domenica 2 ottobre 2016

LA STORIA DELLA INDIAN (Parte 1 di 3)

Se siete tra coloro che pensano che la Indian si chiami così perché fondata in India…beh siete fuori strada. E poiché quest’anno ricorre il 115esimo anniversario della fondazione, quale migliore occasione per dirimere ogni dubbio sulla più antica marca di motociclette AMERICANA (nonché, per un certo periodo, anche la più grande industria motociclistica del mondo)?
ATTENZIONE: l’articolo è diviso in tre parti!
  
1901-1916: L’INIZIO 

Innanzitutto la Indian è nata a Springfield, nel Massachusetts, non in India e neppure nella terra dei Simpson! Ed esattamente come accaduto per l’Harley-Davidson, l’anno di fondazione non coincide con l’anno di reale inizio della produzione. Infatti nel 1897 George Mallory Hendee fonda la Hendee Manufacturing Company, azienda dedicata alla costruzione di biciclette identificate dai marchi Silver King, Silver Queen e American Indian. Quest’ultimo, in seguito, verrà abbreviato in Indian e diventerà il marchio con cui saranno distribuiti i prodotti di Hendee. Nel 1900 viene assunto Oscar Hedstrom, figura chiave per il futuro del marchio e ciclista appassionato come Hendee, con il compito di costruire biciclette dotate di motore a scoppio. A Febbraio Hedstrom inizia a lavorare sul progetto e nel maggio dello stesso anno costruisce due unità funzionati dotate di un monocilindrico da 1,75 HP che permette loro di raggiungere la “mirabolante” velocità di 30 miglia orarie. E’ il 1901 e con il completamento dei primi due esemplari di serie si fa coincidere anche la nascita della Indian come costruttore di motociclette. Nel 1902 inizia la vendita delle prime unità che si distinguono per potenza e affidabilità (alimentando la buona reputazione dell’azienda). Nel 1903, al debutto in una competizione sportiva, una Indian vince la gara di durata da Boston a New York City e Hedstron stabilisce il record mondiale di velocità toccando le 56 miglia orarie e confermando doti e qualità dei loro mezzi. Nel 1904 la produzione si attesa sulle 500 unità all’anno e, se i primi veicoli erano dipinti d’azzurri o nero, da quel momento l'azienda introdurrà il famoso e iconico rosso intenso chiamato Vermillion meglio conosciuto come "Rosso Indian”. Nel 1905 viene assemblato il primo bicilindrico, sviluppato per ottenere maggiori prestazioni; sarà impiegato in gara e, dal 1907, verrà venduto al pubblico. Nel 1906 i concessionari George Holden (di Cleveland) e Louis J. Mueller (di Springfield) guidano una Indian da San Francisco a New York City nel tempo record di 31 giorni e mezzo, senza incorrere in alcun problema meccanico (un evento pressoché unico per l’epoca). Nel frattempo l’azienda Aurora, che aveva prodotto dal 1901 al 1907 i monocilindrici per la Indian, inizia a costruire moto complete con il marchio Thor; a Springfield si proseguirà la produzione dei motori autonomamente. Le Indian consolidano la loro fama in pista (vincendo gare di velocità e di durata) e nelle concessionarie introducendo innovazioni che faranno scuola come il “frame loop” ovvero il telaio chiuso non più derivato da quello delle biciclette (1909), la forcella anteriore a balestra, la pompa dell’olio automatica (rarissima per il periodo) e il cambio a due velocità (1910). In poco tempo il marchio acquista sempre più consenso tra il pubblico grazie ai successi sportivi e ai modelli di serie potenti e affidabili; la crescita delle vendite è vertiginosa e inarrestabile. Al 1911 risale una delle più famose affermazioni sportive internazionali della Indian durante il Tourist Trophy sull’Isola di Man, dove conquista un’incredibile tripletta. Nota curiosa: gli americani reputavano pericolosi i freni anteriori sulle motociclette e per questo motivo le tre Indian vincitrici del TT ne erano sprovviste. Il 1913 si ricorda per l’introduzione della sospensione posteriore e per il record di vendite con oltre 32.000 unità; lo stesso anno Hedstrom, in disaccordo con il Consiglio d’Amministrazione per questioni legate a pratiche discutibili atte a far lievitare il valore delle azioni della società, va in pensione e lascia l’azienda. Nel 1914 Erwin "Cannonball" Baker conquista un altro record per la casa di Springfield attraversando gli Stati Uniti da San Diego a New York in soli 11 giorni 12 ore e 10 minuti. Nel 1916 viene introdotto il famoso modello Powerplus che monta uno dei motori più leggendari della Indian. Si tratta di un V-twin a 42 gradi da 61 pollici (1.000cc) con valvole laterali, più silenzioso, fluido e potente di qualunque altro bicilindrico precedentemente prodotto e in grado di raggiungere le 60 miglia orarie. Con poche modifiche rimarrà in listino fino al 1924, diventando uno dei modelli di maggior successo sia in America che all’estero. Nello stesso anno viene introdotto il nuovo modello K Featherweight, monocilindrico a due tempi di 221cc. Caratterizzato da un propulsore che funge anche da elemento stressato, da un telaio a culla aperta e dalla forcella anteriore inedita, verrà sostituito nel 1917 dal modello O (prodotto fino al 1919) differente nel motore (boxer a quattro tempi) e nel telaio. L’ultimo evento importante del 1916 riguarda il fondatore della Indian, George Mallory Hendee, che si dimette dalla carica di presidente. Con l’uscita di Hendee non esiste più un legame diretto con il passato e l’azienda cambia radicalmente aspetto, pur continuando a mietere successi commerciali e sportivi.
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