Per
celebrare i cinquant’anni dalla nascita della prima V7, Moto Guzzi propone la
terza generazione con particolari allestimenti dedicati alla ricorrenza.
V7 è
uno dei modelli più celebri e conosciuti di Moto Guzzi. La fama mondiale è
dovuta alla sua capacità di mantenere fede alle aspettative e alla reputazione
di un marchio leggendario come Moto Guzzi. Dal 1967, anno in cui iniziarono le
vendite dei primi esemplari in Italia, V7 è diventata il caposaldo della gamma
e la rappresentante per eccellenza della motocicletta italiana, distinta da
contenuti e design in grado di raccogliere l’apprezzamento di un pubblico
davvero trasversale ed eterogeneo. A cinquant’anni dal lancio del primo
esemplare, Moto Guzzi presenta il terzo atto di un’opera prima: V7III.
La sfida
nell’introdurre la nuova versione di una motocicletta così blasonata, ricca di
storia e di successi, è delle più difficili, considerando che V7, dal 2009 la
più venduta del marchio, costituisce la moto d’ingresso nel mondo di Moto
Guzzi, il modello dedicato al pubblico femminile e maschile, oltre che ai
giovani desiderosi di possedere con orgoglio una delle motociclette più
iconiche della produzione di Mandello del Lario. Come lo è stato per V7 II
rispetto alla primogenita V7, anche per V7III il rinnovamento è così profondo
da meritarsi di portare avanti la numerazione progressiva con i simboli romani,
che da sempre distingue le Moto Guzzi più popolari e longeve, come Le Mans e
California. V7III è il risultato della passione e del coraggio della Moto Guzzi
di oggi, abile e competente nel rinnovare la sua best seller, lasciando
inalterati carattere e autenticità, due valori destinati a durare nel tempo. V7
III è disponibile nelle tre note e apprezzate versioni Stone, Special e Racer,
le quali rispetto al passato, guadagnano connotazioni più forti e una maggiore
differenziazione tra loro. Coerentemente con gli altri modelli Moto Guzzi in
gamma, anche V7III propone un modello dall’anima dark, contraddistinto dalle grafiche
total black, ovvero la Stone e uno più classico dominato dalle cromature, più
in linea con il design della progenitrice, che è la Special. La Racer invece
rappresenta bene la storia dei successi sportivi di Moto Guzzi, vincitrice, al
momento del ritiro dalle corse (datato 1957), di 15 titoli mondiali e 11
Tourist Trophy. La gamma V7ora si ampia: Moto Guzzi rende omaggio ai
cinquant’anni di V7 introducendo una quarta versione, denominata Anniversario,
serie numerata e limitata in soli 750 esemplari, caratterizzata da inediti
dettagli d’eccezione. La “settemezzo” di Mandello ha dimostrato essere
un’ottima base di partenza per progetti di customizzazione; infatti è stata
protagonista di Lord of the Bikes, il primo talent show televisivo, andato in
onda in Italia su Sky, dedicato alla customizzazione delle motociclette, che ha
portato Moto Guzzi sul piccolo schermo. La gamma di accessori originali Moto
Guzzi, già molto ricca su V7II, nasce come parte integrante del progetto e si
allarga ulteriormente. V7III quindi si presta a un’eccezionale possibilità di
personalizzazione, per creare la propria special su misura, come un abito
sartoriale. Seppur la potenza massima sia aumentata del 10%, grazie
all’introduzione del nuovo motore, l’aumento delle prestazioni non è stato
l’obiettivo principale a indirizzare il rinnovamento di V7. La terza
generazione della “settemezzo” di Mandello vuole continuare a essere la
motocicletta d’accesso nel mondo Moto Guzzi, facile, dalle dimensioni e peso
tra i più contenuti della categoria, ma al contempo dal carattere forte e
autentico, tipico di tutte le Moto Guzzi, gran parte del quale è messo in
mostra dal bicilindrico trasversale a V, configurazione unica al mondo. Gli
obiettivi primari che hanno guidato l’evoluzione riguardano lo stile, la
dotazione di serie e il comportamento su strada, ovvero gli aspetti che
influenzano il piacere di possedere e guidare una V7. V7 III mantiene intatta
la personalità stilistica del modello, caratterizzata da un design che dialoga
tra forme ispirate dalla storia di Moto Guzzi ed esigenze da motocicletta
contemporanea. La prima impressione però è di essere al cospetto di una Moto
più matura e robusta, sensazione dovuta principalmente alla presenza dei
collettori di scarico a doppio tubo e delle teste motore, entrambi dalle
dimensioni maggiori. In realtà, a parte questi due particolari, i volumi
