Gialla,
spoglia, corta e chi più ne ha più ne metta. E’ la Moto Guzzi più strana e
attraente su cui abbiamo mai posato la vista.
Le
prime reazioni alla vista della special realizzata da Untitled Motorcycles
sulla base della Moto Guzzi V9 Bobber sono state di turbamento e
disorientamento provocate dalla singolarità della preparazione; in una parola
eravamo sconcertati. Poi abbiamo letto lungo il nome della moto, Project UMC
054 Fat Tracker, e tutto è apparso molto più chiaro. Non è una flat track ma
una FAT track…ovvio!
Non è per nulla brutta, quanto piuttosto personale e con
carattere da vendere a vagonate, a partire dalla bizzarra e chiassosa colorazione
gialla. La mancanza di un minimo di coda, l’assenza dei parafanghi, i
semimanubri e gli scarichi così aderenti alla sella (seppure provvisti di
paracalore) lasciano attoniti. Eppure non si può fare a meno di guardarla,
d’osservarla attentamente alla ricerca di ogni più piccola stranezza. Ad
esempio ci ha incuriositi la scelta degli pneumatici, degli Heidenau K66 identici
sia davanti che dietro nati per gli scooter e montati obbligatoriamente perché
non esistevano altre gomme per cerchi da 16 pollici con battistrada semi
tassellato e omologati per velocità prossime ai 180 chilometri orari. Ci ha
colpiti la scelta stilistica di eliminare la coda e annegare faro e frecce nel
tubo che chiude il telaio sottosella, svuotato e riadattato a porta targa e a
“spazio disponibile” per gli scarichi che fuoriescono come due cannoni. Ci
hanno fatto sobbalzare le piastre di sterzo originali ma apparentemente più
massicce a cui sono stati ancorati due semimanubri strettissimi e per nulla
angolati di una GSX-R e su cui svettano uno strumento Motogadget piccolissimo e
un minaccioso pulsante d’accensione rosso. In sintesi di questa Fat Tracker ci
ha colpito tutto e anche di più…anche ciò che apparentemente non si vedeva come
gli ammortizzatori Hagon più lunghi spostati in avanti di circa un pollice o il
serbatoio che si adagia sul telaio e che ingloba la pompa spostata per
mantenere la linea stretta tra le gambe (e chi ha una Guzzi sa quanto questo
sia particolare e come obblighi a modifiche importanti nella parte bassa del
contenitore della benzina). Gli unici elementi rimasti di serie sono il motore
(a eccezione dello scarico e dei filtri aria) e la porzione centrale del
telaio. Piace molto la mascherina anteriore piatta con i faretti a filo e la
vista della Fat Tracker dall’alto che evidenzia la shilouette stretta in
contrasto con i cilindri e le pedane sporgenti. A questo punto decidete voi se
siano eleganti o meno telaio e serbatoio ricoperti di quel giallo
“evidenziatore” che ricorda anche il verde della V7 originale. Diteci voi se
una moto senza coda sia stilosa. Se sullo sterrato delle piste da flat track
cardano e ruote da 16 siano comunque divertenti. Decidete voi perchè noi siamo
ancora sconcertati da lei!
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