Prima
vittoria stagionale per Rossi che sale per la decima volta sul gradino più alto
del podio ad Assen con una gara superba e sempre all’attacco.
Non
poteva che essere Assen la pista dove segnare la prima vittoria stagionale del
“Dottore”. Perché se si vuol credere alla cabala, Rossi sta correndo per
vincere il decimo titolo mondiale e, guarda caso, domenica ha vinto per la
decima volta sul circuito olandese rintuzzando gli attacchi di un arrembante
Petrucci con cui ha portato avanti una bellissima lotta in pista.
Con questa
vittoria Valentino ha dimostrato, se ve ne fosse ulteriormente bisogno, che il
mondiale è un affare che lo vedrà protagonista fino all’ultimo gran premio,
perché il primo posto ad Assen (e la caduta del compagno di team) lo hanno
rilanciato prepotentemente in classifica dove accusa un gap di soli sette punti
dal capolista Dovizioso. Era giunto in Olanda quinto a -28 da Vinales e ne esce
terzo a -3 in terza posizione alle spalle proprio del compagno di squadra, che
nella giornata più importante ha mostrato i limiti di un pilota giovane che
avverte la pressione. E considerando che il nuovo telaio risulta congeniale
allo stile di guida del campione di Tavullia, il quadro è completo. A tal
proposito sembra che il nuovo elemento non sia una semplice versione 2016
modificata negli attacchi motore quanto piuttosto un’’unità completamene nuova
con differenti spessorizzazioni dei materiali soprattutto nella zona del
cannotto di sterzo per poter ritrovare quell’equilibrio perso con la M1 2017.
La gara ha dimostrato come Rossi riesca a guidare meglio la sua Yamaha,
gestendo al contempo l’usura degli pneumatici. A comprova di ciò basta vedere i
tempi sul giro e ricordare come sia riuscito a rispondere a un Petrucci in gran
forma sulla Ducati. Per dovere di cronaca bisogna aggiungere che quando in
alcuni punti della pista ha cominciato a piovigginare rendendo di fatto
l’asfalto viscido a macchia di leopardo, i due italiani si sono avvicendati
alla testa della corsa con sorpassi e controsorpassi al limite della caduta
fino a quando i doppiaggi hanno “congelato” le posizioni definitivamente fino
alla bandiera a scacchi. Chi è uscito malconcio dalla trasferta olandese è
Vinales che tradito dall’anteriore e dalla foga agonistica si è dovuto ritirare
dopo una caduta )la seconda in questa stagione) alla chicane mentre era in
rimonta. E Zarcò? Dopo l’incredibile pole position al sabato e una buona prima
parte di gara condotta in testa ha dovuto accontentarsi di un misero quattordicesimo
posto figlio di una strategia suicida che lo ha portato al cambio moto quando
sulla pista cominciavano a cadere le prime gocce, nonostante chi gli si trovava
davanti procedeva con le slick. Lasciamo Assen con i primi cinque piloti in
classifica mondiale racchiusi in 28 unti (esattamente come si trovavano prima
della gara olandese) ma con un rimescolamento delle posizioni che sembra premiare
la costanza di risultati. Queste le dichiarazioni a fine gara del vincitore
Valentino Rossi: “
sono felice e per diverse ragioni, perché la vittoria è molto
importante per il campionato, ma soprattutto perchè la sensazione di tornare sul
gradino più alto del podio dopo un anno è fantastica. E’ stata una grande gara
e una bella battaglia con Petrucci e tutti gli altri. Sono contento anche dal
punto di vista tecnico, perché abbiamo lavorato molto sulla moto e abbiamo
cambiato il telaio e ora sento come posso guidare come piace a me, in un modo
migliore. E’ tutto aperto e quest'anno abbiamo scoperto che, da una gara
all'altra, la situazione può cambiare molto. Dobbiamo aspettare la prossima
settimana e cercare di essere competitivi anche al Sachsenring”. Molto deluso
Vinales che non sa spiegarsi come mai sia caduto in quel punto: “
non so
spiegare cosa sia successo perché non so nemmeno io perché sono caduto. Sono
passato da lì 2000 volte, ma oggi sono caduto. Stavo spingendo per portare la
Yamaha al top e penso che se non caduto avrei potuto raggiungere i piloti
davanti, perché il nostro ritmo era molto veloce. In qualifica nopn dobbiamo
andare oltre il sesto o quinto posto, quindi so che l'errore è stato fatto sabato,
non domenica. In gara mi sentivo bene sulla moto. Stavo cercando di mantenere
le gomme e preparare un attacco negli ultimi dieci giri. Stavo guidando bene e
senza problemi su tutta la pista e mi sentivo molto più forte rispetto agli
altri piloti. Questo incidente è qualcosa che non possiamo spiegare; possiamo
solo imparare da esso, soprattutto per quanto riguarda le qualifiche. Sapevo
che era difficile e che avrei dovuto fare del mio meglio: è stato tutto o
niente e alla fine ho ottenuto nulla. Dobbiamo andare avanti e guardare alle
prossime gare da cui ci aspettiamo qualcosa di diverso”.
Nessun commento:
Posta un commento