rimangono pressoché identici a quelli della precedente generazione, confermando
V7III quale motocicletta classica tra le più accessibili e snelle. Non è cambiato
invece il serbatoio in metallo, dalla eccellente capacità di 21 litri e dallo
stile come sempre ispirato a quello della magnifica V7Sport del 1971. Il tappo
di rifornimento in alluminio non è più a sfioro con la linea del serbatoio, ma
a vite e, come in precedenza, dotato di serratura. Ulteriori nuovi elementi di
stile riguardano i copri iniettori dal nuovo design, i fianchetti laterali
dalle forme più slanciate e la nuova sella, dalle grafiche e rivestimenti
inediti e dedicati ad ognuno dei modelli. Nuovi sono anche gli indicatori di
direzione, gli specchietti, più larghi di 40 mm per aumentare la visuale e la
strumentazione. Coerente con l’immagine essenziale di V7III Stone, su
quest’ultima è montata una spettacolare unità a singolo quadrante circolare con
cassa da 100 mm di diametro, mentre le versioni Special, Racer e Anniversario
dispongono di un secondo quadrante circolare che contiene il contagiri. La
scala del tachimetro è analogica, mentre tutte le altre informazioni sono
racchiuse nel riquadro digitale: odometro, trip parziale e daily trip (si
azzera automaticamente dopo otto ore dall’ultimo spegnimento), tempo del trip,
consumo istantaneo e medio, orologio, temperatura dell’aria, velocità media,
livello del MGCT, oltre all’indicatore della marcia inserita e di cambiata, il
cui valore di giri minimo e massimo è regolabile dall’utente. In questo modo si
può tenere sotto controllo un range di giri determinato del motore, ad esempio
per effettuare al meglio il rodaggio, oppure per ridurre al minimo i consumi di
carburante. L’interazione con la strumentazione è possibile attraverso il
pulsante presente nel nuovo blocchetto elettrico destro. Nel ricco catalogo di
accessori dedicati è presente la MG-MP, la piattaforma multimediale di Moto
Guzzi che collega lo smartphone al veicolo fornendo una quantità eccezionale di
informazioni utili al viaggio. La competenza di Moto Guzzi nel disegnare
ciclistiche sopraffine è ormai nota. Il miglior esempio recente di tale
capacità è rappresentato da California 1400, l’unica custom dalla dinamica di
guida di una cruiser. La tradizionale guida deliziosa di V7 ha origini lontane:
nel 1970 V7Police, dopo una serie durissima di test, vinse la selezione per
entrare nella squadra della LAPD (Los Angeles Police Department), dimostrando
anche oltre Oceano l’autorità in materia del marchio lariano. Moto Guzzi non si
smentisce nel ridisegnare il telaio della nuova V7, malgrado le qualità di
guida della seconda generazione fossero già elevate, tanto da superare a pieni
voti l’esame di critica, pubblico e mercati. Il telaio in acciaio mantiene lo
schema a doppia culla scomponibile del precedente e la medesima distribuzione
dei pesi (46% anteriore; 54% posteriore), ma la parte frontale è stata
completamente rivista e rinforzata, introducendo anche una nuova geometria di
sterzo che garantisce più dinamicità in curva, più maneggevolezza e stabilità,
venendo così incontro a tutte le esigenze di guida del moderno motociclista.
Inoltre tutta la struttura ha beneficiato di un’operazione di cura e finitura
dei particolari, comprese le saldature e la verniciatura. Nuova è la coppia di
ammortizzatori Kayaba regolabili nel precarico molla: grazie alla loro
superiore qualità e alla maggiore inclinazione sul punto di fissaggio al
telaio, restituiscono una risposta più progressiva e controllata in ogni
situazione, anche col passeggero a bordo. Quest’ultimo può contare anche su una
posizione in sella più comoda, grazie al riposizionamento delle pedane, più
basse e avanzate. Cambia, seppur di poco, la posizione di guida del pilota, per
via della sella più bassa (ora a 770 mm da terra) e per le nuove pedane in
alluminio. La triangolazione sella-manubrio-pedane guadagna così quote ideali
per piloti di qualsiasi statura. Completa il rinnovamento ciclistico la pompa
freno posteriore con serbatoio integrato, che garantisce più prontezza e
modulabilità nell’azione. Esistono molti ottimi motori bicilindrici al mondo,
ma ce n’è solo uno a V trasversale ed è il twin Moto Guzzi, nato nel 1967 da
una geniale intuizione dell’ingegner Giulio Cesare Carcano e caratterizzato da
una configurazione così particolare dei cilindri da renderlo parte integrante
del design della moto, come una vera scultura in metallo d’arte contemporanea.
