MEGLIO
DELL’ORIGINALE
La
nascita della famiglia GS passa da un’idea più simile a una pazzia che non a
una vera e propria pianificazione industriale e di marketing (oggi si direbbe
business plan), immaginata e realizzata da un ristretto gruppo
d’ingegneri/piloti malati di fango e tassello che assemblarono i primi
prototipi praticamente di nascosto dalla dirigenza.
L’idea, o meglio la
folgorazione, che illuminava i loro passi era quella di creare una motocicletta
dotata del grosso boxer che potesse partecipare (e possibilmente vincere)
competizioni fuoristradistiche come ad esempio la Six Days, la più dura e
antica tra le manifestazioni di questo genere. Sebbene fin dall’inizio degli
anni ’70 prototipi non ufficiali basati sulle serie Barra 5, 6 e 7 fossero stati
utilizzati in gare d’enduro per testarne l’efficacia, la svolta avvenne nel ’78
quando la Federazione tedesca introdusse la classe over 750cc. La nuova
dirigenza decise d’affidarsi all'ingegnere-collaudatore Laszlo Peres che nel
’77, sull'esempio delle leggerissime BMW artigianali di Scheck, uscì dal
reparto esperienze con il primo prototipo di "gelandestrasse" da 800cc
e 124 chili basato sulla R 80/7. Il campionato tedesco fu un ottimo banco di
prova e rivelò il potenziale fuoristrada delle BMW. Il titolo nazionale di
Richard Schalber, seguito dalle medaglie d'oro di Fritz Witzel e Rolf Witthöft
alla Sei Giorni ISDT del '79 a Siegerland, in Germania, attirarono l'attenzione
degli appassionati. E per ricordare la partecipazione del ’73 alla Six Days, la
factory francese Lucky Cat Garage ha costruito una special storicamente
ineccepibile e dannatamente affascinate basata su una R80/7 del ’78. Pur non
essendo ben messa, la Barra 7 è stata rivista nel telaio e nella ciclistica che
sfrutta nuovi ammortizzatori posteriori Shock2Win più lunghi e una forcella
originale di una R80 GS modificata. Cerchio anteriore da 21 pollici (al posto
di quello originale da 19), freni misti (tamburo dietro e disco flottante con
pinza Brembo davanti) e pneumatici Metzeler Sixdays extreme perfetti per l’uso
e per il look. Il propulsore è stato dotato di un nuovo sistema d‘accensione
che funziona anche senza batteria, carburatori Mikuni con filtri K&N,
scarico personalizzato due in uno realizzato dalla Hattech in acciaio
inossidabile che riprende il design originale di quello delle moto che hanno
preso parte all’ISDT, cambio con rapporto finale accorciato e coppa HPN con
parasassi integrato. Poiché la Six Days nasce con l’idea d’essere davvero
efficace anche in fuoristrada, l’imbocco per l’olio (sulla testata di destra) è
stato modificato per facilitare i rabbocchi anche in presenza d’incrostazioni
di fango; stesso discorso per le pedane originali sostituite con altre più
specifiche, per i paraspruzzi in gomma sul parafango anteriore, per la luce
supplementare ottima durante i giri notturni nei boschi e per il kit di pronto
soccorso. Ogni elemento ha una sua ben precisa funzione pratica ed estetica
come il serbatoio ottenuto saldando parti di un Barra 5 e 6, la sella singola
che nasconde il vano originale porta attrezzi (e ricambi), il manubrio Magura con
leve in alluminio e manopole Domino, i parafanghi Maico, le tabelle portanumero
rigorosamente gialle, il faro Yamaha con staffe Husqvarna e le grafiche che
riprendono i colori originali motorsport realizzate con decalcomanie così da
non doversi preoccupare se si dovessero graffiare in qualche passaggio
fuoristradistico…insomma sulla Six Days ogni particolare deve servire a
qualcosa altrimenti non avrebbe senso. Questa special è talmente bella e ben
fatta che sembra davvero un mezzo ufficiale costruito dalla BMW. E se vi
venisse voglia di realizzare qualcosa di simile…beh sarebbe la prima volta che
puristi storici e preparatori si troverebbero d’accordo su una special.
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