CHE
RAZZA DI MOTO E’?
Non
c’è un solo componente di questa special che non ci sia piaciuto o che non
abbia catturato la nostra attenzione. Che sia il telaietto reggisella a forma
di freccia o il faro posteriore o il motore con i carter abbondantemente più
larghi della silhouette dell’intera motocicletta passando per il pulsante
d’accensione sulla piastra di sterzo, fino al pezzo di lucidatrice per parquet
utilizzato come coperchio della bobina…ogni singolo particolare è unico e
strano ma perfettamente amalgamato e armonioso e, aggiungiamo, perfetto unicamente
su questa special d’autore creata dalla Ed Turner Motorcycles.
La verità è che
più la si guarda e più vien voglia di rivederla per capire quali interventi
sono stati fatti, che soluzioni sono state adottate e soprattutto che razza di motocicletta
è mai questa. Pensare alla base (una Honda CB 400 N di fine anni ’70 con il suo
piccolo frullino da appena 400 centimetri cubici e con neppure 43 cavalli alla
ruota) e vedere il risultato della customizzazione fa supporre che sia nata per
scommessa dopo una notte alcolica. Eppure l’accrocchio sembra funzionare sia a
livello estetico che tecnico. La base di partenza era ridotta davvero male e le
sue condizioni sono state una scusa perfetta per modificare profondamente il
telaio originale di cui è rimasta solo la parte centrale formata da cannotto e
tubi superiore e inferiore. Forcellone, piastre motore e l’intera porzione
posteriore del telaio (così particolare per la sua forma a freccia) sono state
costruite da zero e dipinte a polvere con colore nero lucido. I doppi (e
turistici) ammortizzatori di serie hanno lasciato il posto a un sistema
monoammortizzato più sostenuto e regolabile che fa il paio con una forcella
anteriore CBR lucidata a specchio e a cerchi da 17 pollici a raggi con
pneumatici Dunlop Sportmax. Sistema frenante sostituito con dischi sia davanti
che dietro morsi da pinze Nissin, impianto elettrico rifatto completamente e
nascosto alla vista, serbatoio costruito ex novo partendo da quello di serie
amalgamato con la linea piatta della nuova sella, faro anteriore di provenienza
automobilistica (e posteriore di chiara derivazione custom). Semimanubri con
nuove manopole e leve regolabili, comandi e pedane lavorati e più leggeri, interruttore
d’accensione e spegnimento posizionato al centro della piastra di sterzo che
ricorda il pulsante per lanciare dei missili nucleari. Tutto contribuisce a
rendere unica questa piccola special, anche il motore revisionato dotato di
doppi scarichi singoli in acciaio inox (uno per lato con curve dei collettori
assurde), cornetti d’aspirazione Edelbrock e carter centrale dipinto di rosso
sangue come le pinze freno. Non c’è un singolo componente che non urli la
propria arroganza e sfacciataggine su questa motocicletta che non è una
supermotard ma ne mantiene la reattività, non è una cafè racer ma ne garantisce
la grinta e il piacere di guida sprintoso, non è una monocilindrica ma fa sua
la medesima agilità e snellezza. Non è nessuna eppure è tutte quante assieme.
E’ uno scherzo, una “cosa” nata per stupire e farsi vedere, chiassosa e
conturbante allo stesso tempo. Insomma è il classico assurdo che non dovrebbe
funzionare e invece lo fa…e pure bene.
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