schemi
classici delle motociclette odierne, progettata e realizzata (lo diciamo con
orgoglio) interamente in Italia. Stiamo parlando della Vins Motors, start up
giovanissima nata a Maranello nel 2017 per volontà di un gruppo d’ingegneri
provenienti dalla Ferrari (e già questo la dice lunga sul background
dell’equipe di progettisti) che a Eicma ha presentato la Duecinquanta, una
stradale declinata anche in versione racing (nel mondo delle auto si direbbe da
track days) equipaggiata con un motore a due tempi, telaio monoscocca in
carbonio e sospensioni a triangoli sovrapposti. Già queste tre caratteristiche
da sole rendono perfettamente l’idea della Duecinquanta: un mezzo pensato da
chi ha vissuto l’epopea del due tempi e che in moto ci va davvero. In pratica
dei tizi un giorno hanno pensato di costruire la motocicletta dei loro sogni mettendo
insieme quello che reputavano potesse fungere a questo scopo…riuscendoci! Ecco
spiegato perché Duecinquanta è così fuori dagli schemi, fuori dalle categorie
classiche, fuori dalle leggi del marketing, fuori dalla competizione con i big
del mondo delle due ruote…fuori di testa! Ogni idea, ogni elemento è stato pensato,
progettato e realizzato per garantire il vero e puro piacere di guida che tra
MPV a due ruote che superano i due quintali, touring opulente che tra gli
optional fondamentali prevedono il sistema infotainment e sportive troppo
potenti per i comuni mortali, si era perso. Il segreto per ottenere quanto
appena descritto risiede nella leggerezza, nella semplicità e nella
polifunzionalità degli elementi (concetti tanto cari a Colin Chapman) che
giustificano le ardite scelte tecniche del progetto Duecinquanta. Ecco quindi
spiegato l’utilizzo di un bicilindrico a V di 90 gradi a due tempi di 249cc
dotato d’iniezione elettronica e cambio estraibile a sei rapporti, e l’uso di
un telaio monoscocca autoportante in carbonio che funge oltre che da air box anche
da condotto aerodinamico per il radiatore posizionato dove di solito troveremmo
il serbatoio e che integra il “nodo anteriore” (ovvero la struttura cui è
ancorata la sospensione anteriore). Tutto ciò ha permesso di studiare una
carenatura che gestisce al meglio sia l’aerodinamica che la termica del
radiatore (più piccolo rispetto alla norma e, quindi, più leggero ma
altrettanto efficace). Altra caratteristica distintiva è il comparto delle
sospensioni realizzate interamente in carbonio e composte da un sistema a
triangoli sovrapposti davanti e con schema push rod dietro con ammortizzatori
totalmente regolabili. A questo punto i dati nudi e crudi: la Stradale pesa 95
chili e monta il bicilindrico di 249cc (i cui dati di potenza e coppia non sono
ancora stati resi noti in quanto l’unità è in fase d’omologazione) mentre la
Competizione pesa 85 chili e usa un motore da 80 cavalli maggiorato a 288cc in
grado di spingerla a 240 chilometri orari. Ogni Duecinquanta è realizzata a
mano in Italia (ad eccezione dei cerchi Dymag in carbonio) sfruttando le più
avanzate soluzioni tecnologiche per garantire la qualità necessaria e la “cura
al carbonio” ha permesso di realizzare una motocicletta che nella versione
Competizione arriva quasi al fatidico rapporto peso/potenza di 1/1. In verità,
volendo proporre un altro parallelismo con il mondo delle quattro ruote, a noi
la Vins Motors ricorda la Lotus di Chapman…quella geniale e originale!
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