lunedì 5 marzo 2018

Test Qatar

Cosa resta della tre giorni di test a Losail? Alcune certezze, parecchi dubbi e qualche exploit.
Dopo la tre giorni di test sulla pista di Losail immersa nel deserto qatariano ma, grazie a quindici botti che l’hanno inondato, anche bagnata per testare un eventuale Gran Premio sotto la pioggia, la MotoGP archivia ufficialmente le prove pre stagionali e si prepara alla prima gara del campionato tra due settimane proprio in Qatar. Cosa resta, dunque, di questi test?
Innanzitutto l’unica certezza ovvero Dovizioso che con la sua Ducati sono sempre presenti nelle prime posizioni. Il forlivese è contento della sua velocissima Desmosedici GP, afferma che i tempi arrivano con facilità e pronostica un 2018 simile (se non migliore) della passata stagione. Tra i dubbi bisogna inserire la Yamaha che continua ad alternare buone prestazioni con altre pessime senza riuscire a individuare un vero e proprio responsabile. Per questo motivo a Iwata lo sviluppo della M1 seguirà due binari che correranno paralleli per concentrarsi nelle aree su cui i singoli piloti hanno trovato maggiori carenze ovvero l’elettronica (Rossi) e la ciclistica (Vinales). Paradossalmente (ma neppure tanto) chi fa volare l’M1 è Zarcò che nell’ultima giornata si è concesso il lusso del giro più veloce a un solo decimo dal record della pista. Spostandoci nel box HRC scopriamo che Honda è Marquez e Marquez è Honda ma sulla pista di Losail sia l’uno che l’altra non hanno mai brillato in MotoGP e sebbene l’RC213V abbia migliorato la propria velocità massima quello che manca è il passo gara. Altro pilota che rientra tra i “dubbi qatariani” è Lorenzo che appare ancora non perfettamente a suo agio sulla Ducati. Il maiorchino fatica, è evidente; ma ciò che preoccupa di più è l’incostanza (almeno apparente) con cui alterna buone prestazioni e tempi disastrosi. Tra gli exploit sono da menzionare Iannone e la Suzuki che nella seconda giornata hanno fatto segnare ottimi tempi, ma bisogna attendere la prima gara per capire il reale valore del lavoro svolto da ingegneri e piloti, e Miller sulla Ducati del team Alma Pramac Racing. L’australiano sembra a suo agio in sella alla GP17 migliorando il feeling con la rossa a ogni giro di pista. Cosa resta, quindi, dei test in Qatar? Principalmente l’idea che il 2018 potrebbe davvero essere l’anno d’oro di Dovizioso, la sensazione che Rossi possa riscattare un 2017 disastroso (non del tutto per colpa sua) e la possibilità che Marquez non sia l’unico uomo da battere nonostante sia il campione del mondo in carica. Ma soprattutto, che il 2018 sarà l’anno degli outsider (o presunti tali) che rispondo ai nomi di Zarcò e Miller.  








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