Nella versione small block, è arrivato oggi alla sua terza evoluzione e si
presenta quindi totalmente rinnovato rispetto alla precedente unità montata su V7II.
È stato sviluppato con l’obiettivo di elevare al massimo il piacere di guida e
divertimento su strada, oltre a garantire maggiori prestazioni e affidabilità. Il
basamento in alluminio irrigidito nei punti nevralgici, adotta una nuova coppa
dell’olio e un albero motore calcolato nelle inerzie per restituire più
vivacità e un adeguato freno motore. Il sistema di lubrificazione presente
all’interno del basamento è studiato per meglio smaltire il calore e ridurre
gli assorbimenti di potenza a vantaggio sia delle prestazioni sia della
riduzione dei consumi di carburante. È presente inoltre un sistema di
ventilazione che riduce le perdite di potenza dovute al pompaggio all’interno
delle camere di manovella e una pompa dell’olio a portata ridotta in grado di
assorbire meno potenza. Il condotto di aspirazione della pompa dell’olio è
nuovo, così come la relativa valvola di by-pass e sono stati introdotti getti
olio di raffreddamento del pistone, dotati di valvola di controllo e gestione
del flusso. È nuovo anche il coperchio dell’alternatore che ora integra
l’uscita dei gas di blow-by. Nella parte alta del motore, teste, pistoni e
cilindri in alluminio sono completamente nuovi, anche se i valori di alesaggio
e corsa sono i medesimi della precedente unità (rispettivamente 80x74 mm), così
come non cambia la cilindrata, scelta precisa che conferma V7III quale gamma di
motociclette di ingresso nel mondo Moto Guzzi. Come da tradizione, la
distribuzione è comandata da un sistema ad aste e bilancieri a 2 valvole per
cilindro disposte ora in maniera inclinata (più efficiente) nella testa.
L’alimentazione è affidata a un sistema d’iniezione elettronica monocorpo
Marelli, gestito da una nuova centralina elettronica. Nuovo è anche l’impianto
di scarico, dotato di collettori a doppio tubo che migliorano l’isolamento
termico. La presenza nelle teste dell’ingresso del sistema di aria ausiliaria,
abbinato al catalizzatore trivalente, alla doppia sonda Lambda e alla nuova
progettazione del motore, permettono al twin 750 Moto Guzzi di rispettare la
normativa antinquinamento Euro 4. Aumenta la potenza massima che arriva ora a
52 CV a 6.200 giri/min, mentre la coppia massima si attesta a 60 Nm a 4.900
giri/min, con una curva di erogazione veramente piatta che promette facilità di
utilizzo abbinata come sempre a quel carattere e prontezza tipico dei motori Moto
Guzzi. È disponibile la versione depotenziata, in linea con le limitazioni
della patente A2 e ideale per i nuovi guzzisti, che possono contare anche su
peso e dimensioni complessive ridotti e sulla generale facilità di guida di
tutte le versioni di V7III. Un altro aspetto innovativo del motore Moto Guzzi è
la frizione monodisco a secco dal diametro di 170 mm, che aumenta la robustezza
e l’affidabilità nel tempo, diminuendo inoltre il carico sulla leva al
manubrio, a vantaggio della modulabilità e del comfort di guida. Il cambio a
sei rapporti introdotto su V7II, preciso e morbido negli innesti, rimane
invariato, ma beneficia di una differente rapportatura della prima e della
sesta marcia, utili per sfruttare al meglio le caratteristiche di coppia e
potenza del motore. Moto Guzzi ha sempre avuto una grande competenza anche
sugli aspetti della sicurezza. La Norge GT del 1928 è stata la prima
motocicletta ad adottare un “telaio elastico”, dotato di sospensione posteriore
e anteriore, con enormi vantaggi nella sicurezza e nel piacere di guida, mentre
la V750 S del 1973 è stata una delle prime al mondo dotate di doppio freno a
disco anteriore, seguita dalla S3 dotata di disco anche al posteriore. Nel 1975
