C’ERA
UNA VOLTA UN’APRILIA CHE…
Ci
sono giorni in cui ci s’imbatte in special uniche sotto tutti i punti di vista
(soprattutto quello meccanico). In questi casi la bellezza diventa un parametro
soggettivo perché il vero centro dell’attenzione della preparazione è più
tecnico che estetico. Nel caso in specie sappiate che la motocicletta che state
guardando è unica, è (o per meglio dire era) un’Aprilia RSV 1000 R (quella con
il bicilindrico di 998 centimetri cubici per intenderci) e della sopraffina
ciclistica sviluppata a Noale è rimasto solo…il ricordo!
Shaun, un ragazzo
dell’Inghilterra del nord, se l’è costruita tutta da solo, immaginandola,
progettandola e realizzandola dentro un anonimo capannone per puro sfizio
personale e per il godimento della sua anima motociclistica. Gli sono serviti
circa tre anni e una miriade di macchinari comprati anche alle aste. Ma da dove
è partito? Semplice, da un’Aprila RSV 1000 R incidentata da cui ha prelevato il
motore e da una serie di pezzi accumulati in una vita intera passata a
raccogliere ogni componente che un giorno avrebbe utilizzato per qualche
motivo; e quello che non aveva lo avrebbe costruito da solo utilizzando, tra le
altre, una macchina CNC! Ciò che colpisce della special di Shaun è la
somiglianza con un altro paio di moto italiane che sfruttano una sospensione
anteriore simile: la Virus e la Bimota. Ma fermarsi a questa coincidenza
sarebbe sbagliato dal momento che il vero ispiratore è stato Jack Difazio
commerciante, pilota e geniale inventore meccanico inglese del secolo scorso
che ha sperimentato, tra le altre cose, una sospensione anteriore con braccio
oscillante. Per la sua opera prima Shaun ha utilizzato tubi ovali T45 per i
forcelloni e boccole 7075 che ha ritenuto ottimali perché facilmente
modificabili per intervenire su posizione delle ruote e distribuzione dei pesi
(178 chili a pieno carico con una ripartizione pari al 51% all’anteriore e 48 al
posteriore). Per farvi capire che personaggio sia Shaun e come ha lavorato vi
basti sapere che per il telaio ha utilizzato anche l’Inconel avanzato da un
precedente lavoro, una superlega leggerissima e resistente alla corrosione e
alle elevate temperature utilizzata per la costruzione delle scatole nere degli
aerei. In quest’ottica anche il motore è stato modificato per poter sfruttare
tutti gli aggiornamenti elettronici del caso. Inoltre il sistema di
raffreddamento, progettato da Shaun, è completamente nuovo e prevede il
riposizionamento di due radiatori (in luogo di quello singolo di serie) sotto
la pancia della motocicletta. Sperimentata con esito positivo, questa
configurazione ha comunque obbligato a ricollocare la pompa, i terminali e
altri elementi per poter essere utilizzata. Alcuni componenti (cerchi, sistema
frenante e comandi) sono stati presi dalla grande serie per meri motivi di
praticità mentre altri sono stati realizzati appositamente come ad esempio il
serbatoio d’alluminio e la coda. Questa special ha già percorso diversi
chilometri per poterne saggiare le caratteristiche e gli eventuali (e mai
assenti) problemi di gioventù. Ciononostante la base di partenza sembra
promettere bene al punto che è stata già testata da riviste del settore con
esiti positivi. Nel frattempo Shaun è impegnato a migliorare la sua creatura
valutando l’integrazione dei serbatoi del liquido frizione e freno direttamente
sul manubrio e una nuova sospensione posteriore ritarata. E tutto ciò appare
normale perché la mente di un inventore non sta mai ferma. Anzi non ci
stupiremmo di vedere trapiantato un nuovo motore Aprilia a quattro
cilindri…sogno di una notte di mezza estate?
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