REA IL
CANNIBALE FA POKER!
Sebbene
non si possa ancora parlare di campionato finito (siamo solo al secondo round dei
tredici previsti), sicuramente è una chiara dichiarazione d’intenti. Il pilota
Kawasaki ha vinto infatti tutte e quattro manches fin qui disputate e a poco è
valsa la regola della parziale inversione della griglia di partenza alla
domenica; Rea ha fame e i due titoli conquistati nel 2015 e nel 2016 non
sembrano averlo saziato.
Inoltre a conferma della bontà del pacchetto
piloti/moto, Sykes ha chiuso il round tailandese in crescendo con un terzo e un
secondo posto agguantati sul finale di gara beffando in entrambi i casi
Melandri su Ducati. Sia sabato che domenica team e piloti hanno dovuto
combattere con le elevate temperature di aria e asfalto che hanno imposto
attenzione per la parte meccanica (al fine di scongiurare eventuali rotture) e
per la scelta degli pneumatici. Ciononostante Rea ha fatto segnare in superpole
il nuovo record sul giro con il tempo di 1'32.957 con gomme da gara, e ha
chiuso entrambe le manches in prima posizione con distacchi notevoli sul
secondo (più di sei secondi in gara 1 e oltre quattro in gara 2) dimostrando lo
stato di grazia in cui si trova al momento. Stesso discorso per Sykes che
conquista due piazzamenti sul podio gestendo in modo intelligente entrambe le
gare. Attualmente la classifica generale vede Rea primo a 100 punti (bottino
pieno), il compagno di squadra terzo a 62 (-8 dal Davies secondo) e la Kawasaki,
con la Ninja ZX-10RR, prima nella classifica costruttori con 100 punti
inseguita dalla Ducati a quota 76. E come se non bastasse, Rea butta benzina
sul fuoco dichiarando che non ha forzato e che la moto ha ampi margini di
miglioramenti: "Il miglior inizio di stagione sempre nella mia carriera. E'
importante massimizzare il risultato e raccogliere quanti più punti possibile,
perché è così che ho costruito i miei campionati in passato. Quando siamo in
grado di vincere, dobbiamo essere sicuri di farlo. Si tratta di una buona
partenza e mi sento a mio agio sulla moto. Abbiamo preso il set up della moto
che avevamo a Phillip Island è lo abbiamo affinato. Questo è incredibile perché
vuol dire che ho un buon feeling con la moto. Ci sono ancora alcune aree in cui
dobbiamo migliorare per le prossime gare, ma in KHI stanno lavorando sodo su
questo. Ci aspettiamo di migliorare ancora la moto nelle prossime gare. In gara
1 non sapevo quale sarebbe stato il mio ritmo sarebbe. Sapevo che ero
abbastanza veloce per lottare per la vittoria, ma quando ho visto avevo un gap
di 0,4 secondi nel primo giro ho deciso di provare a spingere e ho impostato il
mio ritmo. Il mio passo era 1'33 e onestamente nonostante abbia fatto un paio
di errori, è rimasto tale. Sono riuscito a tenere quel ritmo e non spinto oltre.
Sembra che abbiamo stressato la gomma un po' sul lato destro ma c'era da
aspettarselo visto il distacco di sei secondi sul finale". Più pragmatico Tom
Sykes, che ha parlato di un problema ai freni in gara 1, della gestione della
corsa e del podio e del bel finale di gara: "In gara 1 ho avuto alcuni
problemi con i freni nella fase iniziale, non ero in grado di frenare forte ed ero
sbilanciato in curva. Ma ero in grado di tenere un buon ritmo costante e superare
Marco alla fine. E' stato bello salire sul podio, ma ci è mancato il ritmo
nella parte iniziale della gara. Ho spinto e a tre giri dalla fine ho modificato
l'ingresso in alcune curve per sfruttare al meglio le gomme. In gara 2 la
vittoria era impossibile ma non il secondo posto, quindi ho corso in modo intelligente.
Ho visto marco che era in difficoltà così all'ultimo giro ho capito che avevo
margine. Era più veloce di me nella sezione tortuosa prima dell'ultima curva e
quindi ho dovuto costruire il giro. E all’ultimo sul mio cruscotto ho letto
1'33.7, che è stato il più veloce di tutta la mia gara. Dobbiamo ancora migliorare
un po' di più il nostro pacchetto. Sto lentamente Come arrivare e coerenza ha
praticamente stato lì. Stiamo colmando il divario, ma dobbiamo cercare d’essere
un po’ più veloci".
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