La
“lotta dei contratti” dei piloti MotoGP è già nel vivo nonostante il campionato
debba ancora iniziare. Facciamo un po’ di luce in merito.
Manca
solo l’ufficializzazione ma è praticamente certo che Valentino Rossi
prolungherà il contratto con Yamaha fino al 2019 con opzione per il 2020 e dopo
potrebbe rimanere nel circus il proprio Sky Racing Team VR46 e le M1 ufficiali.
Praticamente il “Dottore” diverrebbe un team satellite Yamaha con moto
ufficiali.
A farne le spese potrebbe essere il Tech3 di Poncharal anche perché,
dopo un 2017 disastroso, lo stesso Team Principal Maio Meregalli ha
recentemente dichiarato l’importanza fondamentale che il giudizio di Rossi ha
per la Yamaha. Infatti se l’anno scorso nei test pre campionato Vinales lodava
l’M1, Rossi ne metteva in luce le problematiche che sarebbero emerse da li a breve
e che avrebbero portato alla debacle del team ufficiale Movistar Yamaha MotoGP.
In parole semplici il pilota italiano porta in dote un bagaglio d’esperienza in
sella all’M1 che Yamaha non vuole perdere neppure dopo che Rossi avrà smesso di
correre. Si spiega così il probabile futuro del campione di Tavullia che
attraverso il proprio team potrebbe fornire, oltre che impressioni sulla moto e
dati tecnici con annesse soluzioni percorribili, anche futuri piloti
provenienti dalla scuderia dello Sky Racing Team VR46 da far crescere per poi
cedere al team ufficiale Yamaha. Chiuso il capitolo del costruttore giapponese
si apre quello Ducati. Sembra ormai certo, infatti, che il rinnovo di Lorenzo
pur prioritario non sia così certo come potrebbe essere. Il Direttore Sportivo
Ducati Paolo Ciabatti, ha confermato che per quanto l’opzione preferita dalla
squadra sia la riconferma degli attuali piloti, a causa della defezione di un
main sponsor i budget a disposizione per l’attività sportiva deve ancora essere
definita. In questo senso le ottime prestazioni di Dovizioso e le performance
sotto le aspettative di Lorenzo, imporrebbero una revisione dei rispettivi
contratti e dei relativi ingaggi. Da un lato l’italiano anelerebbe a un ritocco
del proprio compenso verso l’alto e se nella prima parte del 2018 dovesse
ripetere gli ottimi risultati del 2017, Ducati non potrebbe far altro che
accondiscendere con questa richiesta; soprattutto considerando che un possibile
abbandono di Dovizioso comporterebbe anche una trasmigrazione d’informazioni di
carattere squisitamente tecnico che in questo preciso momento, non sarebbe
positivo per Ducati. Dall’altro lato Lorenzo, pagato profumatamente (si parla
di circa 12 milioni di euro a stagione contro i due più bonus di Dovizioso),
dovrà dimostrare di valere la cifra e dovrà essere consapevole che le attuali
condizioni della Ducati potrebbero non permettere un rinnovo alle medesime
condizioni. Inoltre l’incognita più grande è dietro l’angolo: se infatti la
Desmosedici dovesse risultare altamente competitiva, sia Andrea che Jorge
potrebbero dover decidere di restare per non “regalare” a qualche altro pilota
una moto da mondiale che hanno aiutato a sviluppare negli ultimi anni. A quanto
sembra i motivi per rimanere assieme sono maggiori per entrambi che non il
contrario. Infine c’è la Honda che punta a rinnovare con Marquez il quale in
diverse occasioni non ha smesso di ribadire due concetti fondamentali ovvero di
voler stare in un team vincente e di non chiudere la porta a nessuna opzione. E
se la prima frase potrebbe essere letta allo stesso tempo come una volontà
chiara di voler restare in Honda o di anelare alla Ducati, la seconda è ben più
preoccupante per gli uomini HRC. Lo spagnolo ha più volte ribadito la propria
gratitudine a chi gli ha offerto, nel suo primo anno in MotoGP, una moto
ufficiale; ma non nasconde la consapevolezza d’essere lui stesso l’artefice di
clamorosi risultati quando, quella stessa moto, non era la migliore del lotto.
La possibilità di riconfermarsi campione del mondo con un altro costruttore
(esattamente come hanno fatto in tempi recenti sia Rossi che Stoner) è uno
degli obiettivi di Marquez e gli sponsor potrebbero essere la discriminante
fondamentale. Infatti se da un lato lo spagnolo è legato alla Red Bull, che
potrebbe spingere per un “salto” sulla KTM (sempre che la moto austriaca
risulti competitiva almeno quanto l’RC213V) dall’altro lato lo stesso Marquez
risulta essere una sirena per gli sponsor al punto da poter paventare uno
scenario simile a quanto accaduto in Formula 1 quando Santander si legò alla
Ferrari nel momento in cui Alonso firmò un contratto per correre con le rosse.
Che in parole semplici vorrebbe dire, traslando il tutto nella MotoGP, un main
sponsor che coprirebbe parte dell’ingaggio di Marquez in Ducati che, come
scritto poco sopra, al momento sta rivedendo il proprio budget per correre nel
motomondiale. Fantascienza? Forse si o forse no; solo il tempo ci dirà se e
come cambieranno gli attuali assetti delle squadre della MotoGP.
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