la Moto Guzzi 850 T3 introdusse la frenata combinata, detta “integrale”
utilizzata fino al 2011 sulla California ’90 Anniversario. Obiettivo del
dispositivo era di aumentare la stabilità della motocicletta in frenata,
riducendo al contempo gli spazi d’arresto, anticipando di fatto due delle
funzioni dei moderni ABS. Nel 2012 Moto Guzzi introdusse per prima l’accoppiata
ABS e controllo di trazione su una motocicletta custom, la California 1400,
sistemi di sicurezza poi trasmessi su tutti i modelli in gamma. V7III dispone
di impianto ABS e di un nuovo MGCT (Moto Guzzi Controllo Trazione) regolabile e
disinseribile. Il primo è un’unità Continental a doppio canale che evita il
bloccaggio delle ruote nelle frenate intense, mentre il secondo, è un sistema
che scongiura lo slittamento della ruota posteriore in accelerazione. Il nuovo
MGCT è regolabile su due livelli di intervento, uno più conservativo e ideale
ad esempio quando l’aderenza è precaria per via dell’asfalto bagnato o
scivoloso e l’altro studiato per assecondare la guida emozionante su asfalto
asciutto in sicurezza. Un’ulteriore peculiarità del sistema MGCT è la possibilità
di ricalibrare la circonferenza del pneumatico posteriore, compensando
l’eventuale usura o l’impiego di unità con profili diversi da quello di primo
equipaggiamento, in modo da avere sempre un intervento preciso del controllo di
trazione.
V7
III Stone
V7
III Stone acquisisce connotati estetici più forti e personali rispetto al
passato. Eclettica ed essenziale, abbandona ogni particolare cromato, per
abbracciare l’oscurità della verniciatura nero opaco, alla quale si abbina bene
la grafica solo a V7III Stone dedicata della sella, dotata di cinghia di
appiglio per il passeggero. È però disponibile in altre accattivanti tinte satinate,
ispirate alle tonalità tipiche degli anni ’70: Nero Ruvido, Azzurro Elettrico,
Verde Camouflage e Giallo Energico. Il look totalmente “dark matt” distingue e
caratterizza V7III dalle altre versioni, ma non è la sola differenza. V7III Stone
è l’unica del “poker” ad avere i cerchi ruota a razze e la strumentazione a
singolo quadrante circolare. Inoltre il parafango anteriore è stato accorciato
per esaltare l’essenzialità di questo modello.
V7
III Special
Tra
le V7 è quella più vicina allo spirito del modello originario. Classica ed
elegante, offre numerosi particolari cromati e grafiche decisamente lucide.
Come la celebre V750 S3 del 1975, propone la tipica fascia colorata sui
fianchetti sottosella, che richiama la banda orizzontale dello stesso colore
presente sul serbatoio. Le ruote a raggi hanno i canali lucidati e i mozzi
neri; la strumentazione è a doppio quadrante circolare, mentre di serie è
presente il maniglione d’appiglio in acciaio cromato per il passeggero. V7III Special
vanta inoltre la sella con trapuntature effetto “old school”, elementi che ne
sottolineano l’estrazione classica ed elegante. Diversamente da Stone e da
Racer, V7III Special e Anniversario hanno una protezione sugli steli forcella
anziché i soffietti para-polvere. Nuove sono anche le varianti cromatiche cui è
disponibile: Nero Inchiostro, Blu Zaffiro.
V7
III Racer
Prodotta
in edizione numerata, come riporta la targhetta posta sulla piastra superiore
di sterzo, V7III Racer non è solo la più sportiva della gamma, ma anche la più
ricca di pregiati particolari, che dimostrano ancora una volta la capacità di Moto
Guzzi di realizzare vere e proprie fuoriserie. Numerose sono le differenze
tecniche ed estetiche che la distinguono sia dalla precedente versione, sia
dalle altre V7III . Riguardo gli aspetti stilistici, V7III Racer introduce una
nuova grafica per il serbatoio cromato satinato ove spicca l’aquila in rosso.
