Rossi
rinnoverà con Yamaha? E per quanti anni? E dopo schiererà un suo team anche in
MotoGP con le M1?
Da
quando nel 2000 il campione di Tavullia è approdato nella classe regina, la
MotoGP (che allora si chiamava 500) è diventata rossicentrica; e anche la
stagione che sta per iniziare non fa eccezione. Si prospettava un 2018 da colpi
di scena a gogo e invece un po’ per paura e un po’ per anticipare gli
avversari, sia i piloti di punta che le relative squadre hanno quasi tutte già
definito accordi pluriennali che di fato non modificano la compagine degli
schieramenti degli ultimi anni.
Marquez resta in Honda, Vinales in Yamaha,
Dovizioso e Lorenzo dovrebbero essere confermati (con ritocco al ribasso del
compenso per il maiorchino) i Ducati. Di Pedrosa al momento, non si sa nulla;
ma a tenere banco è il silenzio di Rossi e Yamaha relativamente all’ufficializzazione
di un contratto che sembrava essere già pronto. E già perché le scelte di
Valentino influenzeranno quelle di alcuni piloti e altrettante squadre, prima
fra tutte Tech3 che, si dice, abbia lasciato Yamaha sia per un’offerta a cui
non poteva rinunciare, sia perché la possibilità che l’italiano dal 2020
diventi team manager della squadra satellite del costruttore giapponese non gli
avrebbe garantito una continuità (e relativo materiale tecnico) per poter
continuare a correre per le posizioni della top ten. Tra i piloti il più
penalizzato da un rinnovo di Rossi con Yamaha (fosse anche per un solo anno)
sarebbe Zarcò che perderebbe la possibilità di saltare in sella alla seconda M1
ufficiale. Curiosamente squadra e pilota francesi sono accomunati dal medesimo
destino che potrebbe portarli a un rinnovo pluriennale avallato da moto
ufficiali e (probabilmente) sponsor di KTM. In questo momento di certo c’è
solamente che l’unica moto ufficiale disponibile sarebbe l’M1 di Rossi e
l’unico top rider disponibile sarebbe…Rossi! E se si vuol correre per vincere
entrambi hanno bisogno l’uno dell’altra. Sarà un matrimonio di convenienza,
tollerato e senza passione? Difficile dirlo anche se da un lato l’italiano ha
sempre corso per vincere senza risparmiarsi e dall’altro Yamaha sembra
intenzionata a portare avanti lo sviluppo della M1 seguendo distinte direzioni
così da garantire 8e garantirsi) le migliori prestazioni da entrambi i piloti
che chiedono maggior attenzione per quanto riguarda elettronica (Rossi) e
ciclistica (Vinales). Quindi tirando le somme, Valentino dovrebbe essere un
pilota Yamaha nel 2019 con opzione per il 2020; contemporaneamente la casa dei
te diapason potrebbe affidare le moto satelliti a al team Marc VDS, ad
Aspar-Angel Nieto Team o ad Avintia. A spuntarla potrebbe essere proprio il
team belga VDS sia per la solidità della squadra che per la presenza di
Morbidelli. E dopo? Dopo Rossi potrebbe appendere il casco al chiodo per
vestire i panni del team manager del proprio team VR46 di MotoGP come squadra
satellite Yamaha, puntando magari proprio su Morbidelli.
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