UNA
VECCHIA BMW PRONTA A DERAPARE
Che
le BMW vengano ancora percepite come moto da turismo pesanti e a tratti
impacciate nei movimenti a bassa velocità o come navi da deserto la cui
capostipite GS è praticamente marchio a se stante, è un dato di fatto. Ma che
dalle BMW con motore boxer si possa facilmente ottenere una sportiva o una
scrambler o una tracker è altrettanto conclamato.
Ed è divertente osservare
come entrambe le affermazioni siano vere e allo stesso tempo contraddittorie tra
loro, dal momento che BMW oltre a essersi sdoganata dal concetto di pura moto
elitaria da turismo grazie alla serie a quattro cilindri S1000, è anche
un’ottima base per special di qualunque genere senza perdere la caratteristica
che l’ha resa famosa e immutata da oltre novant’anni: il motore a cilindri
contrapposti, ovvero il boxer. Che sia a due o a quattro valvole, montato su
un’endurona o su una carenata turistica, la sostanza non cambia: telaio
polivalente (con porzione posteriore imbullonata…almeno nei due valvole) e
propulsore dotato di generosa coppia garantiscono buona parte del risultato
quando si decide di realizzare una special. La differenza, nella moltitudine,
la fanno i particolari e l’estro del singolo preparatore che riesce a
immaginare qualcosa di unico come nel caso della BMW R75/7 modificata da VTR
Custom. La base è sicuramente meno canonica rispetto alla serie boxer degli
anni ’80 (quella con i coperchi valvole squadrati per intenderci) ma non per
questo meno valida. Acquisita da un anziano motociclista che ha appeso il casco
al chiodo, è stata privata del grosso serbatoio di serie in favore di un più
esile (e modificato) elemento proveniente da un Kawasaki KH125. Stesso discorso
per la porzione posteriore, rivista nel telaietto e completata con una
sovrastruttura in classico stile flat track monoposto (la sella è un mix di
pelle e camoscio traforato) con tanto di luce a led annegata. Liberata la zona
sottosella dall’impianto elettrico (rifatto e semplificato) e dai fianchetti
originali, ci si è concentrati sull’anteriore mantenuto volutamente pulito e
sgombro per apparire quanto più semplice possibile. Tabella porta numero con
fari incorporati, manubrio piatto e largo con gas Tommaselli, interruttori
Motogadget (della stessa marca è il piccolo strumento Motoscope nascosto dietro
la mascherina), pompa freno Magura e un paio di spie montate direttamente sulla
piastra di sterzo. La ciclistica è stata “svecchiata” e modificata per
l’eventuale uso su piste interra battuta, con nuovi ammortizzatori posteriori
Ohlins regolabili e pneumatici Dunlop specifici. Il propulsore, smontato e
revisionato, è stato colorato di nero e preparato con nuovi filtri K&N e
impianto di scarico due in due sul lato destro in pieno stile flat. La
verniciatura nasce sulla base di un bel bordeaux “spezzato” da fregi argentati
e dal gruppo motore/telaio/forcella/cerchi neri. L’hanno battezzata Flachkopf 7
che sostanzialmente è la traduzione in tedesco di “Flat Head” (la loro
precedente tracker) con l’aggiunta del numero 7 a indicare la base BMW
utilizzata.
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