MOTO GUZZI 1000 SP “PARABOLICA” by FRATELLI BRAMBILLA
ITALIAN
POWER
115
cavalli a 10.000 giri spremuti da un bicilindrico Guzzi progettato quarant’anni
fa non sono per nulla uno scherzo da ottenere. E gli unici che potevano
riuscire in un’impresa di questo tipo sono i fratelli Roberto e Carlo Brambilla,
figli di quel talento puro che era il padre Vittorio. Loro i cavalli li hanno
nel sangue e li annusano ogni giorno nella loro officina monzese dove manutenzionano
e customizzano motociclette, possibilmente italiane e soprattutto lariane.
Parlare
di special però sarebbe riduttivo perché per l’esecuzione dei lavori e il
risultato finale si tratta di un vero e proprio prototipo da corsa. Al di là
delle sovrastrutture dipinte con i classici colori da corsa italiani e che si
riducono a una mezza carenatura e al codino in vetroresina e al serbatoio
d’alluminio fatto alla vecchia maniera ovvero a mano, con l’aquila di Mandello
appena accennata, conta di più la tecnica applicata a motore e telaio.
Quest’ultimo è stato abbinato a una forcella Ohlins prelevata da una moderna
sportiva, ma il pezzo forte è il motore della 1000 SP del ’79. Come sempre,
quando si deve elaborare davvero un propulsore si parte dall’albero motore
centro di moti e forze applicate dai manovellismi, alleggerito di oltre un
chilo e mezzo di puro ferro italiano, lucidato e bilanciato per assecondare le
esuberanze dei cavallini che adesso possono girare allegri anche in alto grazie
a un volano più leggero. Per aumentare la cilindrata a 975 centimetri cubici e le
prestazioni, sono state sostituite le bielle con altre superleggere che hanno
ridotto la corsa dei nuovi pistoni Turino ad alta compressione tenuti alla
giusta temperatura d’esercizio da getti d’olio comandati da due pompe collegate
a un radiatore Setrab. Nuovi alberi a camme su specifiche dei Brambilla, nuove
valvole (più grandi) e nuove punterie alleggerite contribuiscono a far si che
il motore oltre a prendere rapidamente i giri, arrivi alla fatidica soglia dei
10.000! Un sistema d’accensione programmabile e guarnizioni specifiche per le
maggiori prestazioni permettono al motore di far segnare la potenza massima di
115 cavalli cui contribuiscono anche i nuovi carburatori Electron e il sistema
di scarico artigianale realizzato dai Brambilla. Naturalmente l’intero impianto
elettronico è stato sostituito con un altro più semplice e leggero ma comunque
in regola con il codice della strada. Ascoltando il bicilindrico urlare al
banco prova sembra di sentire il ruggito di un motore da Formula 1 di parecchi
decenni fa. E la rabbiosità con cui escono i gas di scarico e la velocità
disarmante con cui il motore risponde alla manopola dell’acceleratore
sottolineano immediatamente le intenzioni belligeranti della Parabolica al
punto che, ne siamo certi, non sfigurerebbe affatto sulla griglia di partenza
di qualche gran premio dedicato ai super twin.
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