LA
PICCOLA BELVA
La
verità è che chi ha qualche primavera sulle spalle è orfano delle vecchie,
fumose e potenti 125 a due tempi da oltre 34 cavalli alla ruota. E dispiace
vedere come le nuove generazioni di sedicenni iperconnesse e social dipendenti
siano “costrette” a guidare surrogati a quattro tempi che somigliano per suono
e prestazioni più a dei tosaerba che non a vere motociclette propedeutiche e
gustose.
Ma se da un giorno all’altro ci si ritrova di fronte la cartella stampa
della nuova CBR250RR che snocciola dati e prestazioni da sportiva vera, forse
una speranza che questo stato di torpore motociclistico possa mutare c’è e
anche in modo molto concreto! Motore bicilindrico di 249 centimetri cubici da
38 cavalli a 12.500 giri/minuti, cambio a sei rapporti, cerchi da 17 pollici
con pneumatici 110 (davanti) e 140 (dietro), ride by wire, tre mappe
selezionabili, ABS, telaio in tubi con struttura a diamante con bretelle
laterali e forcellone in alluminio da “grande” con sistema Pro-Link regolabile,
forcella anteriore upside down e look simil RCV…un sogno! Se poi consideriamo
il prezzo (in Giappone) per il modello top che è di circa 838.000 Yen
equivalenti più o meno a 7.200 euro, il gioco è fatto e la domanda sorge
spontanea: perché solo per il Giappone? Infatti la nuova CBR250RR non ha nulla
da invidiare alle vecchie 125 due tempi supersportive degli anni ’90 e neppure
alle sorelle maggiori di 600 e 1.000 centimetri cubici (con le dovute
proporzioni ovviamente). In sintesi si tratta della luce in fondo al tunnel, di
una supersportiva intelligente ma parsimoniosa (vengono dichiarati 40
chilometri litro nel ciclo misto, anche se da buoni “smanettoni” questo dato
appare marginale!), coerente con lo spirito CBR/RR e con le necessità dei
neofiti o di chi cerca una sportiva piccola e maneggevole e “ammazzagiganti”. Alla
fine appare quasi inutile continuare elencare la miriade di dati che
definiscono questo modello dal momento che la piccola 250 non verrà importata
(almeno ufficialmente) in Europa; dispiace questa politica che tra normative
anti inquinamento e strategie (presunte) di mercato ci precludono modelli come
la 250 e la 600 della famiglia CBR. Ciò detto di due cose siamo certi: prima o
poi creeranno un campionato dedicato alla piccola CBR e presto o tardi qualche
esemplare arriverà anche nel vecchio mondo…con buona pace dei Chief Marketing Manager
a cui vorremmo più prosaicamente rivolgere il mai troppo abusato invito del
grande Alberto sordi che recitava più o meno così: “lavoratori?...PRRRRRRRRR”.
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