VEDO ROSSO: DOVIZIOSO SECONDO IN QATAR
E’ troppo facile sparare sulla Ducati dopo il primo gran premio della stagione confrontando la prestazione di Lorenzo al debutto sulla rossa (undicesimo a venti secondi dal vincitore) con quella di Rossi (settimo sempre al debutto sulla Ducati e a poco più di sedici dal primo). Ma soprattutto è troppo semplice parlare dei problemi e dimenticare l’ottima prestazione di Dovizioso giunto secondo sul traguardo dopo aver strategicamente cambiato la gomma all’ultimo momento sulla griglia di partenza e dopo aver battagliato fino agli ultimi giri con la Yamaha del vincitore.
La verità è che a Borgo Panigale non puntano al singolo exploit ma al mondiale e per farlo devono progettare e mettere in pista una motocicletta che vada bene ovunque. I piloti ci sono, i progettisti pure e il piano per conquistare il titolo ha una scadenza biennale che vuol dire “abbiate pazienza, stiamo lavorando per voi”. E’ evidente che lo sviluppo della Desmosedici è stato parzialmente “castrato” dalla decisione della Grand Prix Commission d’eliminare per regolamento le famose alette (non è un mistero che erano un vantaggio tale per cui gli avversari ne hanno chiesto l’abolizione in nome della sicurezza, non prima però di usarle anche loro!). Ed è altrettanto chiaro che i due piloti potrebbero nascondere sorprese con Dovizioso al suo quinto anno in rosso in grado di giocarsi la carta dell’esperienza in sella alla Ducati e spiazzare tutti lottando per il titolo e Lorenzo in evoluzione che dopo nove anni di Yamaha deve resettare il suo stile di guida e adattarlo a una motocicletta molto diversa. Analizzando specificamente la gara notturna qatariana, Andrea ha condotto buona parte della corsa in testa, battagliando con i primi, rimanendo in piedi quando chi lo precedeva cadeva per la troppa foga e con un distacco sul traguardo dal vincitore di soli cinque decimi. “Sono molto contento del risultato e del lavoro fatto in questo weekend – ha dichiarato Dovizioso – è stato difficile per tutti a causa delle condizioni che abbiamo trovato, ma abbiamo lavorato bene e con serenità siamo quindi arrivati alla gara competitivi. Siamo stati ancora più bravi a scegliere la gomma posteriore in griglia, cambiando la strategia e mettendo la morbida. Questo ci ha permesso di lottare per la vittoria. Nella parte finale ho provato a contenere Maverick ma credo che meglio di cosi oggi non si poteva fare”. Jorge, partito bene, ha sbagliato una curva nel corso del primo giro scivolando in sedicesima posizione. Ritrovata la concentrazione ha iniziato a rimontare girando con tempi simili a quelli del gruppo di testa; l’undicesimo posto è figlio del reale problema d’adattamento alla guida fisica della Ducati a gomme finite come traspare dalle sue dichiarazioni: “è stata una gara molto complicata da tutti i punti di vista. Sono partito bene, ma nel corso del primo giro sono andato largo e ho perso tante posizioni e questo mi ha condizionato molto per cercare di rimontare. Poi mi sono sentito più a mio agio ed ho cominciato a girare con i tempi dei primi, ma purtroppo nella parte finale del GP ho iniziato a perdere fiducia nelle gomme e la mia moto è diventata molto fisica da guidare, per cui ho dovuto rallentare il ritmo e non sono riuscito a chiudere nella Top 10. Voglio però essere positivo anche se questa mia prima gara con la Ducati non è andata come speravamo. E’ vero che siamo appena all’inizio, e sappiamo di avere ancora molto lavoro da fare”.
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