Questo particolare richiama il colore “Rosso Corsa” scelto per la verniciatura
del telaio e del forcellone: un richiamo esplicito alla prima serie di V7 Sport
del 1971, soprannominata proprio “telaio rosso”. La sportività di V7III Racer è
enfatizzata dai semi manubri e dalla splendida sella con gobba. Come da
tradizione, la Racer propone un look da motocicletta sportiva monoposto, ma in
realtà questa nuova versione è omologata per accogliere subito anche il
passeggero: sono infatti adesso presenti anche le pedane per il secondo, mentre
come in precedenza, il coprisella è all’occorrenza facilmente amovibile. Tra
gli elementi maggiormente distintivi di questa “special di serie” è degno di
menzione l’impiego dell’alluminio anodizzato nero, una lavorazione artigianale
di alta fattura esecutiva che caratterizza i nuovi fianchetti laterali e le
protezioni dei corpi farfallati, mentre la nuova tabella porta numero anteriore
è realizzata in alluminio spazzolato. I cerchi a raggi hanno canali neri e riportano
adesivi rossi Moto Guzzi, come gli altri modelli sportivi di casa, tra cui la
muscle bike Audace.Tra i pezzi pregiati spiccano le pedane arretrate regolabili
ricavate dal pieno, il perno di sterzo alleggerito e la protezione della
piastra di sterzo. La novità tecnica più importante è costituita dalla coppia
di ammortizzatori Öhlins regolabili nel precarico molla e nell’idraulica in
estensione e compressione, che assicurano un comportamento su strada più
rigoroso nella guida sportiva.
V7
III Anniversario
È
l’omaggio di Moto Guzzi ai cinquant’anni dalla nascita di V7 e per questo
motivo si tratta di una versione davvero speciale. Prodotta in edizione
numerata e limitata a 750 esemplari, V7III Anniversario nasce sulla base di V7III
Special, dalla quale si distingue per numerosi particolari, a cominciare dalla
grafica ad essa solamente dedicata, contraddistinta dal serbatoio dalla
pregiata finitura cromata che ospita l’aquila Moto Guzzi rifinita color oro,
abbinato ad una inedita sella in vera pelle. Il tappo per il rifornimento con
serratura è in alluminio ricavato dal pieno, così come lo sono i riser della
piastra di sterzo che riportano inciso al laser il numero di serie del modello.
Di gran pregio sono i parafanghi in alluminio lucidato, il maniglione posteriore
in acciaio cromato e i cerchi ruota con esclusivi canali lucidati e mozzi
grigi. Tutti questi dettagli concorrono a rendere V7III Anniversario una
motocicletta dalla raffinatezza quasi artigianale per veri collezionisti.
Moto
Guzzi Media Platform connette V7III al mondo
Per
la nuova gamma V7III è disponibile come optional la piattaforma multimediale di
Moto Guzzi. MG-MP è l’innovativo sistema multimediale capace di connettere la
moto allo smartphone. Grazie ad un’applicazione dedicata, scaricabile gratuitamente
da App Store e Google Play, lo smartphone (iPhone o Android) diviene un vero e
proprio sofisticato computer di bordo multifunzione e l’anello di connessione
tra veicolo e Internet. La connessione bluetooth consente di visualizzare
simultaneamente sullo schermo cinque parametri per volta, scelti a piacere in
un vasto menu, tra cui tachimetro, contagiri, potenza istantanea, coppia
istantanea, consumo istantaneo e medio, velocità media e voltaggio batteria,
accelerazione longitudinale e trip computer esteso. La funzione “Eco Ride”
aiuta a limitare i consumi e a mantenere una condotta di guida eco-compatibile,
fornendo una valutazione sintetica dei risultati ottenuti durante il viaggio. È
possibile registrare i dati dei viaggi e rivederli sul computer o direttamente
sullo smartphone, analizzando il percorso effettuato, visualizzando punto per
punto i parametri di funzionamento del veicolo. Inoltre il sistema permette di
ritrovare facilmente il veicolo quando viene parcheggiato in un luogo sconosciuto,
salvando automaticamente la posizione in cui è stato spento. MG-MP include la
funzione “Grip Warning” che replica per la massima visibilità le indicazioni
sul funzionamento del controllo di trazione e avvisa in caso di eccessivo
sfruttamento dell’aderenza disponibile. Grazie all’uso sinergico dei giroscopi
e delle informazioni provenienti dal collegamento diretto con l’elettronica del
veicolo, lo smartphone si trasforma in un sofisticato strumento di misura
dell’angolo di piega in curva.
