lunedì 22 febbraio 2016

INDIAN

SCOUT SIXTY “SUPER HOOLIGAN” by ROLAND SANDS DESIGN
Qualcosa sta mutando ed è abbastanza evidente. Se prima erano le enduro ad attirare gli amanti del traverso, poi sono state le scrambler considerate più pure e poetiche e infine le tracker. Più specialistiche per quanto possibile (in fondo per intraversare una moto servono anzitutto ruote strette e intagliate) ma con una tendenza alla polivalenza.
Sicuramente non saranno moto da globetrotter, ma si incominciano a vedere trasformazioni che percentualisticamente spostano l’asticella da “solo pista” a “utilizzo quotidiano”. E Roland Sands se ne deve essere accorto perché non appena la Indian ha presentato la sua nuova entry level Scout Sixty, qualche esemplare è passato sotto le sue mani trasformandosi in dirt track per (quasi) tutti i giorni. E il segreto è sotto gli occhi di tutti: inutile aggiungere particolari esotici. Molto meglio eliminare, alleggerire, sostituire con qualcosa di più specifico e se proprio bisogna spendere soldi che siano per sospensioni, cerchi e pneumatici. In occasione del lancio del nuovo modello della Indian in un vecchio magazzino di San Pedro, Roland ha svelato ben cinque Super Hooligan pensate per partecipare alla Super Hooligan Race (da qui il nome della special) inserita nel contesto del Superprestigio di Las Vegas. La struttura del telaio della Scout Sixty è stata concepita per “aiutare” i customizer, così un po’ per il tipo di trasformazione e un po’ per la necessità di alleggerire forma e pesi, il telaietto posteriore è stato sostituito interamente con un pezzo in fibra di carbonio che riprende lo stile classico della disciplina. Doppi ammortizzatori posteriori Ohlins regolabili, nuovi accessori RSD (pedane, sterzo, comandi, riser e poco altro), cerchi da 19 pollici con pneumatici Dunlop specifici e scarico due in uno RSD dedicato. Si comprende subito come si sia badato prima di tutto alla sostanza, con interventi reversibili e dagli indubbi vantaggi su un mezzo di questo tipo. E in fondo lo spirito è proprio questo. Se in Europa prendiamo delle monocilindriche per modificarle e divertirci intraversandole, in America patria del “bigger is better” usano grossi V-twin. E come un mantra alla karate kid, le regole del gioco sono abbastanza semplici: togli peso, stringi le ruote, monta buone sospensioni. Non serve altro.




























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