C’è
chi copia e chi inventa nuove soluzioni; l’aerodinamica in MotoGP rischia
d’innalzare i costi e di fare impazzire piloti e tecnici.
Sembra
d’essere tornati a scuola quando il compagno di banco copiava il compito.
L’aerodinamica in MotoGP è più o meno la stessa cosa al punto che le
presentazioni dei team ufficiali si sono trasformate in eventi in cui mostrare
solo le nuove livree su moto della passata stagione per non scoprire le proprie
carte.
Chi non ricorda, infatti, il balzello delle carene Ducati del 2017 per
evitare che gli avversari avessero il tempo di copiare il nuovo muso
aerodinamico? Allo stesso modo le prime carene sperimentali sono apparse solo
durante gli ultimi test di gennaio e, siamo pronti a scommettere che non
saranno quelle definitive. Tecnicamente le ali anteriori garantiscono maggiore
stabilità all’avantreno in accelerazione e frenata, penalizzando la velocità
massima in rettilineo ma tramutandosi in decimi preziosi risparmiati nel
computo totale del giro. Ducati è stata la prima a introdurre e sviluppare
questo concetto aerodinamico e nei test di Sepang si sono viste le nuove
evoluzioni sfruttate soprattutto da Lorenzo. Non è una novità che il maiorchino
gradisca più dell’italiano la configurazione a pieno carico; già nella passata
stagione i due piloti si differenziavano sotto quest’aspetto definendo di fatto
due sviluppi paralleli della stessa moto. Nel frattempo i giapponesi hanno
dovuto inseguire la Ducati che lavora sulle ali da più tempo. Yamaha, dopo
l’esperimento delle alette interne alla carena, ha portato a Sepang
un’evoluzione più estrema che conferma i benefici effetti in accelerazione e
frenata. I piloti hanno avvertito un grip migliore all’avantreno ma hanno anche
aggiunto che se su piste come Le Mans e Austria sarà utile, su circuiti come
Phillip Island potrebbero non utilizzarla. Honda appare la più scettica sul
reale vantaggio delle ali anteriori. Sia Marquez che Crutchlow confermano i
miglioramenti in accelerazione e frenata ma aggiungono che bisogna lavorare
ancora molto. Infatti secondo lo spagnolo le soluzioni aerodinamiche
renderebbero la moto meno maneggevole e più pesante nei cambi di direzione. Tra
team ufficiali e satelliti a Sepang molti piloti hanno potuto provare le nuove
carene aerodinamiche creando di fatto un vero e proprio database su cui i
costruttori svilupperanno le prossime soluzioni. L’impressione, però, è che le
ali siano il preludio per una corsa alla sperimentazione che innalzerà
inevitabilmente i costi, esattamente come accaduto in Formula Uno.
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