L’origine
del mito V7
È il
1961 e il successo dell’automobile di massa sta ridimensionando fortemente il
mercato della motocicletta. Moto Guzzi, forte di un invidiabile potere
progettuale reagisce alla sfavorevole congiuntura esplorando nuovi mercati, dai
motocarri alle macchine per l’agricoltura e veicoli speciali fino alle
automobili. Per quest’ultime il geniale progettista Giulio Cesare Carcano
progetta un bicilindrico a V di 90° raffreddato ad aria destinato a una
versione sportiva della Fiat 500 capace di sfiorare i 140 km/h. Il nuovo motore
piace al Lingotto ma la quantità annua richiesta da Vittorio Valletta è
superiore alle capacità produttive di Mandello del Lario e l’accordo sfuma. L’ing.
Carcano non si perde d’animo e aumenta la cilindrata del bicilindrico fino a
754 cc per utilizzarlo sul “3X3”, un ricercato veicolo a tre ruote motrici con
carreggiata variabile destinato alle truppe alpine. Parallelamente parte un
concorso ministeriale per la fornitura di moto alla Polizia Stradale; vince chi
percorre 100.000 km con il più contenuto costo di manutenzione. È l’occasione
propizia per collocare il bicilindrico dell’ing. Carcano su una moto, la Moto
Guzzi V7. Un progetto innovativo che coniuga affidabilità di standard
automobilistico con un livello di comfort e di accessibilità meccanica
sconosciuti alla concorrenza che desta curiosità anche tra le polizie estere,
prima fra tutte quella di Los Angeles. I collaudi della nuova V7 700 iniziano
nel 1964, la moto ha un motore di 703.3 cc per una potenza di 40 CV e un peso di
230 kg. Nel 1966 inizia la produzione di serie, destinata alla polizia e ai
mercati esteri mentre l’anno successivo la V7 700 è distribuita in Italia al
competitivo prezzo di 725.000 lire, nettamente più conveniente della
concorrenza tedesca e inglese. La creatura di Giulio Cesare Carcano è
perfezionata da un esperto progettista che entra in Moto Guzzi nel 1967: Lino
Tonti. Forlivese, con una grande esperienza maturata nelle competizioni con
Mondial, Bianchi e Gilera, l’ingegnere è chiamato dal direttore generale Romolo
Stefani per ampliare la gamma della maximoto lariana. La V7 è apparsa nel
momento giusto, la moto sta ritornando prepotentemente di moda quasi per
reazione al conformismo dell’automobile e il mercato è particolarmente
ricettivo alle novità. Tonti dapprima aumenta la cilindrata a 757 e la potenza
a 45 CV per lanciare nel 1969 la V7 Special, più veloce, rifinita e curata
rispetto alla V7 700. In seguito realizza, inizialmente per il mercato
americano, la V7 Ambassador e la California, quest’ultima destinata a divenire
uno dei più grandi successi della Moto Guzzi. La tappa successiva coincide con
il capolavoro di Lino Tonti: la V7 Sport. Il progettista forlivese ha le idee
chiare e fissa i tre parametri della sportiva di Mandello: 200 km/h, 200 kg, 5
marce. Per raggiungere l’obiettivo interviene sul motore, portando la
cilindrata a 748.3 cc e la potenza a oltre 52 CV ridisegnando albero motore e
alberi a camme, oltre a collocare l’alternatore frontalmente per contenere
l’ingombro verticale. Il motore è alloggiato dentro un aderente telaio doppia
culla in acciaio al Cromo/Molibdeno, verniciato di rosso per i primi 200
esemplari montati direttamente nel reparto esperienza di via Parodi 57. La moto
debutta nel 1971 e nel giugno dello stesso anno partecipa alla “500 chilometri
di Monza” ottenendo la terza piazza con Raimondo Riva. È questo l’inizio di una
serie di lusinghieri risultati ottenuti nelle gare di durata, come le 24 Ore di
Le Mans e di Liegi che contribuirono, insieme a piloti di grande popolarità
come Vittorio Brambilla a farne la più famosa moto sportiva italiana degli anni
’70. Nello spazio di un paio di stagioni l’evoluzione tecnologica compiuta con
la V7 Sport Moto Guzzi è trasferita anche al resto della gamma. Il nuovo
telaio, il freno anteriore a quattro ganasce e il cambio a cinque marce
introdotti sulla V7 Sport rappresentano, insieme all’incremento della
cilindrata, le novità principali della V850 GT, modello che segna nel 1973 il
pensionamento della fortunata V7 Special. Perde la celebre sigla alfanumerica
anche la Sport, sostituita nel 1974 dalla Moto Guzzi 750S. L’ultimo modello a
cedere la gloriosa denominazione alfanumerica è la V7 850 California, che
lascerà il testimone solo nel 1976 alla nuova 850 T California.
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