L’importanza
d’indossare un abbigliamento tecnico adeguato (e completo) quando si va in
motocicletta.
La
discussione che stiamo per affrontare nasce da una foto, apparentemente divertente,
che circola in rete e che ritrae un motociclista in sella a una potente naked
con indosso una camici di jeans con le maniche arrotolate, pantaloncini corti,
un paio di crocs e nessuna protezione per schiena e mani. La particolarità
nella particolarità era l’uso di un casco jet (sicuramente a norma) che
probabilmente lo sollevava dalla paura d’essere multato.
Ebbene, pur premettendo
che ognuno di noi è libero d’agire nel modo che ritiene più opportuno (nei
limiti della propria libertà) e che quindi può teoricamente indossare l’abbigliamento
che desidera quando gira in moto, ci chiediamo se quello appena descritto sia
il modo più corretto e sicuro per cavalcare una motocicletta, qualunque sia la
tipologia e la potenza in gioco. Chi scrive è un motociclista, è stato ragazzo
e qualche volta ha “baciato” l’asfalto quindi sa esattamente cosa voglia dire
girare d’estate con un abbigliamento tecnico completo (e per completo s’intende
anche con stivali e guanti omologati). È evidente che potendo scegliere è più
piacevole indossare una maglietta e apprezzare l’azione benefica dell’aria
fresca sulla pelle quando intorno a noi la temperatura media oscilla tra i 35 e
40 gradi. Ma non dover sopportare il rivolo di sudore che scende lungo il
braccio vale quanto un paio di mesi di gesso per non aver utilizzato un capo
con paragomiti? Probabilmente no. Per rendere meglio il concetto citiamo alcuni
dati riportati dall’ANCMA qualche mese fa relativamente alla richiesta da parte
dell’Associazione al governo d’inserire nell’allora legge di bilancio un
emendamento dedicato agli sgravi fiscali per l’acquisto dei paraschiena.
Secondo lo studio nel 2014 gli incidenti stradali in cui erano coinvolti mezzi
a due o tre ruote hanno prodotto 55 mila feriti e 814 vittime (dati
ACI/Istat).In questo quadro generale secondo un altro studio realizzato dall'Istituto
superiore di Sanità, l’uso del paraschiena ridurrebbe del 40% il rischio di
riportare lesioni alla colonna vertebrale. Alla fine la conclusione dell’ANCMA
era che incentivando con sgravi fiscali l’acquisto e l’uso sia su motociclette
che su scooter del paraschiena e degli airbag per conducenti e passeggeri, il
risparmio sociale (al netto degli incentivi) sarebbe stato pari a 21 milioni di
euro! Per far comprendere ancora meglio (e in modo ancora più ampio) l’importanza
dell’uso di un abbigliamento completo e omologato basterà dire che dal 20
novembre del 2016 in Francia è obbligatorio l’uso di guanti omologati e che a
differenza del passato quando solo guanti, stivali e protezioni antiurto erano considerati
dispositivi di protezione, dal 2016 il parlamento europeo ha deciso d’includere
tutto l’abbigliamento tecnico in questa categoria così da poter studiare e
strutturare al meglio un regolamento degli equipaggiamenti di protezione
individuale esattamente come accade da decenni per i caschi. Per fortuna un po’
per emulare i campioni della MotoGP e un po’ perché i prodotti risultano più
accattivanti e alla moda, le nuove generazioni sono più propense a indossare
alcuni capi protettivi (pantaloni e stivali sono ancora “sottovalutati”) ma non
è sufficiente. Ribadiamo ancora una volta il concetto: ognuno è libero d’agire
come ritiene più opportuno nei limiti della propria libertà personale. Ma ci
chiediamo: se un motociclista che indossa una maglietta mentre guida, viene
colpito da un sassolino appuntito sul braccio (a quanti di voi è capitato
almeno una volta?) e perde il controllo del proprio mezzo provocando un
incidente e coinvolgendo altri utenti della strada o peggio anche dei pedoni,
ha ancora senso discutere della libertà individuale? Probabilmente no.
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